Capitolo 14

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<< Buona notte, Angel >> mi augurò Hermione, uscendo dalla stanza per andare da Ron.
Ginny aveva già raggiunto Blaise da una mezzoretta circa e, ora, me ne stavo tranquillamente sdraiata sul mio letto pensando a quel pomeriggio... ad un tratto, la porta della stanza si aprì, facendo entrare Draco...
Mi ero messa a sedere sul letto e stavo per porgli una domanda, quando mi baciò con passione, impedendomi di parlare... mi fece distendere, sempre senza interrompere il bacio e si posizionò sopra di me...
Quando ci staccammo, per prendere fiato, potei finalmente parlare...
<< Che ci fai qui e come sei entrato nella torre di Grifondoro? >> gli chiesi, curiosa e felice di vederlo lì, con me.
<< Harry mi ha rivelato la parola d’ordine... sapevo che non saresti venuta da me, stanotte, perciò sono venuto io... non riesco a stare senza di te nemmeno per cinque minuti, figuriamoci se resisto una notte intera! >> esclamò, ricominciando a baciarmi.
Ci baciammo per non so quanto tempo, poi, quando Draco si sdraiò al mio fianco...
<< Non voglio che tu combatta alla battaglia finale... >> dissi, guardandolo negli occhi.
Draco sospirò, passandosi una mano tra i capelli...
<< Te l’ho già spiegato... non voglio starmene con le mani in mano e lasciare che tu rischi la vita... ti amo troppo per starmene da parte... combatterò al tuo fianco e, insieme, riusciremo a sconfiggere Voldemort ed i suoi seguaci, riportando la pace nel mondo magico... >> mi rispose.
Gli sorrisi e mi abbassai su di lui, baciandolo sulle labbra...
<< Anch’io ti amo troppo, per questo non voglio che tu combatta... non riuscirei a sopportare il fatto che ti possa accadesse qualcosa, mentre cerchi di difendere me e gli altri... >> gli dissi, carezzandogli il viso.
Draco chiuse gli occhi e si lasciò carezzare gentilmente da me... le mie mani percorrevano, lente e leggere, il suo viso e, arrivata alle sue labbra, feci passare un dito su di esse... 
Draco sorrise ed aprì gli occhi, fissandoli nei miei... alzò una mano e la posò sulla mia guancia, facendola, subito dopo, scivolare tra i miei capelli per far si che i nostri visi si avvicinassero l’uno all’altro...
<< Ti amo >> mi sussurrò, prima di baciarmi con desiderio.
Ricambiai appieno il suo bacio e mi lasciai andare alle sue attenzioni... le sue mani mi privarono dei vestiti e dell’intimo, così come le mie fecero lo stesso con lui... le sue labbra baciavano ogni tratto della mia pelle nuda, mentre le sue mani, sapienti e delicate, seguivano il profilo del mio corpo, scatenandomi emozioni sempre più potenti... le mie mani erano tra i suoi capelli biondi, mentre le mie labbra baciavano e mordicchiavano la pelle della sua spalla...
<< Draco... >> sussurrai, con voce flebile, dopo un tempo infinito.
Lui fissò i suoi occhi argentei nei miei smeraldo e mi baciò dolcemente, prima di unire i nostri corpi l’uno all’altro... lo sentii entrare in me ed il mio corpo s’inarco contro il suo, facendomi sospirare di piacere... Draco rimase fermo qualche minuto, assaporando, insieme a me, la sensazione di sentirci l’uno parte dell’altra e continuando a baciarmi con passione... dopo un momento che mi parve eterno, iniziò a muoversi in me... le sue spinte erano dolci e lente, ma, con l’avvicinarsi del piacere estremo, si fecero sempre più veloci e passionali...
<< Draco >> gemetti, quando sentii che la fine era vicina.
<< Angel >> mi chiamò lui, venendo in me e crollando, sfinito e felice, su di me.
Le mie braccia lo strinsero contro il mio corpo, mentre le sue facevano lo stesso col mio...
<< Ti amo, Draco... >> sussurrai, riacquistando un tono di voce calmo.
<< Anch’io ti amo, Angel... >> mi sussurrò di rimando, uscendo da me e sdraiandosi al mio fianco.
Poggiai la testa sul suo petto e lasciai che le sue braccia mi stringessero a sé...
<< Dormi, amore mio... >> mi disse Draco.
Chiusi gli occhi e mi addormentai, avvolta dalle braccia dell’unico uomo che avessi mai amato...
La mattina seguente, quando mi svegliai, Draco era già tornato al suo dormitorio... guardai l’ora e notai che erano già le otto meno venti...
“Fortuna che è sabato...” pensai, chiudendo di nuovo gli occhi.
Sentii la porta aprirsi, così mi voltai per vedere chi fosse entrato...
<< Ops, scusa! >> esclamò mio fratello, girandosi verso l’uscita.
Chiuse la porta e continuò a stare voltato verso di essa...
<< Ehm, noto che hai passato una piacevole serata... >> mi disse, imbarazzato.
<< Eh, si... in effetti... comunque, si usa bussare prima di entrare! >> esclamai, rossa in viso, mentre scendevo dal letto, avvolta dal lenzuolo.
<< Pensavo fossi già sveglia e pronta, non immaginavo di trovarti ancora... ehm... insomma, non pensavo di trovarti ancora a letto! >> esclamò di rimando.
<< Ero stanca... >> sbottai, prendendo le mie cose ed andando in bagno.
<< Chissà cosa ti avrà mai stancata... >> borbottò lui.
<< Guarda che ti sento! E, comunque, fare attività fisica fa consumare energie... >> mi giustificai.
<< Soprattutto QUELLA attività fisica... >> mi stuzzicò Harry, malizioso.
<< Non fare il Santo di turno... scommetto che se chiedessi a Pansy mi risponderebbe che sei insaziabile... magari anche più di Draco... >> gli dissi, maliziosa ed uscendo dal bagno.
<< Touché! >> esclamò, alzando le mani in segno di resa.
Uscii dalla mia stanza con Harry e ci dirigemmo, insieme, in Sala Grande per la colazione...
<< Allora, come mai sei venuto in camera mia? >> gli chiesi, prendendo posto dinanzi a lui.
<< Volevo parlare un po’ con te... riguardo il Diadema di Corvonero... >> mi rispose.
Mi versai del succo di zucca e guardai mio fratello...
<< Hai scoperto qualcosa? >> gli domandai, attenta.
<< Stamattina, mentre tornavo da... >> lasciò la frase in sospeso, ma non riuscì a trattenere il pensiero.
Alzai un sopracciglio e guardai mio fratello, divertita...
<< Da che pulpito è venuta la predica, questa mattina... ci hai dato dentro eccome con Pansy, STANOTTE... >> lo canzonai, ridendo di gusto.
Harry arrossì, prendendo una fetta di pane tostato ed iniziando a gustarla...
<< Comunque, stavo tornando alla torre quando ho incontrato il professor Vitious... ho pensato che, visto che lui è il direttore della casa di Corvonero, potesse sapere qualcosa riguardo il Diadema >> continuò Harry.
<< Allora, ha saputo dirti qualcosa? >> chiesi, trepidante di conoscere la risposta.
<< Purtroppo no, mi ha detto che il Diadema venne perso secoli fa e che nessuno l’ha più trovato... gli ho chiesto se qualcuno l’avesse mai visto e lui mi rispose, testuali parole, “nessuno a memoria d’uomo”... >> rispose Harry.
Questa risposta fece scattare qualcosa in me...
<< Stai pensando quello che sto pensando anch’io, fratellino? >> gli chiesi, con un sorriso furbo.
<< Oh si, sorellina... >> mi rispose lui, con lo stesso sorriso.
Ci alzammo di scatto, mentre i nostri amici stavano prendendo posto accanto a noi...
<< Ehi, perché tutta questa fretta? >> chiese Ron, osservandoci curioso.
<< Ve lo spieghiamo dopo... >> rispose Harry, prima di iniziare a correre fuori dalla Sala Grande, con me al fianco.
Prima di uscire, riuscii a vedere gli sguardi di tutti gli studenti, confusi e curiosi, fissi su noi due...
“Abbiamo dato un po’ troppo nell’occhio, fratellino” gli feci notare, continuando a correre per i corridoi della scuola.
“Abbiamo fretta, sorellina... prima troviamo il quinto Horcrux, meglio è...” mi disse Harry.
Quando girammo l’angolo scorgemmo il gargoyle che faceva la guardia allo studio del preside...
<< Pallini Acidi >> urlammo Harry ed io.
La statua rivelò le scale che portavano all’ufficio di Silente, così, quando fummo arrivati, salimmo di corsa i gradini e ci fiondammo nello studio, senza bussare... 
Silente stava leggendo dei fogli, quando Harry ed io irrompemmo nel suo ufficio, affannati dalla folle corsa...
<< Ragazzi miei, perché tutta questa fretta? >> ci chiese, tranquillo, il preside.
<< Professore, ci serve in prestito la spada di Godric Grifondoro... >> risposi, riprendendo fiato.
<< Certamente, ma, posso chiedere a cosa vi serve? >> ci domandò Silente, prendendo la spada da una teca posta sul muro dietro la sua scrivania.
<< Abbiamo trovato il Diadema di Corvonero... >> rispose Harry, trionfante.
Silente si voltò di scatto, la spada tra le mani e gli occhi che riflettevano la sua gioia alla notizia...
<< Davvero? E come avete fatto a trovarlo? Dov’è? >> chiese, felice, il preside.
<< Il luogo preciso ancora non lo sappiamo, ma siamo sicurissimi che si trova nel castello... >> risposi.
Silente mi porse la spada ed io la presi, osservandola affascinata... l’elsa tempestata di rubini e la lama lucente, su cui era inciso il nome del suo antico padrone...
<< Sono certo che non avrete bisogno di me, quindi vi auguro una buona fortuna... >> ci disse Silente, guardandoci uscire dal suo ufficio.
Arrivati ai piedi delle scale, Harry ed io ricominciammo a correre...
“Se Vitious ha detto che nessuno, a memoria d’uomo, ha mai visto il Diadema di Corvonero...” iniziò Harry.
“Significa che non dobbiamo chiedere ai vivi le informazioni che cerchiamo... ma ai fantasmi...” continuai.
In quel momento, trovammo il fantasma che ci serviva...
<< Sir Nicholas? >> chiamò Harry.
Il fantasma di Grifondoro si fermò, al sentir chiamare il suo nome e si voltò verso di noi...
<< Oh, miei giovani ragazzi... come mai tutta questa fretta? >> ci chiese Sir Nicholas.
<< Vorremmo chiederle una cosa... >> risposi.
<< Prego, a vostra completa disposizione... >> disse.
<< Ci può dire chi è il fantasma di Corvonero? >> domandò Harry.
<< La Dama Grigia... oh, eccola là... >> ci rispose, indicando una donna dai lunghi capelli alle nostre spalle.
Harry ed io ci voltammo verso l’altro fantasma ed iniziammo a correre nella sua direzione...
<< Scusi, è lei la Dama Grigia? Il fantasma di Corvonero? >> chiesi, cautamente.
La donna, semplicemente, annuì...
<< Vorremmo porle una domanda... >> iniziai.
<< Ci sa dire sa qualcosa riguardo al Diadema di Corvonero? >> chiese mio fratello, speranzoso.
<< Non siete i primi a chiedermi se so qualcosa del Diadema di mia madre... >> rispose lei, osservandoci con attenzione.
<< Sua... sua madre? >> domandò Harry, allibito.
<< Ma certo... ho letto su un libro che Cosetta Corvonero ebbe una figlia che venne uccisa da un Barone... Helena Corvonero... >> dissi, guardando il fantasma.
La donna annuì ancora, confermando le mie parole...
<< Rubai il Diadema a mia madre perché volevo diventare migliore di lei... lo nascosi nel tronco di un albero in Albania e, molti anni fa, un giovane ragazzo scoprì la mia vera identità e mi chiese di parlargli del Diadema... che sciocca che sono stata a fidarmi... >> disse il fantasma.
<< Non si deve sentire in colpa, Helena... Tom Riddle ha aggirato molte persone... >> la consolai.
Harry mi guardò...
<< Se Riddle ha trovato il Diadema e l’ha trasformato in un Horcrux... >> iniziò mio fratello.
<< Lo deve aver nascosto ad Hogwarts quando è venuto a chiedere a Silente di diventare il nuovo professore di Difesa Contro le Arti Oscure... >> dissi, ripensando al ricordo che Harry mi aveva mostrato.
<< Ora, la domanda è... >> cominciò Harry.
<< Dove l’ha nascosto? >> conclusi la domanda.
Rimanemmo a guardarci per alcuni minuti, poi...
<< La Stanza delle Necessità! >> esclamammo, all’unisono, Harry ed io.
Raggiungemmo velocemente il settimo piano e passammo per tre volte dinanzi alla stanza... comparve la porta ed entrammo in un luogo pieno di oggetti magici...
<< Guarda! >> esclamai, indicando una statua poco distante da noi.
Ci avvicinammo alla scultura raffigurante Cosetta Corvonero e, sopra il capo, portava...
<< Il Diadema perduto... >> dicemmo, in coro, Harry ed io.
Arrivammo davanti alla statua e guardammo la corona di Corvonero...
<< Un ingegno smisurato è per il mago un dono grato! >> dissi, leggendo quello che vi era scritto sul diadema.
Harry lo prese in mano e lo posò per terra, ai nostri piedi...
<< Facciamola finita, sorellina... >> mi disse, sicuro e determinato.
Insieme, affondammo la spada di Grifondoro nel Diadema di Corvonero e, questo, emise un urlo prolungato ed agghiacciante... quando tutto finì, dal Diadema fuoriusciva un liquido nero...
<< Deve essere il veleno del Basilisco... >> proposi, pulendo la corona dal liquido scuro e prendendola in mano.
<< Torniamo da Silente a dargli la buona notizia... >> disse Harry.
Uscimmo dalla Stanza delle Necessità e ci avviammo verso lo studio del preside... strada facendo, incontrammo i nostri amici, preoccupati per noi...
<< Harry! Angel! >> esclamarono tutti, appena ci videro.
<< Ma dove eravate andati a finire? >> chiese Hermione.
<< Perché Angel ha in mano una spada? >> chiese Blaise.
<< E perché Harry ha in mano una corona? >> chiesero Ginny e Ron.
<< Abbiamo appena distrutto il quinto Horcrux, con la spada di Grifondoro... >> risposi, indicando prima il Diadema e poi la spada.
I nostri amici rimasero a bocca aperta alla mia rivelazione...
<< Perciò, quello sarebbe il famoso Diadema di Corvonero? >> chiese Pansy.
<< Quello che era andato perduto? >> domandò Draco.
<< Venite con noi da Silente e, mentre ci dirigiamo al suo studio, vi spieghiamo tutto... >> disse Harry, avviandosi verso l’ufficio del preside.
Raccontammo tutto ai nostri amici e, quando giungemmo da Silente, dovemmo ripetere di nuovo la storia...
<< Davvero un ottimo lavoro, ragazzi... ora, visto che site tutti qui, vi comunico che, domani mattina, partirete TUTTI per il quartier generale dell’Ordine... >> ci comunicò Silente.
I nostri amici sorrisero, trionfanti, mentre Harry ed io ci guardammo negli occhi, sconfitti...
<< Cosa racconteremo ai nostri compagni ed ai professori? >> domandai.
<< I professori sanno tutta la storia, mentre ai vostri compagni parlerò io questa sera a cena... >> mi rispose Silente.
Ci congedammo dal preside e tornammo ai nostri dormitori, per preparare le valige... quando finii, mi venne un’idea folle... rimpicciolii la mia borsa e la misi in tasca...
<< Angel, ma che combini? >> mi chiese Ginny, confusa.
<< Stanotte non tornerò in dormitorio, quindi, meglio portarsi dietro tutto l’occorrente per essere subito pronti domani mattina... >> risposi, con nonchalance.
<< E sentiamo, dove avresti intenzione di passare la notte? >> mi chiese, maliziosa, Hermione.
<< Ma dal mio Principe delle Serpi, mi sembra ovvio! >> esclamai, avviandomi alla porta.
<< Ci vediamo a cena >> mi salutarono Ginny ed Hermione, prima di richiudermi la porta alle spalle.
Mi diressi verso i sotterranei, incrociando il professor Piton...
<< Professore? >> lo chiamai, ricordandomi di una cosa.
<< Si, signorina Potter? >> disse, voltandosi per guardarmi negli occhi.
<< Volevo porle una domanda... in privato... >> dissi, accennando al fatto che ci trovavamo in un corridoio dove tutti potevano origliare.
<< Mi segua... >> rispose il professore, dirigendosi verso il suo studio.
Quando giungemmo a destinazione, mi chiusi la porta alle spalle e mi voltai, fronteggiando Piton...
<< E’ una domanda un po’ insolita... >> iniziai, bloccandomi.
<< Continui... >> mi pregò lui, sedendosi alla sua scrivania.
<< Perché il soprannome “Principe Mezzosangue”? >> chiesi, curiosa.
Piton parve sbiancare alla mia domanda...
<< Come lo sa? >> mi chiese, nervoso.
<< Il professor Silente mi aveva prestato un libro di “Pozioni Avanzate” e, notai, era tutto scritto... vi erano annotazioni e correzioni riguardo ai procedimenti per creare le pozioni, ma non solo... vi erano anche incantesimi, scommetto inventati dal Principe Mezzosangue in persona... >> risposi, tranquillamente.
<< E cosa le fa pensare che sia io il Principe Mezzosangue? >> mi chiese Piton, sempre più nervoso.
<< Mentre facevo delle ricerche riguardante i miei antenati e quelli di Voldemort, ho scoperto, per caso, che una certa Eileen Prince aveva sposato un babbano, Thomas Piton... mi è bastato fare uno più uno per capire che lei, professore, è il figlio di Eileen Prince e Thomas Piton... >> risposi, calma.
Piton sapeva di non poter più nascondere la verità, così sospirò...
<< Si, sono io il Principe Mezzosangue e quello che tu hai usato era il mio libro di pozioni del sesto anno... >> disse.
<< Già a 16 anni era un ottimo pozionista... >> mi complimentai.
<< Era la mia materia preferita e sognavo di insegnarla, in un lontano futuro... >> mi rispose.
Parlammo qualche minuto, poi mi congedai e mi diressi verso la Sala Comune dei Serpeverde... dopo aver detto la parola d’ordine ed essere entrata nella sala, mi guardai intorno, cercando Draco...
<< Angel, come mai qui? >> mi chiese Pansy.
<< Cercavo Draco, l’hai visto? >> le chiesi.
<< E’ nella sua stanza... >> mi rispose.
<< Grazie, ci vediamo dopo... >> le dissi, avviandomi su per le scale verso la stanza del mio Principe.
Bussai ed entrai...
<< Amore, che ci fai qui? >> mi chiese Draco, stupito e felice nello stesso tempo.
<< Sorpresa... ho pensato che, visto che avrei passato la notte con te, avrei fatto meglio a portarmi il necessario nella tua stanza... per farmi trovare subito pronta domani mattina... >> gli risposi, prendendo la mia borsa dalla tasca dei jeans e riportandola alle giuste proporzioni.
<< Hai fatto benissimo, amore... >> mi disse Draco, avvolgendomi la vita con le braccia e baciandomi amorevolmente.
In poco tempo, fummo distesi sul suo letto... ci amammo per tutto il pomeriggio, finchè non ci dovemmo preparare per la cena... 
<< Ci vediamo domani mattina... >> salutammo Harry e gli altri.
<< Ci troveremo all’entrata alle sette in punto... >> ci avvisò Harry, avviandosi alla torre di Grifondoro con i nostri amici, Pansy compresa.
Blaise, Draco ed io tornammo nella Sala Comune dei Serpeverde e ci rimanemmo un po’, chiacchierando e scherzando animatamente...
<< Buona notte, piccioncini >> ci salutò Blaise, entrando nella sua stanza.
<< ‘notte >> rispondemmo Draco ed io.
Mano nella mano, entrammo nella stanza del Principe di Serpeverde... Draco mi abbracciò da dietro ed iniziò a baciarmi il collo...
<< Amore, sei insaziabile... >> dissi, ridendo.
<< Senti chi parla... >> riuscì a dirmi, prima di baciarmi sulle labbra.
Ci togliemmo i vestiti e ci sdraiammo sul letto, abbracciati... Draco mi carezzava la schiena, mentre io, con un dito, mi divertivo a disegnare linee immaginarie sul suo petto... ad un tratto, la mano di Draco fermò la mia, facendo incrociare le nostre dita... alzai lo sguardo e fissai i suoi occhi... 
Draco mi baciò con passione e si posizionò sopra di me... facemmo l’amore per tutta la notte, finchè non ci addormentammo, l’uno tra le braccia dell’altra...

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