1.2 - SOGNI

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7 marzo 1986
<Will! Will! Svegliati!> Disse qualcuno scuotendomi per riuscire a svegliarmi.
<Chi cavolo è?> Mi lamentai sbuffando.
Ero molto stanco, perché questa notte ero troppo scosso per dormire. Avevo pensato a Mike tutto il tempo e avevo desiderato di averlo fuori dalla testa per un po'. E poi dalla stanchezza ero crollato.

<Sono io, El.> Disse lei.
Uffa, non ero di buon umore e di certo lei, anche se inconsapevolmente, mi irritava. Magari era perché lei aveva tutto ciò che si può desiderare e io niente.

<Oggi non è sabato? Non si va a scuola...> Dissi assonnato mentre mi alzai piano dal letto.
<Si beh, ma sta arrivando Mike... e sarebbe carino che gli parlassi... dice che non parlate da giorni...> Mike aveva detto questo? A El?
<Cos...> Iniziai ma lei mi interruppe: <Shhh, Will io vado da Max, voi parlate.> Disse sorridendo e uscendo dalla stanza. Mi guardai intorno per abituare gli occhi alla luce.
La camera era un disastro e c'erano ancora l'agenda e i miei colori sparsi sul tappeto.
Mi alzai subito per togliere l'agenda sulla quale disegnavo.
"Cavolo spero che nessuno l'abbia aperta" pensai, guardando attentamente i miei disegni, come per cercare dei segni di qualche intruso. Ma niente. Nessuno l'aveva presa. Tirai un sospiro di sollievo e mi diressi verso l'armadio.
<Hey Will?> Disse una persona da dietro la porta. La voce era inconfondibile. Era quella di Mike. Mi accovacciai velocemente e misi l'agenda sotto il letto.
<Cosa nascondi?> Disse Mike che era entrato ed era sull'uscio della porta.
Mi immobilizzai per qualche secondo. L'idea di Mike che vedeva i miei disegni mi spaventava... La maggior parte era riguardante lui.
<Ehm...niente. Ovviamente.> Parlai molto velocemente, mi sembrò quasi di non aver respirato.
<Ah, ora non mi eviti più?> Chiese lui sorridendo.
Prima di rispondergli, guardai per un secondo le sue labbra, erano un po'screpolate e rosse, chiaramente in contrasto con la sua carnagione chiara.
<Non ti ho mai evitato.> Affermai sicuro sedendomi sul letto. Lui avanzò, e si sedette accanto a me.
<La verità è che mi sei mancato...> Disse lui, scatenando una tempesta di reazioni in me. Il battito accellerò e sentivo costantemente il rumore di esso nella mia testa. Quasi mi dava fastidio. Un brivido mi percorse la schiena. E fu adesso che ricordai il sogno di questa notte.

<Will!> Era Mike, Che correva verso di me, sembrava strano... un po'agitato.
<M-Mike? Cos'è successo?> Chiesi.
Lui si era fermato davanti a me.
In quel momento sentii le solite reazioni e una voglia irrefrenabile di baciarlo. A volte mi vergognavo delle mie emozioni, ma col tempo ci ero abituato.
<Will, tu credi davvero che tra noi ci sia solo amicizia?> Disse lui prendendomi la mano.
Io ero come paralizzato, sentivo nuovamente quei battiti accellerati. Stava dicendo sul serio? Forse mi stava facendo uno scherzo.
Lo guardai bene, sembrava serio.
Avrei voluto dire di no, ma avevo paura...
<C-cosa? M-Mike...> Un brivido mi pervarse tutto il corpo. Osservai il suo viso, a pochi centimetri dal mio, che mi guardava a sua volta.
<Will... io...-so solo che tu sei... sei troppo importante...>
Fece un passo in avanti. Ora riuscivo a sentire il suo profumo.
Chiusi gli occhi, sperando di rimanere in quella posizione per sempre.
E proprio in quel momento, sentii le sue labbra sfiorare le mie, prima un po' insicure, poi più decise... Non mi sentivo più le gambe, sembra di essere in paradiso... Nella mia testa questo bacio durò un'eternità. E in un certo senso avrei voluto tanto che lo fosse durato.

<Will, tutto ok?> Disse Mike svegliandomi da quel ricordo improvviso. Annuii non sapendo fare altro.
<Anche tu, mi sei mancato...> Dissi stendendo la schiena sul letto. Lui fece lo stesso.
Il mio respiro si fece più profondo, mentre il suo sguardo cadeva sul mio pigiama.
Cavolo, ero ancora in pigiama!
Ma dopotutto, Mike era il mio migliore amico, e non avrei dovuto preoccuparmi.

<Aspetta...> Disse lui, allungando una mano per slacciare il primo bottone del pigiama. Al suo tocco mi venne la pelle d'oca, e per un secondo ho odiato la mia pelle per far trasparire così evidentemente le mie emozioni.
Come sempre, la sua mano era calda e col suo solo tocco, ora avevo caldo anch'io.
<Molto meglio> Disse lui sorridendomi.
<Grazie> aggiunsi poco dopo, arrossendo.
Non capivo perché l'aveva fatto, ma va bene così.

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