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Quando Jaemin fu vicino all'orlo dell'edificio saltò

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Quando Jaemin fu vicino all'orlo dell'edificio saltò.

Atterrò al sicuro vicino alla esile figura di Haru.
Si lasciò scappare un sospiro di sollievo, per poi sorridere a andare a braccia aperte verso la ragazza.

Haru non ebbe tempo di scappare che si ritrovò schiacciata tra le braccia di Jaemin.
Sospirò e ricambiò l'abbraccio.

"Pensavo di star per morire" disse Jaemin, non lasciandola andare.
"Pft, smettila di esagerare. Il divario tra un'edificio e l'altro è di massimo la lunghezza di un braccio." disse Haru cercando di staccarsi dall'abbraccio.

Jaemin la lasciò finalmente andare ma le prese la mano.
"Facci strada piccola." parlò ghignando.

La ladra cominciò a camminare.
"Non chiamarmi così" disse per poi fermarsi sul bordo nel nuovo edificio. Il principe ignorò semplicemente quello che Haru disse.
"Lo vedi quello." Disse puntando verso un albero.

Jaemin guardò nella direzione dove stava puntando e spalancò la bocca meravigliato.
C'era un'enorme casa sull'albero.
"L'hai costruita tu?" chiese ancora stupito e continuando a guardare la casetta.

"Yup" rispose Haru, facendosi strada verso il sentiero di legno che aveva costruito.
Quando entrambi arrivarono dentro la casetta, Jaemin si guardò attorno stupito.

Le pareti della casetta erano pitturate di un
azzurro pastello. C'erano molte foto appese.

Jaemin si avvicinò per vedere meglio le foto.
La maggior parte rappresentanti una bimba vicino ad un ragazzino, più grande di pochi anni.
Entrambi avevano tratti simili.

"È mio fratello!" disse Haru sedendosi sul pavimento vicino a una piccola finestrella della casa.
Si era incantata a guardare i diversi colori che il cielo stava ospitando. Andavano dalle diverse
sfumature di rosa, un po' di arancione e blu.

Jaemin annuì comprensivo e si sedette vicino all'anima gemella. Entrambi si soffermarono a guardare il cielo diventare sempre più scuro.
"Che mi dici di quelle due persone adulte che stanno nella foto?" chiese il ragazzo dopo alcuni attimi di silenzio.

Haru rimase zitta dopo quella domanda, non sapendo come rispondere.
"S-sono i miei genitori.." gracchiò, sentendosi disgustata di poterli definire così.

"Che gli è successo?" chiese Jaemin. Si maledì un secondo dopo per aver portato a galla questo argomento. Stava per dirle che non serviva che rispondesse quando sentì la voce di Haru.

"Sono stati uccisi, ma non mi interessa granché. Mi hanno disonorata fin dalla tenera età, solo perché? Ero diversa?" disse con tono amaro cominciando a sentire le lacrime formarsi alla base dei suoi occhi.

"Non ho mai saputo come crescere in modo appropriato, nessuno me lo ha mai insegnato." fece una pausa deglutendo e cercando di scacciare via la tristezza.
"Non ho mai avuto niente così ho cominciato a rubare" disse. Le lacrime scendevano dalle sue guance come fiumi.

Jaemin la ascoltò attentamente, si girò per poi guardarla in faccia.
Le asciugò le lacrime e la abbracciò forte.
"Va tutto bene Haru, ora hai me. Non ti lascerò mai andare ok? Sarai sempre accanto a me e io sarò sempre accanto a te." precisò, accarezzandole i capelli.

Haru annuì e lo strinse più forte.

Stettero entrambi nella casa sull'albero per un'altro paio di ore, solamente loro due. Nel mentre Jaemin raccontò ad Haru alcuni fatti accaduti durante la sua infanzia.

Dopo alcune ore il principe accese il cellulare per dare un'occhiata all'ora.

12:00

"Tanti auguri anima gemella"

"Tanti auguri anima gemella"

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𝐻𝑜𝑛𝑒𝑦 𝐸𝑦𝑒𝑠 ❥ 𝑁𝑎 𝐽𝑎𝑒𝑚𝑖𝑛Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora