✨𝓈ℯ𝒹𝒾𝒸𝒾;

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«Merda, quanto cazzo lo odio!»
Jimin imprecò, stravaccandosi violentemente al banco della mensa, facendo rimanere di stucco Taehyung, Namjoon, Hoseok e Yoongi.

Erano tutti al tavolo alla fine della mensa, tutti tranne il corvino.

«Minnie, che succede?»

Namjoon si accigliò, distaccando lo sguardo dalla figura del suo amico Kim Seokjin, che pochi minuti prima lo stava salutando dall'altro tavolo.

«È quel coglione di Jungkook, stamattina si è svegliato con la sbornia e mi ha trattato di merda.»

Jimin strinse le labbra con rabbia, afferrando il succo di Taehyung, il quale apri la bocca per ribattere ma si ammutolì quando il grigio riprese ad inveire.

«Mi ha praticamente buttato giù dal letto per correre in bagno a vomitare e mi ha anche urlato contro quando ho cercato di aiutarlo, non so che cavolo gli prende ora, ha ricominciato ad ignorarmi! Non lo sopporto più!»

Yoongi ridacchiò, mandando un'occhiata complice ad Hoseok.

«Ieri notte mentre limonavate non sembrava che non lo sopportassi...»

Jimin spalancò gli occhi, aggiustandosi la t-shirt di Harry Potter e agitando le mani.

«Jungkook non deve saperlo!
Non ricorda nulla e mai dovrà! Promettetemelo, ora!»

Taehyung roteò gli occhi, parlando a nome degli altri.
«Va bene, basta che non urli, anche se secondo me stai facendo una cazzata.»

Jimin scosse la testa, pugnalando con furia il succo di frutta con la cannuccia per poterlo bere.
Taehyung osservò il suo povero succo, guardandolo con nostalgia.

«Parli del diavolo...»

Jimin si girò nella direzione in cui aveva parlato Hoseok, notando come il corvino, che era completamente vestito di nero, stesse entrando in mensa.
Jungkook prese poco e nulla dal bancone e si sedette in un tavolo da solo.

Jimin bevve rumorosamente il suo succo, fissando i movimenti del corvino tutto il tempo.

Automaticamente i suoi pensieri andarono alla notte precedente, alla confessione di Jungkook sul suo passato, al suo comportamento ambiguo.
Jimin non riusciva a capirlo, non sapeva come comportarsi, ma soprattutto non sapeva perché il corvino improvvisamente non lo volesse più vicino.

Jimin ignorò gli altri, continuando a fissare il corvino, finché non scorse la figura di Yugyeom, il quale aveva lasciato il gruppo di Kai, raggiungendo così il corvino che era da solo.

Il grigio, sotto lo sguardo attento degli altri, stava fissando i due, sentendo la rabbia ribollire quando vide Jungkook ridere per qualcosa che gli aveva detto Yugyeom.

Jungkook non aveva mai riso così con lui.

«Mh, credo proprio che andrò a trovare Kai, è da un po' che non lo sento.»

Jimin si alzò di scatto, spinto dalla gelosia, non sapendo nemmeno lui cosa gli stesse passando per la testa.

Con passo sicuro si diresse verso il gruppo di Kai, passando sotto gli occhi del corvino, che ora era ammutolito.

«Ciao, Kai...»

Jimin sorrise al ragazzo, sotto lo sguardo famelico dei suoi amici.

Sehun, seduto accanto a Kai, ghignò. «Kai, hai degli amici così adorabili e non ce li presenti?»

Gli altri risero, mandando Jimin in ansia e facendolo avvampare dall'imbarazzo.

Taemin sorrise maliziosamente, leccandosi le labbra. «Adorabile

Kai afferrò il polso di Jimin, facendolo sedere sulle sue gambe e abbracciandolo possessivamente.

«Giù le mani dal piccolino, è già mio, vero, Jiminie?»

Il grigio sgranò gli occhi, non sapendo cosa dire e facendo ridere Kai.

«Scherzo, bellezza.»
Il ragazzo lo strinse a sé, appoggiando il mento sulla spalla del grigio.

«Allora, come mai sei qui?
È andata male con Jeon?»

«C-Cosa?
Tra me e Jungkook non c'è a-assolutamente nulla.»

Jimin notò lo sguardo dubbioso di Kai, così decise di rincarare la dose, spinto dalla frustazione e dalla sua solita impulsività.

«Lo sanno tutti che è un puttaniere, non vorrei che mi toccasse e mi mischiasse qualche malattia.»

Tutti scoppiarono a ridere, soprattutto Kai.

Jimin rise a sua volta falsamente, asciugandosi i palmi sudati sul pantalone, senza sapere che il corvino in quel momento fosse proprio dietro di lui, di fianco a Yugyeom.

«Non ti avevo detto di stargli lontano?»

Jungkook guardò freddamente Kai, parlandogli con un tono così privo di vita da far raggelare il sangue.

Jimin sobbalzò quando sentì la sua voce, cercandolo poi con lo sguardo, invano.
Probabilmente Jungkook lo aveva sentito e Jimin si sentì così dannatamente stupido.

«J-Jungkook?»

Jimin si alzò dalle gambe di Kai ma il corvino non lo degnò nemmeno di uno sguardo, ignorandolo platealmente.
Jimin si sentì inevitabilmente ferito e ignorato.

«Jeon, ti ho già detto che faccio quello che mi pare.»

Kai sorrise beffardo, prendendo la propria coca-cola e bevendola rumorosamente.

«Ti ho esplicitamente chiesto di non toccarlo.»

«È lui che è venuto da me, sono loro che vengono sempre da me, sai?»
Kai sghignazzò, sorridendo in maniera complice con tutti gli altri.

Jungkook strinse i pugni lievemente, usando tutto l'autocontrollo che aveva.

«Baekhyun mi ha raccontato tutto, vedi di lasciare in pace Jimin, ti ho avvisato.»

Il sorriso di Kai svanì in un secondo, mentre Sehun si era già alzato di scatto.

«Quella puttana non vuole proprio saperne di stare zitta.» Sputò acidamente Sehun.

«Vieni con me, parliamone in un posto appartato, magari troviamo un accordo tra amici.»

Kai parlò freddamente, facendo svanire quell'immagine da ragazzo gentile che Jimin aveva potuto osservare al loro primo incontro.

Jungkook annuì con un cenno della testa, avviandosi verso l'uscita con Kai.

Jimin rimase in piedi, nel mezzo della sala, con gli occhi di tutti addosso, in confusione.

Cosa significava tutto quello? Cosa stava succedendo?

Cosa significava tutto quello? Cosa stava succedendo?

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MY ROOMATE IS A FUCKBOY | JIKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora