CRISTIAN

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Lunedí, 14:01
Edoardo mi sta lasciando dei baci bagnati sul collo quando sento un rumore proveniente dalla cucina. Sgrano gli occhi, e sento che anche Edo si irrigidisce, segno che anche lui ha sentito quel rumore. Si volta di scatto verso di me e bisbiglia: «Ma cosa cazzo è stato?»
Vorrei rispondergli che non ne ho la più pallida idea, ma la voce non mi esce. Quando mi risveglio dalla trance mi ritrovo Edoardo in piedi che si sta vestendo in fretta e furia, così decido di alzarmi anch'io e di vestirmi con le prime cose che mi capitano sottomano. Intanto sento dei passi su per le scale, segno che qualcuno sta venendo verso la camera di Edoardo. Alla fine riesco a vestirmi solo con una maglietta grigia di Edoardo, che mi sta larghissima, rimanendo così sotto in intimo, mentre Edo riesce a infilarsi solo dei jeans neri, restando a petto nudo. Quando i passi si fanno sempre più vicini, Edoardo si sposta istintivamente davanti a me, nel tentativo di proteggermi, ma quando si apre la porta non avrei mai pensato di trovarmi davanti Federico ed Eva. Sento Edoardo tirare un sospiro di sollievo, ma dopo un secondo urlare: «Ma cazzo zí! Almeno potevi avvisare prima di entrare! Ci hai fatto prendere un colpo!»
Loro ci squadrano da capo a piedi, e solo dopo qualche secondo capisco il perché: siamo praticamente mezzi nudi e con i capelli bagnati, è abbastanza ovvio che abbiamo fatto la doccia insieme. Quel silenzio imbarazzante viene interrotto da Federico che sorridendo sotto i baffi dice: «Vabbè, noi vi aspettiamo disotto, non metteteci troppo». Edoardo gli lancia la cintura dei suoi jeans, mentre Federico ed Eva se ne vanno al piano di sotto sghignazzando. Devo esser diventata rossa come un peperone, perchè Edo mi guarda e scoppia a ridere. Viene ad abbracciarmi e mi stringe forte. Io, per tutta risposta, ricambio l'abbraccio, affondando il viso nel suo petto.
«Ci vestiamo? Non vorrei che quei due disotto pensassero male» mi fa lui.
Annuisco, e comincio a vestirmi con i miei veri vestiti, dopodiché decido di legarmi i capelli bagnati in una crocchia, e scendiamo disotto, dove trovo però solo Federico. Lo guardo confusa, e lui mi fa: «Eva è fuori a fumare»
Esco nel giardino e trovo Eva seduta sulla sdraio di fianco alla piscina, così mi siedo accanto a lei e mi accendo anch'io una sigaretta. Mi guarda con aria complice, poi mi chiede: «Allora?»
Devo aver assunto un'espressione abbastanza confusa, perchè lei sbuffa e mi fa: «Dai! Avete scopato o no?» Sgrano gli occhi, Eva non finisce mai di sorprendermi. Tra un tiro e l'altro, pur essendo molto scettica, decido di raccontarle la verità.
«Sí» dico semplicemente.
Si gira di scatto verso di me, probabilmente si aspettava che rispondessi di no.
«Eddaje, Eleonora finalmente si diverte» ridacchia, poi mi chiede: «E com'è stato perdere la verginità?»
A quelle parole il sorriso mi muore sulle labbra. Eva se ne accorge, perché mi fissa con aria spaventata e mi chiede: «Ho detto qualcosa di sbagliato?» Sento gli occhi riempirsi di lacrime e la gola pizzicare, e mi rendo conto che ho davvero bisogno di confidarmi con qualcuno.
«Sai..» comincio, ma la mia voce è rotta dal pianto.
Eva si alza di scatto in piedi. «Edoardo ti ha preso in giro perché eri ancora vergine vero? Non ci credo, adesso g-» comincia, ma io la interrompo.
«Non ero vergine quando ho scopato con Edoardo» dico tutto d'un soffio. Eva si gira e mi guarda con aria sbalordita. Una lacrima mi solca il viso, e io l'asciugo subito. Non mi piace farmi vedere dagli altri mentre piango, ma Eva per me è come una sorella, in più ho davvero bisogno di raccontare a qualcuno questa storia, e non penso ci sia una persona migliore. Vedo Eva avvicinarsi a me e mettersi a sedere nella sdraio, poi mi prende le mani nelle sue e me le stringe con forza, come a volermi dare il coraggio di parlare.
«Ho perso la mia verginità quando avevo quindici anni» confesso. Eva sgrana gli occhi ma non dice niente, probabilmente non vuole interrompermi.
«Sai, con il fatto che i miei genitori lavorano all'estero io uscivo sempre, potevo tornare all'ora che mi pareva e non c'era nessuno che mi rompeva le scatole. Beh, tranne Filo ovvio» dico, facendo una risatina isterica. In realtà dentro mi sento morire, raccontare questo per me è una fatica immane.
«Beh, uscivo anche con gente più grande, e un giorno ho conosciuto questo ragazzo di due anni più grande, Cristian». A dire il suo nome mi trema la voce, e altre lacrime solcano il mio viso. Eva me le asciuga con il pollice, facendomi un sorriso d'incoraggiamento.
«Siamo usciti insieme per un po' e dopo ci siamo fidanzati. Andava tutto a gonfie vele, fino a che è arrivato capodanno. Lui aveva bevuto molto, e anch'io non ero perfettamente lucida, così ci siamo chiusi in un bagno e...» le lascio intendere il continuo. Ormai ho quasi perso la voce, ogni parola è un macigno. Eva mi guarda perplessa. «Beh? Quale sarebbe il problema?» mi chiede confusa.
«Il problema è che dopo averci scopato lui non mi ha più cercata. Dopo una settimana vedevo che tutti a scuola mi guardavano male, e io non capivo. Poi ho scoperto che lui aveva girato il mio numero a tutta la scuola, dicendo che ero una ragazza facile». Scoppio a piangere, e Eva mi abbraccia, mentre io singhiozzo contro la sua spalla.
«Scusa Ele, non lo sapevo» dice con le lacrime agli occhi. La abbraccio forte. Non so cosa abbia fatto per meritarmi una migliore amica come Eva, se non avessi lei non so cosa farei. In quel momento escono fuori Edoardo e Federico, che ci guardano perplessi. Edoardo mi si avvicina con aria preoccupata, prendendomi il viso tra le mani.
«Ehi, ma che è successo?» mi chiede, con aria allarmata.
«Niente, tranquillo» dico abbracciandolo. Mi avvicino al suo orecchio e bisbiglio: «Dopo ti spiego»
Mi sorride dolcemente e mi da un bacio sulle labbra.

incantava - an epic loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora