LA FESTA

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Dato che Olly è uscita, devo trovare qualcosa per passare il tempo. Decido di uscire per andare a comprare qualcosa per arredare la mia camera, almeno mi sentirò un po' più a casa. Prendo l'autobus e mi dirigo verso il centro commerciale più vicino. Ci sono un sacco di cose carine, e non so cosa scegliere. Se seguissi il mio cuore comprerei mezzo negozio, ma so che non posso spendere tanti soldi, perciò opto per delle lucine bianche ed una lampada che mi piace molto. Il resto delle cose posso comprarle più avanti. Quando torno a casa Olly  non è ancora rientrata, così mi metto a fare zapping finendo per addormentarmi nel divano.
[...]
La mattina dopo Olly non c'è. Vorrei conoscerla un po' meglio, ma sarà difficile se non è mai a casa. Mi alzo dal divano indolenzita, mi stiracchio e decido di andarmi a fare una doccia. Prendo il mio bagnoschiuma e tutti i prodotti che uso per i capelli e mi dirigo verso il bagno. Probabilmente li potrei lasciare qui, dato che davanti alla porta dell'altro bagno c'è un cartello enorme con scritto "Olly" a caratteri cubitali. Presumo che quello sia il suo bagno. L'acqua calda scioglie i miei muscoli, facendomi rilassare all'istante. Una volta finito, decido di arricciarmi i capelli sulle punte proprio come piacciono a me, e devo dire che il risultato non è niente male. Mi vesto con dei jeans neri e un maglioncino bianco, poi mi dirigo al piano inferiore, ma resto impietrita quando vedo Edoardo stravaccato sul divano.
Mi guarda, e a giudicare dalla sua espressione mi sono vestita bene. Mi squadra per dieci secondi buoni, poi si ricompone e mi saluta con un "ciao". Ma che problema ha? Ieri non voleva neanche far sapere che ci conoscessimo, e oggi mi saluta? I suoi sbalzi d'umore mi fanno venire il mal di testa. Dato che non ho ricambiato il saluto, mi guarda con aria accigliata.
«Non mi saluti?»
Non può essere serio. Mi giro di scatto e inizio ad urlare, a voce più alta di quanto volessi.
«Perché dovrei salutarti? Ieri mi hai praticamente ignorata!»
Faccio un respiro per tentare di calmarmi, ma ottengo il risultato opposto: la rabbia sta tornando, più forte di prima.
Per tutta risposta, lui scoppia a ridere. Decido di lasciare perdere: non ho né le energie né la voglia necessarie per litigare con questo ragazzo. Ma poi mi viene in mente un particolare.
«Come hai fatto a entrare?» gli chiedo, cercando di sembrare autoritaria. Non può entrare in casa quando gli pare: esiste la privacy.
Senza dire una parola, mi mostra un mazzo di chiavi. Oh. Forse lui e Olly... Basta, non mi dovrebbe interessare. In realtà, il solo pensiero di Edoardo con un'altra ragazza mi fa torcere lo stomaco. Mentre mi domando mentalmente se Edoardo e Olimpia stanno insieme, la porta si apre di schianto ed entra Olly.
«Scusa Ele! Avevo dimenticato di dirti che stanotte dormivo fuori!»
Le sorrido, come a dirle che non fa niente. Poi lei si gira verso Edoardo, e gli prende le chiavi.
«Queste sono mie» dice.
Edoardo sbuffa contrariato, ma non dice nulla.
«Comunque», dice Olly, per richiamare la mia attenzione.
«Stasera c'è una festa. Vieni?» propone.
Edoardo mi guarda con sufficienza, sicuramente si ricorda che le feste non mi piacciono per niente.
«Ma dai, Olly. Ti ho già detto che a questa qua non piacciono le feste.»
Lo guardo, strabuzzando gli occhi. Ma è serio? Questa qua? No, non può essere. E poi perché hanno parlato di me alle mie spalle?
«Il mio nome è Eleonora, e dovresti saperlo bene dato che siamo stati insieme due anni e mezzo» dico velenosa.
Olly scoppia a ridere, mentre urla: «Questa bruciaaaa!»
In realtà non c'è nulla da ridere. Mi fa imbestialire che Edoardo mi consideri una nullità. Mi ricordo che aveva detto che ero la cosa più bella che gli fosse mai capitata. Una stronzata, ecco cos'era.
«Certo che ci vengo. Le feste mi piacciono moltissimo», dico ad Olly con il sorriso più dolce che riesco a fare.
In realtà le feste non sono proprio il mio forte, ma mi voglio fare nuovi amici, e forse una festa è tutto quello che ci vuole. D'altronde, io e le matte abbiamo cominciato a conoscerci meglio proprio ad una festa.
Lei mi abbraccia e strilla: «Ci divertiremo, te lo prometto!»
Edoardo ha una faccia che non saprei interpretare, ma ben gli sta. Sicuramente non rinuncerò al mio divertimento solo perché lui frequenta la mia coinquilina.
[...]
Quando Edoardo se ne va, io e Olly cominciamo a parlare della festa. Non ho idea di dove sia né di quanta gente ci sarà, perciò decido di indagare un po'.
«Dov'è la festa?», chiedo, cercando di sembrare calma.
«Be', la festa è... un po' lontano da qui», dice scoppiando a ridere.
«Ma non ti preoccupare: ci viene a prendere Edoardo alle otto»
Oh no. Merda. Non sopporto l'idea di essere in macchina con Edoardo: quando è con i suoi amici è un'altra persona. Prima mi ha salutato, ma poi quando è arrivata Olly è tornato ad ignorarmi. Non lo capisco.
«Terra chiama Eleonora!» strilla Olly.
«Scusa! Dicevi?»
«Be', ci dobbiamo preparare. Come ti vesti?»
Non ne ho idea, vorrei risponderle. Guardo l'orologio: sono già le sei. Corro in camera mia e apro l'armadio in cerca di un vestito. Alla fine opto per un tubino bianco con le spalline molto fini, mentre ai piedi mi metto dei tacchi un po' alti.

 Alla fine opto per un tubino bianco con le spalline molto fini, mentre ai piedi mi metto dei tacchi un po' alti

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Olly mi ha detto che la festa si svolgerà dentro un locale, perciò non dovrebbe essere freddo. Anche la mia coinquilina non si è vestita male: ha optato per una specie di top molto scollato di pelle, dei pantaloncini argentati con una cinta di pelle e ai piedi degli stivaletti con il tacco. Infine, ha scelto di indossare anche degli orecchini a forma di serpente. Sono l'unica cosa del suo "outfit" che non mi piace, ma siccome sono educata me lo tengo per me.

Subito dopo essermi vestita attacco alla corrente il ferro arricciacapelli, e dopo che i capelli sono perfettamente arricciati devo dire che il risultato mi piace molto

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Subito dopo essermi vestita attacco alla corrente il ferro arricciacapelli, e dopo che i capelli sono perfettamente arricciati devo dire che il risultato mi piace molto. Mi metto un ombretto rosa chiaro sulla palpebra e un filo di eyeliner, poi mi metto il mascara e per ultimo un filo di gloss rosso sulle labbra. Be', direi che sono pronta. Mentre scendo le scale, sento Olly urlare che Edoardo è arrivato, quindi affretto il passo e scendo in salotto. Edoardo... be', è Edoardo. Ha dei pantaloni di jeans e una camicia bianca, e i suoi riccioli sono perfetti. Ma cosa dico? Basta. Cerco di non guardarlo, ma è inutile dire che non ci riesco.
La cosa che mi stupisce, invece, è che Edoardo non si sforza di nascondere che mi sta fissando intensamente. O meglio, che sta fissando le mie tette.
«Che fregna!» strilla Olly, imitando l'accento romano. Mi viene da ridere, ma l'abbraccio sfoderando il sorriso più dolce di cui io sia capace.
Mi incammino fuori e per poco non mi viene un colpo. C'è una Ferrari rossa fiammante parcheggiata davanti casa. Edoardo apre lo sportello del passeggero con nonchalance, e mi fa salire davanti. Accanto a lui. Sbuffo contrariata, ma non ribatto. Non mi sembra il momento giusto per fare una scenata, perciò rimango in silenzio e sopporto i dieci minuti di macchina per arrivare alla festa. Arriviamo al locale, e devo dire che da fuori è abbastanza carino. Quando entriamo, mi rilasso all'istante. La musica è molto bassa, e il locale è... be', è stupendo.

Olly si dirige verso un divanetto, ma poi si rende conto di avermi lasciato indietro, così torna verso di me e mi prende per mano

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Olly si dirige verso un divanetto, ma poi si rende conto di avermi lasciato indietro, così torna verso di me e mi prende per mano.
«Vieni con me?»
Annuisco, e ci incamminiamo verso un divanetto di pelle bianca dove ci sono alcune persone.

incantava - an epic loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora