PENULTIMO

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Mercoledì , 07:09
Sto guardando il soffitto della camera di Edo da almeno dieci minuti, e finora la voglia di alzarsi è sotto zero. Oggi è il penultimo giorno di scuola, manca solo un piccolo sforzo, altri due giorni, e poi tutto sarà finito. Beh, in realtà l'ultimo giorno di scuola non conta, dato che facciamo una specie di festa di fine anno in un parco, perciò l'ultima vera e propria giornata di scuola sarà oggi. Mi faccio forza, e riesco ad alzarmi dal letto. Edo sta ancora dormendo, i riccioli neri gli ricadono sulla fronte donandogli l'aspetto di un bambino. Sorrido e decido di andare al bagno. Mi guardo allo specchio. Ho i capelli tutti arruffati, delle occhiaie impressionanti -nonostante abbia dormito- e la pelle pallidissima. Sbuffo sonoramente.
«Ma che bella che sono oggi» dico tra me e me ironicamente.
«Hai proprio ragione» dice una voce alle mie spalle.
Mi giro e mi trovo Edoardo dietro, e per poco ho un mancamento. Ha i capelli spettinati, è a torso nudo e indossa solamente i boxer.
«B-buongiorno» gli dico, sperando che non si sia accorto dell'effetto che ha su di me.
Ride sotto i baffi. Cazzo. Prendo lo spazzolino e comincio a lavarmi i denti, poi mi spazzolo i capelli e torno in camera di Edoardo per vestirmi. Devo vestirmi per forza con gli stessi vestiti di ieri: non mi sono portata via il cambio. Tutto sommato i vestiti mi piacciono: dei leggins neri, una felpa della thrasher grigia e ai piedi le mie amate vans nere. Decido di lasciare i capelli sciolti, e così sono pronta. Non posso nemmeno truccarmi, i trucchi sono a casa mia. Giustamente. Mi affaccio al bagno e dico ad Edoardo: «Io sono pronta»
Lui mi fa un sorriso e mi da un bacio a fior di labbra. Lui si è vestito con i jeans, una camicia bianca e ai piedi le converse nere. Deglutisco, e distolgo lo sguardo. Avere Edoardo accanto di prima mattina è una bella cosa, ma potrei rischiare di svenire da un momento all'altro. Prendo lo zaino e usciamo. Arriviamo davanti a scuola in due minuti, dove io vado dalle mie matte ed Edo va dai suoi amici. Vedo subito Eva, Sana e Silvia. Mi avvicino a loro.
«Ehi» le saluto.
«Ehiii» mi dicono in coro.
«Allora? Siete pronte per gli ultimi giorni di quarta superiore?» le prendo in giro.
Scoppiano a ridere. Eh sì, io e le matte siamo in quarta superiore mentre Edo sta in quinta, infatti quest'anno ha la maturità. È molto teso, ma sono sicura che andrà benissimo, ha sempre studiato e si è sempre impegnato. A distrarmi è il suono della campanella, io e le matte andiamo dentro e ognuna si dirige nella propria classe. Ovviamente Eva viene con me, andiamo in classe insieme.
«Ehm, Ele» mi chiama Eva.
Mi giro verso di lei e la guardo, aspettando che continui.
«Filippo...» inizia.
Non ci posso credere. Gliel'ha detto.
«Eva stanne fuori. È una questione tra me e mio fratello» dico acida.
«No Ele aspetta. Io sono dalla tua parte» dice subito, e io mi calmo un po'.
«Lui è dispiaciuto, mi ha mandato un messaggio ieri sera e mi ha raccontato un po' cos'è successo, e mi ha detto che gli dispiace un sacco»
Le sorrido, ringraziandola per avermelo detto, anche se il fatto che Filippo abbia spifferato tutto ad Eva mi da fastidio. Era una cosa privata, tra me e lui. Eva non c'entra niente, non posso prendermela con lei. Le lezioni scorrono lente e noiose, e finalmente arriva la ricreazione. Io e le matte ci incontriamo fuori nel cortile, ma io le lascio subito perché vado a comprare la merenda. Ho molta fame, e ieri sera -per la fretta- mi sono scordata di mettere la merenda nello zaino. Accidenti a me. Prendo gli M&M's, e rivado fuori dalle mie matte. Parliamo un po' ma la ricreazione dura troppo poco, infatti le lezioni ricominciano troppo presto e ricomincia anche il mio sonno. Mi sto annoiando troppo, e temo che se non trovo qualcosa da fare mi addormenterò sul banco. Allora decido di iniziare a fare dei disegni a caso sul quaderno, ma ad un tratto mi vibra il cellulare. Un messaggio.
Edo: vieni ai bagni del primo piano.
Sorrido, metto il telefono nella tasca della felpa (dove fortunatamente non si vede) ed alzo la mano, impaziente di uscire dalla classe.
«Sí?» dice con aria disinteressata il professore.
«Posso andare al bagno?» chiedo gentilmente.
«No Sava, sto spiegando.»
Cazzo. Ma chi si mette a spiegare il penultimo giorno di scuola? Gioco la carta che, lo so, sarà a mio favore: la carta ciclo.
«Per favore. È urgente» dico.
Lui capisce subito e mi dice che posso uscire.
Appena uscita dalla classe mi metto a correre come una pazza verso i bagni del primo piano e quando arrivo trovo Edo davanti che mi aspetta. Mi tira per un polso e ci chiudiamo in un bagno. Mi sorride maliziosamente e comincia a baciarmi. Lo fermo.
«Vuoi farlo qui?» chiedo, calcando la voce sull'ultima parola.
Ricomincia a baciarmi con foga, la risposta è ovvia.
«Ma se ci sento-»
Mi interrompe.
«Ele, il bidello è sordo. Non sente se gli chiedi una cosa quando gli stai vicino, figuriamoci se sente a noi che scopiamo»
«Edo!» urlo, forse un po' troppo forte, perché lui mi tappa la bocca.
Ricominciamo a baciarci con foga e mi tira giù insieme pantaloni e mutandine. Gli slaccio la cintura e si tira giù i pantaloni, poi si leva anche i boxer.
«Il preservativo?» gli chiedo.
Si mette a frugare nelle tasche dei suoi jeans e lo trova, se lo infila e poi mi dice: «Sarà una cosa più veloce del solito, okay piccola?»
Sto ansimando dal desiderio, in più non mi aveva mai chiamata piccola. Scaccio quei pensieri e annuisco. Mi prende in braccio appoggiandomi al muro e comincia a penetrarmi lentamente, ma poi va sempre più veloce, e non riesco a non ansimare. Affondo la testa sulla sua spalla mordendogli il lobo, e lui fa un gemito. Mi mordo la mano per non urlare, e pochi secondi dopo veniamo entrambi e ci rivestiamo in fretta.
«Sei sempre fantastica amore»
Mi sento arrossire, ormai saró diventata rosso bordeaux. Gli lascio un bacio sulle labbra ed esco, tornando in classe. Il professore non perde occasione di bacchettarmi.
«Sava, sei stata mezz'ora in bagno!»
Roteo gli occhi e mi giro verso di lui.
«Scusi prof, ma c'era un sacco di fila» dico con una faccia da cane bastonato. Devo veramente fargli pena perché mi lascia stare ed io ritorno al mio posto in silenzio.

incantava - an epic loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora