Capitolo 14

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«Mamma, sbrigati!», le urlo dal piano di sotto.

Sono le sette e ancora non è pronta.

«Martha, il concorso delle torte sta per iniziare!», incalza nonna Kathy con la sua piccola specialità tra le mani.

«Sì, arrivo, arrivo!».

Mamma scende le scale, indossando un paio di orecchini. Si è legata i capelli in una coda e tutta la sua persona emana un profumo a tratti nauseante.

«Forza, sbrighiamoci», la prego.

«Su andante in macchina, vi raggiungo».

Prendo la torta dalle mani di nonna e, offrendole il mio braccio da buon gentiluomo, l'accompagno fino alla portiera della macchina. L'aiuto a salire e suono il clacson.

Dopo cinque minuti, arriva finalmente mia madre. Chiude la porta di casa e mette in moto.

«Che cosa hai fatto?», chiede impaziente nonna Kathy. So che sta davvero fremendo e, a ripensare alla scena di stamattina, con quella spocchiosa della signora Parker, non le do tutti i torti.

Ci mettiamo in strada a tutto gas. Il grosso degli abitanti sarà già presente al centro, infatti non troviamo macchine sulle strade. Tuttavia, sembra arduo trovare un parcheggio.

«Scendete qui», ci dice mamma vicino al blocco per l'area pedonale. «Vi raggiungo dopo».

Non ce lo facciamo ripetere due volte. Nonna Kathy e io scendiamo in fretta e furia, superando le ringhiere e incamminandoci verso il centro della città.

È tutto straordinariamente emozionate. Le strade sono illuminate a festa e tra le mura delle case e negozi rimbomba l'eco dello spettacolo sul palco.

Quando svoltiamo l'angolo, mi si para di fronte uno scenario che non mi sarei mai aspettato. C'è musica, bambini che giocano, venditori di palloncini e girandole di fuoco. Le luci, dal palco, attraversano tutta la piazza creando giochi di ombre e colori sugli edifici della chiesa e del municipio. Al momento si sta esibendo una band, mentre dall'altro lato della strada sembra essere iniziato il contest della torta migliore dell'estate.

La signora Parker è in prima fila, con la sua torta gialla a tre piani e diverse decorazioni a tema floreale. L'aspetto è gradevole, ma ci sono piatti ancora più vistosi.

L'uomo di stamattina, quello magro e sbilenco, si avvicina a noi con aria nervosa e un'espressione davvero stanca. «Signora Greys».

«Signor Taylor», lo saluta mia nonna porgendogli la torta. «Ecco a lei».

«Ma-ma la competizione è già iniziata...», balbetta.

Vedo mia nonna fulminarlo con lo sguardo: non l'ho mai vista così agguerrita. «E vuole impedire alla giuria di assaggiare la mia prelibata torta? È una nuova ricetta!».

Il signor Taylor si gira verso il bancone dei dolci. «Aspetti un attimo».

Dopo qualche discussione con i giudici, nonna Kathy riesce a imbucarsi nel contest. Sono contento per lei, sembra soddisfatta e sicura di sé. Nel frattempo, arriva mamma e ne approfitto per fare un giro della piazza. Ci sono molte più bancarelle di stamattina, così come tanta confusione. Non riesco a trovare Chris né gli altri componenti della band.

È solo quando salgono tutti e cinque sul palco che mi appresto ad avvicinarmi. Il conduttore li presenta al pubblico più giovane come i Black Roses, una band di cover principalmente pop-rock.

C'è tanta gente che urla e applaude e non vorrei avvicinarmi troppo, rischiando di finire schiacciato da tutti quei corpi. Allora decido di raggiungere il parchetto al centro della piazza, salendo in piedi sopra una panchina.

«Quale cover ci farete sentire questa sera?», chiede il presentatore, anche lui un ragazzo giovane dai ricci castani.

Ellie prende la parola. «Veramente, abbiamo portato un brano inedito».

È da più di una settimana che non la vedo e posso dire che stasera è bellissima. I capelli rossi le ricadono mossi sulle spalle come fiumi dalle acque incandescenti e incorniciano un volto pulito, illuminato dalle perle verdi che sono i suoi occhi. Solo un filo di trucco e un vestito nero di pizzo molto elegante.

Ci sono anche i gemelli, entrambi vestiti con pantaloni a jeans strappati e una camicia sbottonata. Uno è alla batteria, mentre l'altro alla chitarra elettrica, insieme a un violino.

Non vedo Chris che sale per ultimo sul palco. Il mio cuore si ferma un momento. Indossa i pantaloni beige della prima sera che siamo usciti, le scarpe bianche e una camicia con gilet e papillon rosso. Sembra davvero un damerino e non posso smettere di sorridergli.

I suoi occhi luminosi mi cercano tra il pubblico, ma scuoto la mano e finalmente riesce a individuarmi. Fa un cenno del viso e si siede accanto al pianoforte, impugnando la sua chitarra.

«Ah, davvero?». La voce del presentatore mi distrae, riportando la mia attenzione sul resto della competizione.

«Sì», risponde Ellie, sorridendomi da lontano. «È una canzone molto speciale, scritta per qualcuno di speciale». E in quel momento, sembra che stia indicando proprio me con i suoi occhi. «È qualcosa di diverso da quello che siete abituati a sentire da noi. Perciò, spero che vi piaccia».

Il presentatore le fa i complimenti e incita il pubblico a un applauso. La mia testa ripensa alle ultime parole della ragazza, ma è quando si siede al grande pianoforte nero al centro del palco che mi riconnetto alla realtà.

Ellie si sistema il microfono, così come Chris. «La canzone si chiama The noise of the stars».

Entrambi i vocalist si girano verso la band, un cenno del capo e...

Partono le prime note, le mani di Ellie si posano sul pianoforte e il canto ha inizio.

Ho già i brividi. La musica è leggera come il soffio del vento che muove appena la superficie di un lago, è delicata come il bacio dato a una rosa.

Il pianoforte è lo strumento principale mentre il violino e la chitarra di Chris accompagnano Ellie fino al solitario e malinconico ritornello, una dolce ninna nanna d'amore, intonata all'unisono da entrambi.

E subito dopo, Chris alza gli occhi dallo spartito e li incastonata nei miei. La sua mano si muove rabbiosa sulle corde della chitarra e la sua voce si eleva da sola, graffiata nell'anima.

Tu sei il mio cuore.

L'occhio del cielo.

Il fiume che ora va.

Le labbra, che bacio, stasera.

Ed è su questo gioco di parole e suoni che il mio cuore si ferma, su quella poesia di colori che ha scritto per me.

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