FINGERE

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Io e Olly raggiungiamo un gruppo di persone su un divanetto di pelle bianco, che è nascosto dietro un muretto di mattoni

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Io e Olly raggiungiamo un gruppo di persone su un divanetto di pelle bianco, che è nascosto dietro un muretto di mattoni. Ovviamente - ovviamente... - tra le persone sul divanetto purtroppo c'è anche Edoardo.
«Lei è Eleonora, la mia nuova coinquilina», mi presenta a tutti Olly.
Un ragazzo la guarda strano, e comincia a dire: «Lo so, è tutto ieri che parliamo di questa rag-» ma Olly lo fulmina con un'occhiata.
Ma è uno scherzo?
Be', volevo farmi degli amici, ma quando scopro che delle persone mi parlano alle spalle non so stare zitta.
«Ah sí? E di cosa avete parlato? Delle scopate che mi facevo con Edoardo? Non mi conoscete per niente, quindi chiudete il becco», dico acida, e poi me ne vado. Mi dispiace di aver risposto un po' male, ma sono dell'idea che le cose si devono dire in faccia. Persa nei miei pensieri, decido di andare a cercare un bagno, ma non lo trovo, così chiedo alla barista, che mi dice che è in fondo al locale. Una volta individuato il bagno, tiro un sospiro di sollievo, e mi dirigo in quella direzione. Apro la porta del bagno... e rischio di vomitare. C'è una ragazza bionda seduta sul lavandino con le gambe attorcigliate alla vita di un ragazzo. E quel che è peggio è che quel ragazzo è Edoardo. Sento un groppo salirmi in gola, ma lo ricaccio subito indietro. Se mi farò vedere fragile davanti ad Edoardo lui otterrà solo ciò che vuole: io che sto male per lui, mentre lui si gode la sua nuova vita fregandosene di me.
Edoardo e la ragazza - che se non sbaglio era una del gruppo di Olly - sembrano non accorgersi che in quel bagno ci sono anch'io. Finché non mi chiarisco la voce. Edoardo si stacca e si volta verso di me con aria soddisfatta: sono abbastanza sicura che lui mi aveva visto entrare. La ragazza invece sembra infastidita dalla mia presenza, e sibila: «Posso esserti utile?»
È ora di tirare fuori le palle, Eleonora.
«No, tu no. Però mi farebbe piacere se vi levaste dal cazzo da questo bagno e andaste a cercare una camera», dico, impassibile.
La ragazza mi guarda indispettita. Ben ti sta.
Finalmente escono dal bagno e io mi chiudo dentro. Controllo se Filippo mi abbia chiamato ma non trovo nessuna chiamata persa, così vado a cercare Olly. Sto per raggiungere il divano, quando sento Edoardo parlare. Istintivamente, mi accovaccio dietro il muretto, per non farmi vedere. Non so neanch'io perché l'ho fatto, non sono una che origlia. Ma proprio quando sto per rialzarmi, sento la voce di Edoardo.
«Ma sí, era stracotta di me»
«Non te la tirare Incanti», risponde una voce femminile.
«Io non ci credo», interviene una voce maschile.
«Bene, allora. Se riesco a far innamorare di nuovo Eleonora di me entro un mese, mi dovete cinquecento euro»
No. Non è possibile. Non a me.
Senza farmi vedere, vado nuovamente verso il bagno e mi chiudo dentro, lasciandomi andare a un pianto liberatorio. Lacrime copiose scorrono lungo le mie guance, e non mi disturbo ad asciugarle.
Come può essere così stronzo? Perché a me?
Mentre mi perdo nel dolore, sento squillare il telefono. Guardo, ed è Olly.
Aspetta... ma quindi anche lei è a conoscenza del piano diabolico di Edoardo! Forse mi sta chiamando per dirmelo...
Mi schiarisco la voce, cercando di farla tornare normale, e rispondo.
«Ehi!»
«Ele! Dove sei?»
«Ehm, sono con un ragazzo» mento.
«Ah.»
«C'è qualche problema?» domando.
«No, nessuno. Senti, io pensavo di tornare a casa per le due, a te va bene?»
«Certo.»
E richiude la chiamata. Perfetto. La mia coinquilina è una vipera. Adesso capisco la scelta di indossare gli orecchini a forma di serpente.
Guardo l'orologio: sono le undici.
Cazzo, il tempo è volato. Decido di andare fuori a prendere una boccata d'aria, e ovviamente incontro Edoardo.
Fingo di non averlo visto e mi siedo su un muretto di mattoni, mentre tiro fuori dalla mia borsetta una sigaretta. La accendo, e mi perdo nel fumo che si alza verso l'alto.
Mi viene in mente che Edoardo non mi ha mai vista fumare, quindi probabilmente si sta chiedendo quando ho iniziato. O forse no. Forse se ne frega. Sento qualcosa muoversi dietro di me e vedo una figura che si siede accanto a me. Inutile dire che è Edoardo.
«Ehi.»
Lo ignoro.
«Da quando fumi, Ele?»
Mi giro di scatto verso di lui.
«Chiamami Eleonora», rispondo acida.
Alza gli occhi al cielo, ma continua.
«Siamo ripartiti con il piede sbagliato. Dai, ricominciamo da zero.»
Inutile dire che fa tutto parte della sua scommessa. Mi viene in mente un'idea: potrei stare al gioco e smascherarli tutti quando mi diranno che era una scommessa. Scaccio quel pensiero: sarebbe un'idea ridicola. Ma quando mai ho buone idee io?
«Amici?» chiede, con un sorrisetto.
«Amici» rispondo, stringendogli la mano.
«Non hai risposto alla mia domanda», osserva.
Già mi sta dando sui nervi.
«Quale?» chiedo, facendo la finta tonta.
«Da quando fumi?»
«Be', anche quando stavo con te fumavo. Ho iniziato in terza superiore» ammetto.
Sembra sorpreso. In realtà ci sono un sacco di cose che non sa di me, ma questo particolare non glielo dico.
All'improvviso si avvicina, e io mi irrigidisco.
«Posso fare un tiro?» chiede.
Che schifo. Non posso pensare di condividere una sigaretta con Edoardo, lo stesso ragazzo che mi ha tradita nove mesi fa con una sconosciuta. Be', era ubriaco, ma non me ne importa. Mi ha tradita e basta. Il solo pensiero delle sue labbra - le stesse labbra che hanno baciato quella sconosciuta in discoteca - che sfiorano il filtro mi fa torcere lo stomaco. Gli passo la sigaretta e gli dico: «Finiscila tu. Tanto non mi andava più.»
Poi mi alzo dal muretto, piantandolo in asso.

incantava - an epic loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora