PASSAGGIO

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Proprio mentre mi sto allontanando da quel fatidico muretto, sento una voce che mi chiama. La sua voce.
«Ele aspetta!»
Alzo gli occhi al cielo: mi sto già stancando di fingere. Nonostante questo, mi giro verso la sua figura.
«Ti accompagno a casa», mi dice, con un tono che non ammette repliche.
Vorrei rifiutare solo per fargli un dispetto, ma poi mi rendo conto che per arrivare a casa ci vogliono dieci minuti in macchina, figuriamoci a piedi. Guardo l'orologio: le undici e mezza. Olly ha detto che vuole tornare alle due, ma io sono già stufa di stare in questo locale, perciò annuisco e lo seguo verso la sua macchina.
Si dirige verso la sua Ferrari rossa, inutile dire che ci guardano tutti. Non mi è mai piaciuto stare al centro delle attenzioni: infatti mentre cammino tengo la testa china. Noto che Edoardo se ne è accorto, e si sforza di non sorridere. Quando finalmente salgo in macchina, appoggio la testa sul vetro del finestrino e mi perdo nella musica.
In radio passa "Superclassico".
La mia solita fortuna.
Era la nostra canzone, e mi sforzo di cacciare indietro le lacrime che mi pungono gli occhi.
E c'è una parte di te
Che è una parte di me
Che non andrà via in un attimo
Edoardo si gira verso di me: evidentemente anche lui si ricorda che questa era la nostra canzone.
«Da quanto hai una Ferrari?», gli chiedo, per non ascoltare la canzone che ogni volta mi da una pugnalata al cuore.
«Be', mi ero stancato della mia Audi...» dice, strafottente.
Alzo gli occhi al cielo.
«Così mio padre mi ha regalato questo gioiellino» dice, fiero.
Strabuzzo gli occhi, ma mi riprendo subito, cercando di mascherare la sorpresa.
Suo padre? Da quanto mi ricordavo lui e suo padre non avevano un buon rapporto: a malapena si parlavano. Mentre sono persa nei miei pensieri, la macchina di Edoardo si ferma davanti a casa mia.
«Be', grazie» gli dico, facendo un sorriso.
Lui mi sorride, e poi mi augura la buonanotte.
Scendo dalla macchina e finalmente entro dentro casa chiudendomi la porta alle spalle.
Tiro un sospiro di sollievo: non ce la facevo più a stare con Edoardo.
[...]
Un trillo fastidioso mi sveglia. Allungo il braccio per spegnere la sveglia e controllo l'ora: le sei. Mi sono svegliata molto presto, perché voglio che il mio primo giorno di università sia perfetto. Mi alzo, seppur di malavoglia, e mi dirigo come un'automa verso il bagno. Mi faccio una doccia, lavandomi anche i capelli, e quando esco torno in camera per decidere come vestirmi. Alla fine scelgo una camicia a scacchi con dei jeans strappati neri. Dato che la camicia da sola non mi piace molto, scelgo di indossarci sopra un maglione color beige, mentre ai piedi metto degli stivaletti color marroncino con il tacco.
Decido di truccarmi molto leggera: un filo di mascara e un po' di burrocacao.
Arriccio un po' i capelli sulle punte e... direi che sono pronta. Come tocco finale scelgo di indossare anche un cappellino color blu.

Arrivo nell'aula del corso di letteratura, ma dentro c'è soltanto un ragazzo

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Arrivo nell'aula del corso di letteratura, ma dentro c'è soltanto un ragazzo. Dove sono tutti? Decido di sedermi di fianco a questo ragazzo. Chissà, forse sarà il mio primo nuovo amico. Come inizio la conversazione?
«Dove sono tutti?», gli chiedo.
«Staranno correndo come dei matti per arrivare in orario», scherza.
Già mi sta simpatico.
«Io sono Eleonora»
«Piacere, Leonardo.»
Chiacchieriamo un po' mentre l'aula si riempie. Scopro che vive molto vicino all'università, e che suo padre ne è il rettore. Appena finisce la lezione mi metto a correre per arrivare in orario al corso di economia, e quando entro vedo Leonardo seduto in prima fila.
Mi siedo di nuovo accanto a lui.
«Ciao di nuovo», lo saluto ridendo.
Mi sorride, e iniziamo a parlare un po' finché il professore inizia a parlare e a distribuire gli orari delle lezioni.
Mentre il professore sta parlando sento muoversi la sedia accanto alla mia, e mi giro curiosa, per vedere chi è.
Mi si gela il sangue nelle vene. Edoardo.
Non è possibile, mi sta perseguitando.
«Ciao», mi saluta, con un gran sorrisone.
«Ciao»
Mi giro subito verso Leonardo: non ho voglia di prolungare la conversazione con lui. Fortunatamente la lezione finisce velocemente e mi dirigo a passo svelto fuori dall'aula, con Edoardo alle calcagna.
Mi avvio di corsa verso il bar, sperando di seminare Edoardo. Decido di prendere un caffè, magari mi da un po' di energia.
«Eleonora, giusto?» chiede una voce alle mie spalle.
Mi giro, e vedo una ragazza minuta con i capelli biondi molto corti. La riconosco subito: è nel gruppo di Olly ed Edoardo.
«Sí, giusto» rispondo.
«Stasera c'è un evento. Vieni?»
Roteo gli occhi al cielo, per farle capire che non voglio avere niente a che fare con nessuno di loro, e poi mi volto verso il bancone.
Per fortuna è il mio turno di ordinare: prendo un cappuccino con la crema, sperando che nel mentre la ragazza dai capelli biondi sia andata via. Con mia grande sorpresa, quando mi volto se ne è andata. Perfetto. Non avrei avuto voglia di prolungare la conversazione con una persona che ha parlato alle mie spalle. Dopo aver preso il caffè, mi precipito nell'aula di letteratura inglese. Prendo posto vicino a Leonardo e tiro fuori l'astuccio e un quaderno. È impressionante: io e Leonardo abbiamo un sacco di corsi in comune. Be', almeno avrò qualcuno con cui parlare. Persa nei miei pensieri, sento muoversi la sedia accanto alla mia. Mi giro lentamente, pregando che non sia il ragazzo strafottente di cui sono innamorata.
Smettila, Eleonora.
E invece eccolo qua accanto a me, che mi sorride come un idiota. Mi giro subito verso Leonardo e tento di avviare una conversazione. Alla fine ci mettiamo a chiacchierare della sua ragazza, e mi dice che presto me la farà conoscere.
Appena il professore inizia a parlare, mi concentro e inizio a prendere appunti.
«Lunedì inizieremo la settimana dedicata a Cime Tempestose», annuncia il professore.
Faccio un gran sorriso. Avrò letto quel romanzo almeno trenta volte, e lo rileggerei altre trenta. È in assoluto il mio romanzo preferito, e sono molto contenta che la prossima settimana sia proprio dedicata a quello.
Torno a casa, dove trovo Olly stravaccata sul divano. Faccio del mio meglio per farle un sorriso dolce, ma non penso di esserci riuscita.
«Ehi! Stasera c'è un evento! Vieni?»
Anche lei no.
Ma poi mi riviene in mente la scommessa. E se stasera potessi scoprire qualcosa?
«Va bene» rispondo, senza pensarci due volte.
Lei strilla felice, e io corro in camera per decidere come vestirmi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 26, 2020 ⏰

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