T/n : tuo nome
T/c : tuo cognome
~~~~~~Non sapevo descrivere cosa provassi. Ogni giorno la stessa storia. Probabilmente ormai non provavo più nulla.
La scuola rappresentava il buio. Affondavo la testa tra le braccia appoggiate sul banco e aspettavo di sentire il suono della campanella.L'ambiente scolastico non era il massimo e per me, neanche le persone lo erano.
Non avevo stretto nessun tipo di legame con i miei compagni e per tutto il primo anno, nessuno di loro aveva mai provato qualche tipo di interesse nei miei confronti.
I professori mi avevano definita "timida" oppure "introversa" e i miei genitori avevano ascoltato le loro parole per poi rivolgermi degli inutili incoraggiamenti.
Socializzare non era un problema. Quando ero piccola avevo frequentato molti miei coetanei ed ero sempre sorridente e solare.
Ma quando cresci, le cose cambiano. Niente va più come lo si vorrebbe e ci si deve adattare.
Io avevo imparato ad adattarmi e allo stesso tempo avevo smesso di reagire.Il suono della campanella risuonò nelle mie orecchie. Mi alzai lentamente guardandomi intorno e afferrai il mio bento dallo zaino appoggiato disordinatamente contro uno dei termosifoni. Nella classe si sparse velocemente un brusio che piano piano diventò sempre più forte. I corridoi erano già affollati.
Sospirai e con più naturalezza possibile passai tra i banchi, fino ad affacciarmi sul corridoio.
Iniziai a camminare tra la gente. Gruppi sparsi di amici che chiacchierano, ragazze che ridono e innamorati che si ritrovano nei "loro" posti preferiti. Tutto nella norma.
Le finestre leggermente aperte lasciavano entrare una leggere aria fresca che riusciva a farmi dimenticare tutto. Mi sentivo quasi più serena, più libera. Ma era solo un impressione.
??: "ehi guarda chi c'è"
Riconobbi quella voce. Era difficile non farlo. La voce di chi si divertiva ogni giorno a rendere tutta la mia vita più movimentata e dolorosa.Mi voltai di scatto e la vidi con le sue amiche.
Quasi come un riflesso involontario, mi misi a correre. Strinsi tra le braccia il mio pranzo, nonostante sapessi che non sarebbe servito.
Cercai di schivare le persone. Le sentivo correre dietro di me ma non mi voltai.
Corsi il più veloce possibile ma le gambe non riuscirono a reggere e cedettero.
Caddi andando ad urtare un ragazzo.
Tra un sospiro e l'altro riuscii ad accennare un "scusa" quasi bisbigliato.
Il ragazzo si voltò immediatamente e abbassò lo sguardo sulla mia figura ancora a terra.
?: "Stai bene?" mi disse porgendomi una mano ma il mio sguardo era dritto davanti a me, con gli occhi fissi sulle figure delle ragazze che mi raggiungevano a passo spedito.
??: "IWA-CHAN COS'HAI FATTO?!!"
?: "Io non ho fatto nulla idiota. Lei è caduta-"
Non riuscii a sentire il resto della conversazione. Mi alzai subito e ricominciai a correre. Arrivai alle scale che portavano al tetto delle scuola e senza pensarci due volte, mi fiondai sulla porta e uscii.
Non potevo fare nulla e lo sapevo.
Le ragazze arrivarono.Me la cavai con qualche livido. Meno delle altre volte. Anche oggi il mio pranzo era sparito.
O meglio, era diventato di Hoshi e le sue amiche.
Hoshi, così si chiamava. Aveva cominciato a infastidirmi a metà del primo anno e poi, in poco tempo, divenni la sua valvola di sfogo. Nonché la sua fornitrice di pranzi gratis.
Era una mia coetanea, eppure in confronto a lei, mi sentivo piccola.
Hoshi e le sue amiche fedeli, erano parte del fandom del "VIP" della scuola. Oikawa Tooru. Sapevo molto bene chi fosse, considerando gli urli delle ragazze ogni volta che passava per il corridoio. Hoshi ci sbavava dietro, come ogni singola ragazza dell'Aoba Johsai.Le ginocchia erano sbucciate ma riuscii a scendere le scale, dopo aver lasciato il tetto.
Il bruciore alle ginocchia sovrastava quello dei palmi delle mani, con le quali avevo provato inutilmente a sostenermi dopo uno spintone.
Provai a coprire le ginocchia con le calze parigine ma fu inutile.
Arrivai al corridoio, ormai praticamente vuoto.
Mi avviai verso la mia classe a testa bassa.
??: "Ehi!"
Non mi voltai fino a quando non sentii una mano appoggiarsi sulla mia spalla destra.
Era il ragazzo che avevo urtato durante l'intervallo.
??: "stai bene?"
?: "Iwa-chan così la spaventi"
Un'altro ragazzo si avvicinò, ma lo riconobbi subito. La star della scuola era lì davanti a me.
"sto bene" li sorpassai ma uno dei due mi si piazzò davanti.
Oikawa: "le tue ginocchia sanguinano! Devi andare in infermeria-"
"sto bene. Davvero." questa volta lo guardai negli occhi.
In quel momento capii le ragazze. Oikawa Tooru era un ragazzo che sapeva esprimere il suo fascino. Era gentile e disponibile. Riuscii a capirlo semplicemente guardandolo negli occhi.
Essere come lui, doveva essere una sensazione piacevole come poche.
Lo sorpassai e me ne tornai in classe.
Prof: "T/n t/c sei in ritardo!-" la voce del professore si sfumò nella mia testa, fino a sparire.
Un'altra giornata si sarebbe conclusa presto, per darne inizio ad una nuova.
Questa volta però i miei pensieri erano rimasti fissi sugli occhi di quel ragazzo.—————
HEY HEY HEY
Okay lo so, questa storia è iniziata con un capitolo un po' triste ma giuro che più avanti tutto sarà migliore.
Spero stiate bene e nulla, pubblicherò subito il 2^ capitolo❤️
Love u
Byeeee
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• My light • Oikawa x reader
FanfictionIl sole e la luna. La luce e l'ombra. È il modo più semplice per descriverli. Oikawa è un simbolo della scuola, mentre T/n fa di tutto per scappare dai propri demoni. Ma come si dice, gli opposti si attraggono.