You haven't changed

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Alexa stava camminando nei corridoi dell'Arca nel mentre che pensava ad un piano per far evadere Bellamy e John, era stato arrestato anche lui per aver sparato a Raven.

"Alexa." La salutò calorosamente Sinclair, un amico di famiglia e il suo ex capo di lavoro. "Come stai?"
"Bene, grazie. Sai dove il cancelliere tiene Bellamy e John?"

Sinclair le diede le indicazioni e prima ancora che potesse chiederle che cosa volesse fare se ne andò gridando un 'grazie'.

Alexa stava per arrivare alla stanza in cui c'erano i ragazzi quando si sentirono degli spari e delle urla provenienti da fuori.
La ragazza si nascose subito dietro un muro e vide tutte le guardie e suo padre precipitarsi fuori.
Entrò nella stanza e appena i due ragazzi la videro li si illuminarono gli occhi.

"Perché sei qui?" Le chiese Bellamy felice di vederla.
"Volevo essere sicura che voi steste bene." Rispose lei guardando il filo metallico con cui gli avevano legato le mani. "Non posso ancora liberarvi perché le guardie potrebbero tornare a momenti ma troverò il modo."

"Come sta Raven?" Domandò Bellamy.
"Non bene. Il proiettile che ha nella spina dorsale si sta muovendo, la dottoressa Griffin la deve operare." Appena Alexa finì di parlare si sentì un urlo terrificante di Raven.

"Proprio come me al campo dei terrestri, ho fatto il possibile per non parlare ma alla fine.." Disse John che fu interrotto bruscamente da Bellamy.
"Ma alla fine sei crollato e hai detto tutto." Disse il ragazzo con tono carico d'odio.
"Tu non l'avresti fatto perché sei migliore di me." Disse ironico Murphy.
"Proprio così." Asserì Bellamy. "Non sono stato io a dirli dove trovarci."

"La volete piantare?" Esclamò Alexa stufa di sentire i due ragazzi discutere.
"Ci avrebbero trovato anche senza l'aiuto di John." Disse guardando Bellamy che scosse la testa, non era d'accordo con lei.

"Ti fa molto male la ferita?" Chiese quest'ultimo indicando con lo sguardo il braccio della ragazza.
"Nah." Rispose disinteressata, la verità è che le bruciava abbastanza ma non voleva ammetterlo.

"A proposito." Intervenì Murphy. " È vero che ti sei ferita mettendoti in mezzo tra Clarke e un coltello?"
"Si." Biascicò, John la guardò sorpreso.
"Ma tu non sopporti Clarke."
"Lo so, sono rimasta sorpresa anch'io dal mio stesso gesto."

La loro conversazione fu fermata dall'apertura della porta della stanza.
"Alexaaa!" Urlò infuriato il cancelliere appena la vide, persino i due ragazzi arrestati sussultarono.
"Si?" Chiese lei facendo finta di nulla.

Il padre le afferrò il braccio non ferito e la trascinò fuori dalla stanza.

"Lasciami cazzo." Ringhiò cercando di liberarsi, ma la presa del padre era molto decisa.
La portò in un corridoio dove non c'era nessuno per parlare.

"Non puoi fare quello che vuoi tu Alexa. Ci sono delle regole." La rimproverò il cancelliere.
"Me ne fotto delle tue regole." Rispose aggressivamente.

"Possiamo parlare?" Le chiese ignorando quello che aveva appena detto.
Alexa lo guardò male, ma poi sbuffando gli fece un cenno di assenso.

"Io sono consapevole di aver sbagliato tutto. Dopo la morte di Natasha mi sono sentito perso e mi sono concentrato solo sul lavoro. Ero ferito e non ho pensato a chi potessi ferire. So di essere stato a dir poco spregevole.
Mi dispiace per tutto quello che hai dovuto sopportare in questi anni.
Lo so che mi odi e non ti biasimo, tu sei la mia famiglia, la nonna lo era... e io vi ho allontanate della mia vita..." Il cancelliere si interruppe per prendere un respiro profondo, aveva gli occhi lucidi. "Mi dispiace. Mi dispiace per tutto. Non posso tornare indietro per cambiare il passato, ma io sto cercando di cambiare. Io voglio cambiare e ti prometto che non ti succederà più nulla di male."

The survivors || The 100Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora