1.1 - SGUARDI

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PREMESSA💞
Ciao! Premetto che tutto è ambientato a Hawkins, ma, Joyce ha deciso di non trasferirsi! Spero che la storia vi piaccia, e in caso avete qualche consiglio sarò felice di sentirlo! Grazie❤️

2 marzo, 1986
L'aria nello scantinato si faceva viziata, mentre io, mi sentivo come sempre inadatto.
È vero, sono io ad avere problemi con me stesso, ma vedere lui qui, con quello sguardo perso negli occhi di lei, mi faceva stare male. Sentivo un dolore che nasceva dallo stomaco e si espandeva in tutto il corpo, lasciandomi soffrire in silenzio.
<Scusate... Io... È meglio se vado...> Farfugliai, poi presi le mie cose e mi diressi verso l'uscita di casa Wheeler.
I loro occhi erano puntati su di me confusi.
Non volevo allontanarmi da loro, ma solo non vedere Mike così con.. ehm... mia sorella?
El era diventata la mia sorellastra, e era davvero una brava persona, cioè era molto simpatica. Poi era forte.
Eppure non capivo questa gioia di Mike nel vederla così spesso.
Dopo la morte di Hopper quei due non si separano neanche un attimo. Pensai, sentendo il mio stomaco contrarsi ancora di più.
<Will!> Mi chiamò Mike, ma feci finta di non sentirlo. Non adesso.
<Ciao Karen, grazie di tutto...> Dissi aprendo la porta di casa, mentre incrociai velocemente lo sguardo con quello della donna.
<Will, ma tua madre non ti ha detto che oggi ceniamo insieme?> Disse Karen allargando di più il suo sorriso.
Me l'ero dimenticato... O forse lo avevo tolto dalla mente perché non volevo che accadesse.
Sorrisi come per chiederle scusa...
<Will! Dove vai?> Chiese Mike spuntando dalla porta che dava sul piano inferiore.
<Vado... ehm... a prendere un po' d'aria> Dissi uscendo e facendo attenzione a non incrociare lo sguardo di Mike. Ne avevamo passate molte quell'estate, ma eravamo ancora una volta qui, ancora una volta uniti.
<Vengo con te.> Disse lui infilandosi una felpa blu. Poi si allacciò una scarpa e si alzò. Sorrise.
Non potendo dire di no, sbuffai e mi diressi verso l' uscita.
Non è che non volevo stare con lui, ma, quando stava con El, era così...
<Will che succede?> mi chiese Mike interrompendo i miei pensieri.
<Sto bene. E sono stufo di ripeterlo.>
<Oh... sei di malumore oggi, eh?> chiese sorridendo.
Mi ero seduto sul prato davanti casa sua e lo osservai meglio. I suoi capelli, dapprima lisci, ora erano un po' più ricci, i suoi occhi marroni avevano assunto un'espressione un po' confusa. <No, solamente che... Mi dà fastidio essere il quinto incomodo.> Dissi senza avere paura della mia affermazione. Infondo è normale.
E poi soprattutto ora che Dustin non c'era, ero ancora più messo da parte.
<Ma dai! Ancora con questa storia? Piuttosto vuoi fare una passeggiata?> Disse lui cambiando argomento e prendendomi la mano.
La sua mano era calda e teneva saldamente la mia, fragile e fredda.
<Cavolo Will, hai freddo?>
Sorrisi, pensando che Mike era l'unico che poteva davvero capire come stavo.
<Non molto> Risposi noncurante.
Lui mi sorrise e si tolse la felpa porgendomela. Ero felice all'idea di avere indosso la sua felpa per un po', ma non volevo che lui sentisse freddo.
<Poi senti freddo tu, quindi no grazie.> Dissi spostandolo delicatamente.
<Dai Byers! Prendi 'sta felpa> Disse prendendomi la mano e costringendomi a prenderla.
<Ok...> Sospirai indossandola.
<Sai Will, è vero che sto molto con El, ma anche tu sei importante, credimi.> Disse lui, tenendo un contatto visivo molto intenso.
Il mio battito accellerò di un po'.
I suoi occhi fissi sui miei e io che non riuscivo a non continuare di guardarli. Il suo viso si colorò di rosso e distolse lo sguardo come per non farlo notare.
Io, un po' imbarazzato guardai altrove. La primavera stava arrivando, pensai notando le persone che ormai uscivano con i cappotti meno pesanti.
Hawkins non è mai stata una città calda.

Poi lui ruppe il silenzio, cambiando argomento: <Sai Will, dovremmo andare all'Arcade uno di questi giorni.>
Era bello giocare con Mike all'Arcade. E poi staremmo stati un po'insieme, dato che stava perennemente con lei.
<Ehm... certo!> Dissi.
Ma nonostante la mia felicità, la mia voce era influenzata dalla sua presenza che mi agitava molto.
Non era un'agitazione normale, non avevo provato questa sensazione con nessuno.
Sentivo una sorta di blocco,  e qualcosa che quasi quasi non mi faceva riuscire a parlare.
Il problema è che questa cosa, era strana, e non capivo bene cosa fosse.
O meglio, volevo evitare di capirlo. Volevo solo far restare tutto com'era, ma io, strano come al solito, ero cambiato. Non capivo chi fossi, e forse l'unico che mi capiva era proprio lui, Mike.

Alla fine, non stavamo passeggiando, ci eravamo seduti lì sulla distesa verde davanti casa di Mike. Sentivo il suo sguardo su di me e strappai un filetto d'erba.
Posai lo sguardo su Mike, sempre così bello.
Ora aveva uno sguardo un po' sperduto, mentre guardava davanti a sé.
Successivamente, sentii la sua mano cercare la mia, per poi prenderla.
<Will, Will, che succede? Sei strano ultimamente...> Chiese avvicinandosi un po'più a me, sentivo il suo fiato sul mio viso.
<S-sto b-bene...> Provai a dire, ma la mia voce mi tradí nuovamente.
Non sapevo mentire, per di più non a Mike.
Non stavo bene, mi sentivo diverso, sbagliato, e con lui davanti, mi sbattevo da solo i miei sentimenti in faccia.
<Will, non mi mentire, che succede?> Disse avvicinandosi. Ok, eravamo molto vicini. I suoi capelli ricciolini mi sfioravano la fronte dandomi una sensazione di estrema calma. Iniziai a respirare più normalmente. Lui era ancora in attesa di una risposta.
<Will...> Iniziò Mike e io mi alzai in piedi. Tutti si preoccupavano per me... Mi trattavano come se fossi diverso... e ora anche Mike, anche il mio migliore amico, mi trattava così.
Quando mi chiedevano come stai, non intendevano veramente questo. Intendevano: niente di strano?

<Ti ho detto che sto bene!> Urlai senza neanche rendermene conto.
Sul suo viso comparve un'espressione interrogativa. Forse non stava capendo perché ora lo stessi trattando così. In realtà, non lo sapevo bene neanch'io. Solo che a volte mi sentivo così strano quando ero con lui, e sapere che invece lui magari non provava niente, mi faceva arrabbiare.
Però sono stufo che non posso essere nemmeno pensieroso che la gente si preoccupa per me, come se fossi ancora quel bambino sperduto nel sottosopra, o posseduto dal Mind Flayer.
<Beh, e io non ti credo! Dici sempre che stai bene!> Ribattè secco lui.
Per quelle parole mi scese una lacrima. E un vuoto nel petto mi lasciò una fitta dolorosa. Forse mi capiva anche troppo.
E poi, ero anche così prevedibile?
Intanto si era alzato e si era allontanato un po'da me. Anche se sentivo ancora il suo profumo molto vicino.
Ah, in effetti era perché avevo la sua felpa.
Quel profumo sapeva di lavanda e dava una pace incredibile. Forse non laverò mai più questa maglietta che indosso.
<Forse perché sto sempre bene...> Dissi troppo presto. Non avevano senso quelle parole, dette da una persona che piangeva.
<Bene, quando avrai finito di mentire, io ti parlerò.> Girò su se stesso e rientrò dentro casa.
<Sì! Vai a limonare ancora un po' con lei, eh?> Subito dopo averlo detto mi pentii, ne avevamo già parlato l'estate scorsa, e non avevo neanche io la voglia di litigare di nuovo su questa cosa.
Lui si fermò di colpo davanti la porta di casa.
<Ne abbiamo già parlato, Will.>
Disse calmo. Ma io ero tutt'altro che calmo.
Qualcosa mi diceva che stavo sbagliando, che non avrei dovuto essere arrabbiato, altrimenti...non so. Perciò non risposi a Mike e mi precipitai verso la mia bici.
Ma qualcuno che afferrò il mio braccio. Sapevo che era lui.
<Ti prego, Will. Non andare...> Disse infine. Eravamo nuovamente vicini.
Dio solo sa, quanto avrei voluto azzerare quella distanza tra noi.
Cosa... cosa sto pensando? Imbarazzato distolsi il mio sguardo dal suo, pur sapendo che lui non poteva sentire i miei pensieri.
Guardai l'erba sotto i miei piedi.
Merda.
Lo avevo desiderato di nuovo.
Avevo desiderato per l'ennesima volta che Mike mi baciasse.

Ciao!
Grazie se siete arrivati fin qui.❤️🌼
Fatemi sapere se vi piace o se c'è qualcosa che non vi piace, per me è un piacere sentirvi!💞
BUONA LETTURA

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