1.8 - NIENTE PIÙ INCUBI

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13 marzo 1986
<Mamma, posso restare da Mike?> Chiesi al telefono a mia madre.
Tutti ormai se n'erano andati ed eravamo rimasti solo io, Mike e El.
<Sì certo. Resta anche El, vero?> Domandò quasi certa.
<Ehm... in realtà, no.>
<Oh... Ok, vengo a prenderla... Ma è successo qualcosa?> Disse.
<No, solamente che vogliamo passare una serata tra ragazzi, tutto qui. Ora vado, ciao!>
<Ciao tesoro! Non fare arrabbiare Karen!> Disse lei, mentre io scoppiai a ridere. Far arrabbiare Karen?
<Tranquilla> ridacchiai mentre chiusi la telefonata.
<Allora?> Chiese Mike speranzoso.
<Ha detto di no...> Dissi per vedere la sua reazione. Ma lui non mi credette e scoppiò a ridere.
<È per questo che ridevi?> Chiese lui. Ridacchiai anch'io.
<Beh allora che dire... Fate i bravi...> Disse El un po' triste. Cos'aveva?
<Ehy, è successo qualcosa?> Chiese Mike a El, prendendole la mano.
<No, è tutto ok.> Disse lei facendo spallucce e un sorrisetto più depresso che felice.
C'era chiaramente qualcosa che non andava.
Però non volevo che magari il problema fosse Mike, e costringerla a parlare davanti a lui. Le parlerò quando torno a casa, mi promisi.
Poi lei si alzò sulla punta dei piedi per raggiungere le labbra di Mike che baciarono immediatamente le sue.
Distolsi lo sguardo, guardando il pavimento.
Dopo sentii lo stridolio dei freni e guardai dalla finestra. Era la macchina di mamma.
<El! È arrivata Joyce!> Ci avvertì Karen.
<Arrivo> Disse lei salutandoci.
<Che vogliamo fare?> Disse Mike sorridendo, mentre mi prese la mano e mi condusse in camera sua.
Poi si buttò di peso sul letto, che scricchiolò appena, mentre guardò il soffitto.
Io mi sdraiai accanto a lui.
Sentivo il suo profumo, di lavanda, che mi fece sorridere involontariamente.
<Perché ridi?> Disse lui sorridendo, girandosi su un fianco verso di me.
<Non stavo ridendo, stavo sorridendo. È diverso>
Lui girò gli occhi con fare scherzoso, poi puntò nuovamente il suo sguardo su di me. Ma a un tratto si intristì.
<Che è successo?> Chiesi crucciando la fronte.
<Niente...> Sospirò guardando nuovamente il soffitto.
<Solo che a volte vorrei...fare delle cose che non posso fare.> Disse.
<Tipo cosa?> Chiesi un po'incerto.
Quali cose?
Lui si avvicinò un po' più a me. Dei brividi mi travolsero il corpo, lasciandomi una sensazione strana. Lo stomaco era in subbuglio. Troppe emozioni tutte insieme, pensai. Devo calmarmi.
<Beh cose, non importa quali> Disse ritornando a guardarmi.
Lo imitai fissando i suoi occhi scuri e profondi.
<Buon salvataggio, Mike. Hai perfettamente evitato di dirmi a cosa pensi.> Lui scoppiò a ridere. Era così bello quando rideva.
<Ma no, non dire così.> Sospirò.
<E poi pure io voglio sapere a cosa pensi tu> Aggiunse indicandomi, toccando con l'indice il mio petto. Un brivido mi passò per la schiena.
Se sapesse a cosa penso, cosa direbbe? Probabilmente finirebbe la nostra amicizia e sarebbe imbarazzante parlargli.
<Ora però non parli?> Disse facendo un sorrisetto obliquo, risvegliandomi dai pensieri.
<Scusa...> Dissi.
<Da quanto ti piace Jen?> Disse cambiando argomento, e aveva fatto bene, dato che sembrava svantaggioso a tutti e due.

A cosa pensa Mike? Quali cose? In un certo senso speravo che almeno in uno di quei pensieri ci fossi io, anche sapendo che probabilmente non c'ero in nessuno o solo in quelli dedicati agli amici.
E in un certo senso, dovevo capirlo.

<Jen... Veramente non da molto...> Sospirai. <Ok...> Disse.
Oggi era un po'strano, veramente. Era successo qualcosa con El? Ma prima si sono baciati...
E con Max? Oggi era strana.
Boh...
<Perché questa domanda?> Chiesi.
<Te l'ho detto. Non mi piace.> Disse un po'freddo. Se sapesse che non è Jennifer a piacermi...
<Insomma... quanto la conosci?> Disse lui lasciando cadere rumorosamente una mano sul letto.
<Beh siamo amici, non come sono con voi, ma comunque amici. E poi la conoscerò meglio prima di prendere qualunque decisione> Farfugliai.
Non mi sarei mai fidanzato con Jen, non volevo farla soffrire. Anche perché se mi sono sentito uno stronzo a mentire a Mike e a lei. In realtà non avevo nessuna voglia di andare a quel ballo. Volevo solo deprimermi sul letto, pensando a Mike che balla stretto a El.

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