The fog

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Erano ritornati al campo da due ore.
Durante il viaggio di ritorno nessuno aveva parlato con Finn, infatti il ragazzo era seduto in un tavolo da solo.

Alexa si avvicinò a lui.
Non giustificava quello che aveva fatto, ma tutti loro avevano ucciso qualcuno, e inoltre lei sapeva quanto fosse orribile rimanere soli a crogiolarsi nei sensi di colpa.

"Ciao." Disse sedendosi affianco a lui.
Il ragazzo la guardò sorpreso, come se non si aspettasse che qualcuno gli parlasse, poi ricambiò il saluto con un cenno del capo.

"Sei venuta a farmi una ramanzina?" Chiese lui.
"Nah, adesso non ne ho voglia." Rispose tranquillamente alzando le spalle.
"E allora perché sei qui?" Chiese lui confuso.
"Dimmelo tu." Lui la guardò ancora più confuso. "Vuoi parlarne? Vuoi sfogarti? Vuoi fare finta di nulla? Vuoi stare in silenzio? Vuoi urlare? O vuoi semplicemente stare solo? Dimmelo tu."

"Tu sei veramente strana." Affermò Finn scuotendo la testa.
"Concordo pienamente."

Stettero in silenzio per un po' di tempo, e quando Alexa si stava per alzare Finn riparlò.
"Io dovevo farlo." Disse il ragazzo con poca sicurezza senza guardare Alexa.
"Stai cercando di convincere me o te stesso?" Chiese lei.

Finn rimase un paio di secondi a fissare il vuoto in silenzio.
"Perché fai così?"
"In che senso?" Chiese lei aggrottando le sopracciglia.
"Nessuno mi ha più parlato ne guardato in faccia da quando siamo tornati, invece tu vieni qui e mi parli tranquillamente come se non fosse successo nulla, perché?"
"Finn, io non giustifico quello che hai fatto, ma tutti noi abbiamo commesso delle azioni orribili..." Alexa smise di parlare per un paio di secondi, indecisa de continuare o no a parlare. "Io ho ucciso una persona sull'Arca, me ne pento, e solo io so quanto cazzo avrei voluto una persona accanto in quel momento." 

Finn la guardò sorpreso, poi scosse la testa.
"Tu ti penti di quello che hai fatto, io no, perché ho fatto la cosa giusta."

Alexa sospirò.
"Puoi ripeterlo all'infinito, ma i tuoi sensi di colpa non scompariranno." Affermò alzandosi per poi mettere una mano sulla spalla di Finn. "Quando vorrai parlarne io ci sarò."

*****

Erano passati due giorni e i due ragazzi non si erano più parlato.

Alexa era seduta ad un tavolo insieme a Bellamy e Clarke, stavano guardando una mappa di Mount Weather.

"Ok, rincominciamo." Disse Bellamy.
"È un labirinto. Questo tunnel ci ha condotte alla diga, è tutto collegato alle miniere, è la nostra via di ingresso." Spiegò Clarke.
"Evitando i mietitori e gli uomini della montagna." Specificò Bellamy.

"Te lo giuro, se tua madre non autorizzerà una missione andrò da sola." Affermò Alexa.
"Non andresti da sola." Disse Bellamy.
Si guardarono negli occhi per interminabili secondi dimenticandosi di tutto il resto, ma un rumore dietro di loro li riportò alla realtà.

"Il terzo grado è finito." Commentò Bellamy vedendo uscire dalla nave Finn e Murphy.

"Finn come sta?" Chiese a Clarke.
"Non gli ho parlato da quando l'ho rivisto. Non so cosa dirgli." Rispose la ragazza. "Ha continuato a sparare..."
"Siamo in guerra Clarke, l'abbiamo fatto tutti." Affermò Bellamy.

L'argomento della conversazione di avvicinò a loro.
"Ciao."
"Ciao." Lo salutarono tranquillamente Bellamy e Alexa.
"Questo giro lo offro io." Disse Bellamy alzandosi, c'era troppa tensione e aveva capito che Finn voleva parlare da solo con Clarke.

"Io vado a parlare con John." Disse Alexa prima di alzarsi.

"Hey." Alexa raggiunse Murphy che aveva un bicchiere dell'alcol di Monty ritrovato nella navicella. "Hanno finito di interrogarti neanche un minuto fa e stai già bevendo."
"Non puoi farmi la predica, ti devo ricordare di tutti gli alcolici che abbiamo bevuto sull'Arca?" Chiese Murphy ghignando.

The survivors || The 100Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora