1.25 - QUALCOSA DI STRANO

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21 aprile 1986
Mi svegliai con un forte mal di testa, notando che vicino a me c’era Max che dormiva.
<Merda... che ore sono?> Sussurrai a me stesso, pensando che oggi è lunedì e dovremmo andare a scuola. Dalla luce che entra dalla finestra sembrano tipo le dieci... guardando l’orologio mi accorgo che...
<Max! Sono le undici e mezza!> Urlai scuotendola, mentre lei si limitò a nascondere la testa sotto il cuscino.
<Max!> Ripetei, togliendole il cuscino.
<Ehi! Lasciami in pace!> Blaterò sbadigliando. Che pigra!
<Dai alzati.> Dissi scavalcandola per andare di là. Possibile che si siano dimenticati di svegliarci?
Quando raggiungo il soggiorno trovo El seduta sul divano con Mike al suo fianco... si stavano baciando... ma perché Mike non è a scuola?
<Mh hm> Mi schiarisco la voce per fargli accorgere della mia presenza.
Quando li vedevo baciarsi sentivo questo strano senso di disgusto... non che non stessero bene, è solo un mio problema.
Si staccarono quasi subito.
<Perché non ci avete svegliato? Dove sono mamma e Jonathan?> Chiesi costringendomi a guardare El per non guardare Mike. Era
<Ehm... Ieri non ti hanno detto che oggi e domani la scuola sarà chiusa? C’è lo sciopero.> Disse lei leggermente imbarazzata poiché avevo interrotto un momento intimo.
<Ah, ok.> Dissi.
<C’è la colazione in cucina, per te e Max.> Disse lei sorridendo. Io ricambiai il sorriso ringraziandola mentre tornai di là da Max.
Ripensai a come avevo visto Mike... sembrava così preso da quel bacio... una fitta mi colpì lo stomaco. Cosa credevo? È ovvio che si sarebbero rimessi insieme. Entrai in camera sbattendo la porta, senza farlo apposta.
<Ehi... che succede?> Disse Max venendo verso di me.
<Niente... sto bene> Mormorai più a me che a lei.
<Farò finta di crederti solo perché non reggerei altre tristezze> Disse imitando una caduta da sfinimento. Io scoppiai a ridere date le sue altissime qualità da attrice, sul serio, era bravissima.
<Ok, ok. Quindi come ti senti?> Chiesi riferendomi a quello che era successo ieri. Beh, era stato molto strano...

<Will, è finita> Disse Max entrando in lacrime in camera mia, accasciandosi con la schiena alla parete. Mi alzo subito e le vado vicino.
<Cosa..? Max, stai tranquilla, ok?> Dissi per rassicurarla, ma lei non sembrava smettere di piangere.
<Ho lasciato Lucas definitivamente... e ora ho paura... non so perché...> Biascicò tra le lacrime, coprendosi il viso con le mani. Oddio... che situazioni di merda oggi...
<Devi stare tranquilla, va tutto bene> Dissi per rassicurarla. Lei mi avvolse cautamente con le braccia a sé, e io la strinsi forte. Non sapevo cosa fare in questi casi...
<E se rimarrò da sola? Io...> Sussurrò ancora stretta a me.
Io mi sciolsi dall’abbraccio e mi posizionai davanti a lei.
<Ascolta, Max. Tu sei stata una delle poche a starmi sempre vicina, soprattutto in questo periodo, e io... insomma, non ti lascerò sola. Non sarai mai sola, è una promessa.> Dissi. Lei fece un sorriso sotto quel velo di lacrime.
Bastò un battito di ciglia per ritrovarmi le sue labbra sulle mie. Ma cosa..? Mi ritrassi quasi subito guardandola confuso. Lei chiuse forte gli occhi come quando ci si accorge di un errore, ma è troppo tardi.
<S-scusa Will... io...> Cominciò lei spaventata ma la interruppi
<È ok... tranquilla...> Dissi. Ditemi che non può essere vero. L’avrà fatto soltanto perché è triste e non ragiona, vero? Perché magari si sente sola e... oddio, non lo so.
<Io... solo... non stavo ragionando...> Farfugliò nervosamente.
<Lo so... ok.> Dissi.
Ok, bene. Adesso sì che sono imbarazzato.
<Will... posso chiederti di dimenticare tutto questo? Insomma io non ci stavo con la testa... mi dispiace> Chiese e io annuii.
<Certo> Dissi infine.

Dopo lei sembrò essersi calmata un po’ mentre eravamo sul mio letto a parlare di varie cose. Avevamo giocato a qualche gioco da tavolo, finché lei non si era stufata di perdere ogni pedina a dama, nonostante io abbia fatto delle mosse stupidissime per fargliela più semplice. Probabilmente aveva la testa da qualche altra parte, o semplicemente era scarsa a dama...
<Posso dormire qui con te?> Chiese supplicandomi con lo sguardo.
<Certo, se vuoi.> Dissi. Infondo gli amici dormono insieme, no?
Poi mi dispiacerebbe dirle di no e venderla tornare triste e sola in camera.

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