Trentadue

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32.


Justin

-Cosa è successo?- le chiesi cercando in tutti i modi il suo sguardo, ma ormai i suoi capelli mi coprivano la visuale.
Dopo alcuni minuti di silenzio sbuffai sonoramente, per poi girare il suo viso per far incontrare i nostri sguardi.
Lei scosse la testa -Non è successo nulla- disse cercando di apparire decisa.

Strinsi le mani in due pugni -non dire stronzate, non sei brava a mentire- risposi duramente, mentre cercavo di non perdere la pazienza proprio in quel momento.
Lei alzò gli occhi al cielo -Ho detto che non è successo niente- ripetè con un tono di voce irritato.

-Non rispondermi in questo modo e dimmi cosa diavolo è successo Ellen, mi sto per incazzare davvero- la avvisai mentre il mio corpo si irrigidiva.
Lei mi guardò esitante, prima di scattare in piedi -Fai come cazzo vuoi- disse iniziando a camminare verso la porta di casa.

La seguii prendendole un braccio, facendola girare verso di me.

-Allora non hai ancora capito?- urlai spingendola con forza.
Barcollò all'indietro, ma ritrovò l'equilibrio.

Mi guardò in preda al panico, forse temendo quello che sarebbe successo. Ero furioso, stanco che ogni volta dovessi metterci così tanto per farle sputare la verità. Perché non riusciva a dirmi cosa cazzo succedeva senza che io dovessi perdere la pazienza? Non si fidava di me?

Quando io avevo qualcosa che non andava dovevo subito dirle tutto, invece quando si trattava di lei doveva sempre rendere tutto così difficile.
-Cosa cazzo devo capire?- domandò in risposta, alzando il tono della voce.
Mantenni le distanze per evitare di scaricare la mia rabbia su di lei, non sapevo quanto ancora avrei resistito.

-Modera i termini Ellen, non te lo ripeterò più. Ti stai forse dimenticando con chi stai parlando- dissi tentando di rimanere calmo.
Lei simulò una falsa risata -Davvero? Allora illuminami signor Bieber- esclamò con sarcasmo.

Fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Senza pensarci mi avvicinai a lei, il mio petto che si alzava e abbassava velocemente dalla rabbia, fino a quando il mio viso non si trovò a pochi centimetri dal suo.

-Troia- mormorai a voce bassa, ma con decisione, prima di darle le spalle per andarmene in qualsiasi posto in cui non ci fosse stata lei.


Ellen

Rimasi lì incredula a guardarlo mentre si allontanava.
Non potevo crederci, non volevo crederci.

Lui non aveva davvero detto quella parola a me, non lo poteva aver fatto.

Senza neanche rendermene conto sentii le lacrime scendere, ma le ignorai dirigendomi verso la porta di casa. Bussai aspettando che qualcuno mi aprisse, e per mia sfortuna fu Olivia.
Mi guardò qualche secondo per poi aprire di più la porta, senza dire nulla. La casa era silenziosa, probabilmente le altre erano nelle proprie camere.

Salii le scale con calma, mentre lei mi seguiva.

-Mi dispiace- disse una volta arrivate davanti alla porta delle mia camera.

Le lanciai un'occhiata carica di incredulità -non ti dispiace, secondo me sei felice di vedermi così- ribattei scuotendo la testa.
- non è come pensi- mormorò abbassando lo sguardo.
-si certo- dissi ridendo nervosamente prima di entrare in camera mia.

Lei entrò senza chiedere il mio permesso -Sul serio- insistette guardandomi.
Sostenni il suo sguardo senza dire nulla, lasciando che il silenzio regnasse nella stanza.
Lei sospirò -Io non ti odio- disse.

La guardai ad occhi sbarrati -Davvero?- esclamai ironicamente.
-Ti prego ascoltami- iniziò, ignorando la mia domanda retorica.

Rimasi per un po' a riflettere su ciò che dovessi fare, ma alla fine annuii.
-siediti pure- proposi con un cenno del capo in direzione del letto.

Justin Bieber is FrostDove le storie prendono vita. Scoprilo ora