Capitolo 16 - Bedtime Story

1K 41 28
                                    


Today is the last day that I'm using words:
They've gone out, lost their meaning,
Don't function anymore.

Bedtime Story – Madonna


«Si sono baciati.»

«Sì.»

«Harry ha baciato Ginny.»

«Già.»

«Ma lei è mia sorella!»

«Hai finito di dire ovvietà, Ronald?», sbottò Hermione, trascinandolo via dal punto in cui si erano nascosti dopo aver seguito Harry in corridoio.

Ron continuò a borbottare improperi, ma si lasciò condurre fino al divano su cui avrebbero dovuto essere e sul quale Harry li trovò seduti quando tornò nella Sala Comune.

«Allora?», fece Hermione impaziente. «Racconta.»

«Oh, no, ti prego», protestò invece Ron. «Risparmiaci i dettagli.»

Harry arrossì fino alla punta delle orecchie e Hermione gli rivolse un'occhiataccia. «Parlavo della giornata con Silente», precisò lei. «Voglio sapere com'è andata.»

Il Ragazzo Sopravvissuto, che sembrava invecchiato di vent'anni negli ultimi dieci minuti, si sedette su una poltrona di fronte ai suoi amici e trasse un profondo respiro, impaziente di spostare la conversazione su argomenti meno imbarazzanti.

«Stamattina io e Silente siamo andati al Ministero della Magia. Lì regna il caos. Con tutte le sparizioni che ci sono state negli ultimi tempi c'è un sacco di lavoro da fare. E poi credo che Caramell sospetti che più di un impiegato passi informazioni a Voldemort, forse anche sotto minaccia.»

«Papà mi aveva accennato qualcosa», intervenne Ron. «Non sanno da dove cominciare perché non devono cercare infiltrati, ma brave persone che vengono ricattate e costrette a lavorare per il nemico.»

Harry annuì, poi riprese a raccontare. «Silente mi ha portato in un dipartimento che non conoscevo, l'Ufficio Misteri. È un posto stranissimo, se ci tornassi da solo non sono sicuro che mi ci saprei orientare. Comunque, siamo entrati in una stanza piena di scaffali colmi di sfere di vetro. Ce n'erano a migliaia, ma io sapevo esattamente dove andare. Forse è stata la Felix a suggerirmelo. Su un ripiano, sotto una sfera impolverata che sembrava essere rimasta lì per anni, c'era il mio nome. Quando l'ho presa in mano, ho avvertito chiaramente che era destinata a me. Silente mi ha spiegato che si trattava di una profezia che era stata pronunciata prima della mia nascita, annunciando l'arrivo di qualcuno che avrebbe sconfitto Voldemort. Poiché riguardava me e lui, soltanto uno di noi due poteva ritirarla e Silente ha voluto che lo facessi finché ero con lui, prima che Voldemort trovasse il modo di averla per sé.»

«E che cosa diceva la profezia?», chiese Hermione curiosa. «L'hai ascoltata subito, vero?»

«No», rispose Harry, un po' a disagio. «L'ho buttata a terra ed è andata in mille pezzi.»

Hermione si irrigidì.

«Vuoi dire che ti è caduta?», suggerì Ron, confuso.

«No, no», insisté lui. «L'ho fatto di proposito. L'unico modo per essere certi che Voldemort non la avesse era distruggerla, quindi è quello che ho fatto. Sotto l'effetto della Felix mi sembrava la cosa migliore», aggiunse perplesso, come se a quel punto non ne fosse più tanto sicuro.

«E Silente?», domandò Hermione, ancora dubbiosa.

«Non ha battuto ciglio», rispose Harry, sorprendendola. «Ha detto che andava bene così e che me l'avrebbe fatta ascoltare una volta tornati a Hogwarts. Quindi abbiamo lasciato il Ministero e siamo andati nel villaggio di Budleigh Babberton, dove abita il professor Horace Lumacorno. Silente aveva un appuntamento a pranzo con lui e ha voluto che ci fossi anch'io.»

Rusty HaloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora