Capitolo 29

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Perché mi viene da piangere?

Sento che le lacrime vogliono uscire, ma non riescono a trovare un modo per farlo. Mi lascio guidare dalla rabbia, dallo sconforto e dalla delusione.

I miei dubbi hanno avuto certezze, ma dopo quello a cui ho assistito non so più cosa pensare, se prendermela con qualcuno o semplicemente lasciare le cose così come stanno.

Le mie gambe hanno la forza di portarmi via. Ormai conoscono bene la strada e in men che non si dica mi ritrovo di fronte alla facciata di casa mia.

«Bill, Bill!».

È la voce di Ellie che mi rincorre dalla fine della strada. Non so cosa voglia, ma non ho intenzione di parlare con lei. Direi che ho proprio chiuso con loro. Sono stati una simpatica distrazione, ma ora è tempo che pensi alla mia famiglia.

Cerco le chiavi di casa, ma non faccio in tempo ad aprire la porta che Ellie è riuscita a raggiungermi. «Bill, aspetta!».

Mi volto. «Che cosa vuoi anche tu? Volete lasciarmi stare?».

Ellie sospira e i suoi grandi occhi verdi sembrano volermi abbracciare a sé. «Lo so, Mike e Chris sono due idioti!».

Questa frase mi lascia di stucco e vorrei poter dire che ha proprio ragione. Così lei fa un passo in avanti, accogliendo il mio invito silenzioso, e io, che fino ad allora avevo permesso a sole poche persone di potersi avvicinare a me, decido che Ellie non può farmi male.

Lei è mia amica. Lo so.

«Mi dispiace», sussurra, poi si getta su di me e il suo profumo, il suo calore, la sua fredda e morbida pelle si avvolgono al mio collo, e io lascio scorrere l'ossigeno fuori dai miei polmoni.

«Non so più cosa provare... non sento più niente».

Ellie si stacca da me e appoggia una mano sulla porta. «Possiamo entrare?».

Annuisco e lascio che sia lei a fare gli onori di casa. È la prima volta che la invito, ma è probabile che sia stata qui in precedenza, perché si muove come se conoscesse perfettamente il luogo in cui si trova.

Mi accompagna alla cucina e ci sediamo. Mi prende un bicchiere d'acqua dal frigo e si siede accanto a me.

Continuo a non sentire nulla, a respirare a malapena. Mi sembra tutto così assurdo che a fatica mi capacito della realtà.

Ho paura di questa sensazione. Perché non la conosco. Preferisco sentire dolore e abbandono, piuttosto che questa sorta di apatia che non mi porta da nessuna parte.

«Chris e Mike...», mi ritrovo a pensare ad alta voce. «Loro stanno insieme».

Ellie mi prende le mani e le appoggia sulle sue gambe. «No, no... non lo sono mai stati! Loro... è complicato! Per un periodo hanno, come dire, ci hanno provato».

Sollevo lo sguardo negli occhi di Ellie. Lei sa la verità, l'ha sempre saputa. È l'unica che mi può dare delle risposte.

«E ora?».

«Ora Mike è solo geloso di te, perché vede che Chris ti ama e non può averlo...».

Il fiato mi si ferma in gola. «Mi ama?».

Ellie si irrigidisce. Capisco che ha detto più di quanto avrebbe dovuto, ma non la biasimo.

E Chris si sbaglia. Lui non mi ama. Non può.

Se sapesse la verità, quello che ho fatto. Di Josh... Si volterebbe dall'altro lato e mi abbandonerebbe proprio come questa sera.

«Lui ci tiene a te, Bill», continua Ellie massaggiandomi i palmi delle mani. «Te l'ha dimostrato».

«Suo padre...».

«Suo padre è un omofobo», mi incalza lei. «E tu non hai colpe per questo».

Mi fermo a pensare. Immagino che per Chris non sia facile.

«Dagli tempo, vedrai che le cose si sistemeranno».

No, non è così. Si sbaglia. Mi giudicano perché non sanno tutta la verità, ma ora basta! Non voglio più il loro conforto e la loro commiserazione. Devono finirla.

Mi alzo in piedi: ho deciso.

«Bill, che succede?».

Dirò a Chris la verità e quando finalmente mi vedrà negli occhi lui la smetterà di cercarmi. Potrà finalmente essere libero e vivere la sua vita senza di me.

«Bill, dove vai?».

Ellie mi insegue ancora, ma cerco di ignorarla.

«Vuoi tornare alla festa?».

«Voglio parlare con Chris», rispondo ammutolendola sul posto.

«A-aspetta! Così, su due piedi? Sicuramente starà litigando con suo padre... non mi sembra il momento!».

Meglio ancora! Se suo padre mi odia, lui gli proibirà di vedermi. È perfetto. Devo mettere fine a questa storia. Non c'è altra soluzione. Ho ingannato tutti, persino me stesso. Mi ero illuso che venire a Heaven's Hill avrebbe cambiato le cose, che avrei ricominciato una nuova vita, lontano dal passato, ma è una bugia.

Sono io! Sono io il problema! Ho sempre rovinato tutto, impedendo agli altri di proteggersi. Ho fatto loro del male, a mia madre, a nonna Kathy e ora a Chris.

Devo fermare questo ciclo, spezzare la catena, liberarmi dal peso che ho dentro.

Ritorno davanti alla casa dei Wilson dove la festa sembra non si sia fermata. La porta d'ingresso è ancora aperta, così ne approfitto per entrare senza far rumore.

Ma Ellie è ancora alle mie spalle e cerca di fermarmi. «Bill, ci sono tutti i suoi parenti di là, non mi sembra il momento giusto».

Tuttavia, in giardino non vedo né Chris né Mike. I rispettivi padri stanno mangiando, ridendo e scherzando, scambiandosi battute con lo sceriffo O'Donnell. Anche i gemelli sembrano spassarsela, ritrovandoli lì dove li avevo lasciati in mezzo ai piatti pieni del buffet.

Allora punto direttamente al piano superiore. Salto le scale a due a due e scopro la porta della camera di Chris socchiusa.

Sento delle voci, dei rumori. Il cuore mi si ferma, ma io devo farlo.

Ellie è con me, quando entro nella stanza.

Mike blocca Chris sotto di sé, a cavalcioni sulle sue gambe. In quel momento, i loro volti si guardano, le loro bocche si intrecciano e si sciolgono come se quel gesto lo avessero fatto centinaia di volte.

E dentro me rimbomba l'eco di un tonfo, l'assordente esplosione di una bomba. La devastazione. Che cresce e si evolve nel mio grido: «SEI UN BASTARDO!».

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