1.28 - SEMPRE

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24 Aprile 1986
Cosa cavolo era successo ieri?
Avevo ancora la mente confusa, quasi non riuscivo a collegare i fatti.
Dopo quello che è successo con Mike, la litigata con gli altri sembrava non contare più niente.
Eppure avevo sempre questo peso. Insomma è da appena mi sono svegliato che El mi ignora, e ora, che stiamo facendo colazione, non fa altro che lanciarmi occhiatacce minacciose.
<Tutto bene?> Chiese caldamente mia madre, poggiando una mano sulla spalla di El. Lei non spostò lo sguardo dal piatto.
<Ho lasciato Mike> Disse, puntando gli occhi su di me. Non vorrà dirglielo, vero?
<Oh... mi dispiace molto tesoro> Disse mamma dispiaciuta.
<Mi ha tradita. È stato un vero str...-stupido> Disse, correggendosi poiché sapeva che Joyce odiava le parolacce. Credo che in un certo senso le ricordassero Lonnie, e di quando le gridava a gran voce, e io scappavo di casa per ripararmi nel fortino.
Ma adesso la realtà era cambiata: non potevo più scappare. Ogni cosa dovevo affrontarla anche se avrei rischiato di farmi male.

Poi El si alzò da tavola, correndo in camera sua, e mi resi conto di non aver più seguito il discorso.
<Che cos’è successo?> Dissi leggermente impaurito che El avesse detto tutto.
<Non lo so, se n’è andata all’improvviso... puoi provare a parlarci?> Chiese mamma.
<Ci proverò> Dissi. Avevo davvero intenzione di parlare con lei, ma magari la lascio calmare un po’...
<Sì però dopo, ora preparati per la scuola!> Annunciò lei.
<Ok...> Risposi.

<Will!> Mi chiamò una voce fin(n) troppo familiare, prima di sentire quel qualcuno afferrarmi il polso.
<Mike ma che...> Sussurrai. Lui fece una risatina, mentre non si azzardava a fermarsi.
Arrivati al bagno, entrò nell’ultimo della fila, e chiuse a chiave la porta.
<Cos-> Dissi leggermente confuso, venendo interrotto dalle sue labbra sulle mie. Posai la mia mano sulla sua guancia, sentendo il mio cuore iniziare a battere più velocemente.
La mia schiena era poggiata contro le piastrelle del bagno, e lui mi teneva intrappolato tra se stesso e esse.
Dopo scese lentamente fino base del collo, risalendo nuovamente alle labbra. Ad ogni suo bacio sentivo mille brividi invadermi il corpo.

Così infilai una mano tra i suoi capelli, erano così morbidi...
Nel bacio, abbassò il coperchio del water sedendocisi sopra.
<Siediti> Disse, indicandomi di sedermi sulle sue gambe.
Obbedii subito, ricominciando a baciarlo ma questa volta più intensamente. Sentivo caldissimo, perciò mi tolsi la felpa, buttandola a terra.
Lui posizionò una mano sul mio fianco, mentre l’altra sulla coscia, provocandomi un piccolo gemito.
Intanto la campanella suonò per avvisare l’inizio delle lezioni, ma non volevamo smettere.
Lui si fermò per prendere fiato, mentre si sfilava la maglia, e io sfilavo la mia.
Restai un’attimo a guardarlo come incantato, mentre sentivo il tessuto dei miei jeans espandersi.
Merda, mi sembra di aver sognato tutto questo da una vita.
Lui mi baciò e io, iniziai a scendere dalle sue labbra sempre più in basso, e quando ero arrivato in una zona dove non si sarebbe potuto vedere, iniziai a succhiare un lembo di pelle, sentendo che dalla sua bocca uscivano piccoli gemiti di piacere.
<Will... merda... dobbiamo... fermar-fermarci> Disse tra un bacio e l’altro. Mi staccai dalle sue labbra leggermente confuso. Non volevo fermarmi... insomma ho aspettato questo momento da una vita!
<Dai, non fare quella faccia! Mi sto eccitando troppo e dobbiamo tornare in classe...> Disse sorridendomi e dandomi l’ennesimo bacio.
<O-ok> Dissi arrossendo e scendendo dalle sue gambe.

Presi dal pavimento i vestiti, disgustato dalla polvere. Beh, i bagni non erano molto puliti ma... meglio di altri bagni.
<Come ci è venuto in mente di lanciarli per terra?> Dissi mentre passai a Mike la sua maglietta, che prese osservandola attentamente.
<Già...> Disse scuotendola leggermente e io feci lo stesso. Intanto io mi misi la maglia e la felpa, non staccando però gli occhi da Mike. Era così perfetto...
<Will> Disse lui, facendomi spostare gli occhi dal suo petto ai suoi occhi.
<Sei bellissimo> Disse lui, facendomi arrossire e abbassare la testa.
<Anche tu> Risposi rilanciando un’occhiata al suo petto, mordendomi il labbro inferiore per placare l’istinto di saltargli di nuovo addosso.
<Comunque i miei occhi sono qui, in caso non te ne fossi accorto.> Ridacchiò Mike infilandosi la maglietta e indicandosi il viso.
<Dai! Scemo!> Farfugliai, sentendo il cuore letteralmente esplodermi nel petto.

°○◎※That Right Time※◎○°Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora