Capitolo 5

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Ecco, ora ero pronta...
Mi ero fatta una doccia ed avevo indossato la divisa della scuola... i capelli mi incorniciavano il viso con delle leggere onde e questo risaltava molto i miei occhi verdi smeraldo... Harry mi stava aspettando davanti all’entrata della Sala Grande... gli studenti erano arrivati circa una decina di minuti fa e stavano prendendo posto al tavolo della rispettiva casa... stavo scendendo le scale, quando notai che mio fratello stava discutendo con un gruppo di ragazzi... sulla divisa era raffigurato un serpente ed i colori verde ed argento... dovevano essere della casa di Serpeverde...
<< Come mai tutto solo soletto, Potter? Che c’è, hai litigato coi tuoi amici? >> chiese, in tono beffardo, una ragazza snella, dai capelli e gli occhi neri come la pece.
“Accidenti Pansy, perché non capisci quanto ti amo? Perché devi continuare a credere che Serpeverde e Grifondoro non possono cooperare? Che non si possono amare?” pensò, tristemente, mio fratello.
<< Allora Potter? Che c’è, il gatto ti ha mangiato la lingua? >> domandò un ragazzo, alto, dai capelli castani e gli occhi blu.
<< Per tua sfortuna no, Zabini... sto solo aspettando una persona... >> rispose Harry, a tono.
<< E chi sarebbe questa persona? >> chiese un altro ragazzo, che pareva un armadio.
<< Sono io >> risposi, scendendo l’ultimo scalino della rampa.
Tutto il gruppo si voltò di scatto verso di me, ammutolito... Harry ghignò, vedendo le facce dei maschi Serpeverde concentrati sulla mia figura... 
Mi affiancai ad Harry ed osservai tutto il gruppo, uno ad uno... oltre a Pansy Parkinson, vi erano altre tre ragazze che Harry mi presentò come Millicent Bulstrode, Daphne Greengrass e la sorella minore, Astoria... poi passai ai ragazzi, oltre a Blaise Zabini e Vincent Tiger, Harry mi presentò Theodore Nott, Gregory Goyle e...
“Oh mio Dio!” pensai, guardando l’ultimo ragazzo che mi stava fissando a sua volta.
Era alto, fisico perfetto, i capelli, biondissimi che parevano bianchi, che gli ricadevano sul viso, dandogli un aspetto davvero sexy e gli occhi... quegli occhi che assomigliavano al cielo in tempesta, talmente grigi da sembrare argento fuso...
“Angel, quello è il famoso Draco Malfoy” mi disse Harry, irritato dal fatto che non riuscissi a staccare gli occhi dal suo acerrimo nemico.
Ma, a mia difesa, nemmeno Draco Malfoy sembrava riuscire a staccare quei suoi fantastici occhi da me...
<< E lei chi sarebbe? La tua fidanzata? >> chiese la Parkinson e, dal tono della sua voce, potei constatare che fosse molto irritata della possibilità.
Notai che lo sguardo di Malfoy, al sentire quella frase, si velò di un sentimento che mai mi sarei aspettata, visto che non ci conoscevamo nemmeno... rabbia e... invidia...
<< No, non è la mia fidanzata... >> rispose Harry, passandomi un braccio intorno la vita e portandomi via dal gruppo di Serpeverde, prima che potessero fare altre domande.
Aspettammo che gli studenti del primo anno entrassero nella Sala Grande, preceduto dalla professoressa McGranitt e, poi, anche noi ci avvicinammo all’ingresso della sala...
<< Silente ci ha detto di entrare dopo averci annunciati... poi, verrai smistata in una delle quattro case... >> mi disse Harry, dolcemente.
In quel momento, sentii una voce che iniziò a cantare una canzoncina...

Forse pensate che non son bello,
ma non giudicate da quel che vedete
io ve lo giuro che mi scappello
se uno più bello ne troverete.
Potete tenervi le vostre bombette
i vostri cilindri lucidi e alteri,
son io quello che al posto vi mette
e al mio confronto gli altri son zeri.
Non c’è pensiero che nascondiate
che il mio potere non sappia vedere,
quindi indossatemi ed ascoltate
qual è la casa in cui rimanere.
E’ forse Grifondoro la vostra via,
culla dei coraggiosi di cuore:
audacia, fegato, cavalleria
fan di quel luogo uno splendore.
O forse è Tassorosso la vostra vita,
dove chi alberga è giusto e leale:
qui la pazienza regna infinita
e il duro lavoro non è innaturale.

Oppure Corvonero, il vecchio e il saggio,

se siete svegli e pronti di mente,
ragione e sapienza qui trovan linguaggio
che si confà a simile gente.
O forse a Serpeverde, ragazzi miei,
voi troverete gli amici migliori
quei tipi astuti e affatto babbei
che qui raggiungono fini ed onori!
Venite dunque senza paure
e mettetemi in capo all’istante
con me sarete in mani sicure
perché io sono un Cappello Parlante!

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