NUOVO INIZIO

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Tre anni dopo
La sveglia suonerà da un momento all'altro. Non ho chiuso occhio: ho passato la notte a pensare a... be', ai vecchi tempi. Mi viene la pelle d'oca se penso a tutte le cose che sono successe in questi ultimi tre anni. Ad esempio, io ed Edoardo ci siamo lasciati. Fa ancora male, tanto male, e sono molto lontana dal superarlo, ma sto combattendo con tutte le mie forze per fingere che non mi importa più niente. Non mi importa più niente se lui mette delle foto abbracciato ad altre ragazze, se si scopa una ragazza nuova ogni sera, se è sempre fatto e ubriaco... Non mi importa più. O almeno, questo è quello che faccio vedere. In realtà, ogni volta che vedo Edoardo assieme ad un altra ragazza mi cade il mondo addosso, e cerco con tutte le mie forze di cacciare indietro il groppo in gola. Sapere che si sta rovinando a forza di bere e fumare le canne mi mangia viva. Fa malissimo, anche se sono passati ormai nove mesi da quando ci siamo lasciati. Cambiando argomento, io e le matte ci siamo divise. Da quando abbiamo finito il liceo, ci siamo viste sempre di meno fino a quando ognuna ha deciso di fare un'università diversa. Eva è rimasta a Roma assieme a Sana per studiare medicina, Fede è andata a Bologna per studiare economia mentre Silvia è andata a Padova per studiare lingue. E io? Be', io ho scelto di andare a Milano per studiare giurisprudenza. Mi sembrava la facoltà che mi attirava di più, così l'ho scelta senza pensarci due volte. Sono ancora convinta di farlo, anche se penso che sarà molto difficile. Be', come ogni cosa. Dopo aver finito il liceo mi sono fatta un tatuaggio: una scritta nella parte esterna del braccio, vicina al polso. Hic et nunc, qui e ora. Ho sempre amato il latino, e in più quella frase ha un significato molto speciale per me, quindi ho deciso di fare questa cazzata. Non me ne pento per nulla, e sono felicissima di aver preso il coraggio di farlo. Con Filippo ovviamente ci siamo riappacificati, è il mio fratellone e non sopporterei di essere arrabbiata con lui, perciò una sera gli ho portato una pizza gigante e abbiamo parlato.
«Eleonora!» chiama Filippo dal salotto, risvegliandomi dai miei pensieri. Sbuffo, ma mi alzo dal mio piccolo ma comodo letto. Faccio il letto molto lentamente, perché è l'ultima volta che compio questo gesto. Infatti a Milano ho affittato una casetta che dividerò con una ragazza, ma non so ancora chi sia. Spero solo di avere una coinquilina decente.
«Eleonora!» grida di nuovo Filippo.
«Mi sono alzata!» urlo di rimando.
Filippo, al contrario mio, era molto rilassato al suo primo giorno di università. Be', io sono un fascio di nervi. Ho un groppo in gola, e decido di fare una doccia sperando che l'ansia diminuisca. Appena entro nella doccia la tensione dei muscoli comincia a sciogliersi, e me ne sto lì impalata sotto l'acqua calda per un tempo che pare infinito. Quando mi rendo conto di essermi distratta, mi sciacquo velocemente ed esco dalla doccia, avvolgendomi nell'asciugamano. Per il viaggio per Milano ho scelto un outfit comodo: dei semplici leggins neri e un maglione beige, il mio preferito. Mi infilo i vestiti in fretta e furia e vado in salotto dove c'è Filippo che mi aspetta. Oggi mi accompagna lui a Milano, e non potrei essergliene più grata.
«Buongiorno, studentessa universitaria» mi saluta, con la sua solita grinta.
Si è vestito molto bene: indossa un paio di jeans e una camicia bianca.
«Ciao», dico, cercando di non apparire nervosa.
«Ti porto le valigie in macchina» mi dice Filippo, e intanto io vado verso lo specchio per pettinarmi alla bell'e'meglio.
Mentre esco di casa e mi avvio verso la macchina sento le farfalle nello stomaco: fortunatamente ho cinque ore di viaggio per farle sparire. Non ho la più pallida idea di come sia l'università, e l'unica domanda che continua a ronzarmi in testa è: mi farò qualche amico?
[...]
«Eccoci arrivati!» esclama Filippo dopo cinque estenuanti ore di viaggio.
Scendiamo dalla macchina, e lui mi aiuta a portare le valigie. Arriviamo davanti ad una casa color rossiccio, molto grande, cioè la casetta che ho affittato e dove vivrò da ora in poi. Sono molto emozionata, e quasi mi tremano le mani quando infilo la chiave nella toppa. Quando apro il portone, mi rilasso all'istante. La casa è luminosa e ariosa, proprio come speravo. Ha due piani, due bagni e due camere da letto, così avró un po' più di privacy. Sento dei passi dietro di me, e quando mi volto vedo una ragazza che trotterella giù per le scale. Quello che mi lascia allibita è il suo abbigliamento: indossa un top giallo e dei pantaloncini corti con delle calze a rete nere, anche se siamo a marzo. Ai piedi ha degli stivaletti con almeno cinque centimetri di tacco. Deglutisco imbarazzata, per mascherare la sorpresa.
«Ciao! Io sono Olimpia» si presenta con un sorriso, venendomi ad abbracciare. Sono un po' sorpresa, ma ricambio l'abbraccio. Ha decisamente esagerato con il profumo.
«Ciao... Io sono Eleonora» dico, imbarazzata.
Probabilmente sarò diventata rossa come un peperone.
Filippo tossisce, per manifestare la sua presenza nella stanza.
«Oh!» dico, girandomi.
«Olimpia, lui è Filippo, mio fratello.»
«Chiamami Olly» dice sorridendomi, mentre stringe la mano a Filippo.
Torna al piano di sopra in fretta e furia, perché dice che deve finire di prepararsi, e io ne approfitto per salutare il mio fratellone. Lo abbraccio, e sento le lacrime pungermi gli occhi.
«Mi mancherai Lele», mi dice, lasciandomi un tenero bacio tra i capelli. Sin da piccoli mio fratello mi chiamava Lele, un nomignolo che a me non piaceva per niente, ma che ora amo. Solo lui mi chiama così. Ricaccio indietro le lacrime che minacciano di uscire, e lo stringo più forte.
«Mi raccomando: videochiamami ogni sera», gli dico, con voce spezzata.
Ancora non è partito, e già mi manca.
Dopo circa cinque minuti, guardo la macchina di Filippo allontanarsi dalla mia nuova casa, e solo allora mi concedo di lasciarmi andare. Mi chiudo in bagno, e lacrime copiose mi scorrono giù per le guance. Me le asciugo velocemente, e dopo qualche respiro profondo, decido di uscire dal bagno.
Olly è stravaccata sul divano, e mi rivolge un sorriso.
«Senti» inizia.
«Ma tuo fratello è single?»
Sento le mie guance tingersi di rosso mentre balbetto: «Lui è... be', lui è gay.»
«Oddio! Scusa!», esclama, coprendosi la faccia con le mani. Scoppio a ridere, e lei mi segue a ruota. Be', devo dire che a primo impatto Olly è veramente simpatica. Mentre ancora ridiamo sentiamo bussare alla porta. Guardo la mia nuova coinquilina con aria interrogativa, e lei si alza prontamente per andare ad aprire. Entrano due ragazzi... e mi cade il mondo addosso. Uno dei due ragazzi è Edoardo. Ma da quando è a Milano? Be', comunque, è bellissimo. Bello come sempre. Porta dei jeans neri strappati sulle ginocchia e una maglietta bianca. Appena mi vede fa uno sguardo stralunato, ma poi mi ignora, come se non ci conoscessimo.
«Ciao! Tu sei la nuova coinquilina di Olly?» mi chiede l'altro ragazzo. Lo guardo meglio, e non è niente male: è alto e ha i capelli biondi e gli occhi azzurri.
«Sí» rispondo. All'improvviso non sono più imbarazzata, e riesco a parlare normalmente, senza balbettare. Sarà il coraggio che mi ha causato la presenza di Edoardo.
«Mi chiamo Eleonora» dico al ragazzo biondo, stringendogli la mano.
«Piacere. Io sono Marco.»
Gli sorrido, e nel mentre continuo a lanciare occhiate a Edoardo. Olly se ne accorge, perché mi chiede: «Voi due vi conoscete?»
«Sí» rispondo istantaneamente. La mia bocca ha risposto da sola. Edoardo mi punta addosso uno sguardo di fuoco: evidentemente non voleva far sapere che io e lui ci conoscessimo.
«Che bello! E come vi siete conosciuti?» domanda Olly, con un po' troppo interesse.
Sai cosa, Edoardo? Beccati questa.
«Sono la sua ex» rispondo, in un soffio.
Olly fa un colpo di tosse per nascondere la sopresa e Marco sembra molto sorpreso, mentre Edoardo mi guarda con occhi assassini.
«Vabbè. Noi usciamo.», mi comunica Olly, per sviare il discorso. La ringrazierò più tardi.

incantava - an epic loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora