We are in charge

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Alexa si stese per terra guardando il cielo azzurro con alcune nuvole bianche, sembrava tutto così tranquillo che anche lei si sentì un po' meglio.

Il suo migliore amico era appena partito per un'impresa quasi impossibile, l'altro suo migliore amico era prigioniero a Mount Weather, e il ragazzo per cui provava qualcosa che aveva paura di identificare era a Mount Weather a rischiare la sua vita per i suoi amici.
E come se questo non bastasse doveva scegliere se accettare o no la proposta di Indra.

Voleva avere una chance per cambiare, ma ci sarebbe riuscita?
Aveva ucciso una persona sull'Arca e tante altre sulla terra, quindi quante ancora ne avrebbe ucciso?
Sapeva che avrebbe fatto qualsiasi cosa per salvare i suoi amici, quindi probabilmente non c'era alcuna possibilità per lei di cambiare in quel pianeta così crudele.
Però rimaneva il fatto che non voleva continuare ad essere parte di un popolo che l'aveva quasi sempre disprezzata, era stanca di sopportare gli sguardi giudicatori delle persone, era stanca di sentirsi fuori luogo in qualsiasi posto.
John le aveva detto di fare quello che la rendeva felice e forse unendosi ai terrestri sarebbe stata meglio, o forse no, ma almeno ci voleva provare.

Alexa sospirò spostando lo sguardo sul lago affianco a lei e sentì una morsa dolorosa stringerle il cuore.
Quello era il suo spazio di pace dove, avvolte, aveva parlato con Bellamy. Il ragazzo le mancava terribilmente e sperava con tutta se stessa che stesse bene.

Passò un po' di tempo a fissare tristemente quel lago nel mentre che pensava a Bellamy, ma dopo circa una ventina di minuti si alzò di scatto, quel ragazzo era a Mount Weather a rischiare la vota per i suoi amici, invece lei se ne stava sdraiata a terra ad autocommiserarsi.
No, non poteva fare così. Doveva subito tornare al campo per aiutare gli altri e per rispondere a Bellamy nel caso che li contattasse tramite la radio.

Quando arrivò di corsa davanti al cancello del campo sgranò gli occhi, all'entrata c'erano dei cavalli.
Si avvicinò come ipnotizzata a uno di loro e iniziò con cautela ad accarezzarlo, era rimasta affascinata da quei animali dalla prima volta che li aveva visti sul ponte.

"È bello vero?" Le chiese Klaus comparendo all'improvviso facendola sussultare.
"È bellissimo." Rispose Alexa, guardando un po' storto il terrestre.
Non le era dispiaciuta la sua compagnia quando avevano cenato assieme, ma non si fidava di lui, era strano e non capiva il perché di molti suoi comportamenti.

"Allora?" Chiese lui facendo un passo verso di lei.
"Allora cosa?"
"Hai deciso cosa fare?"
"Perché ti interessa così tanto?" Domandò in tono brusco lei, aveva notato che era troppo interessato alla sua scelta di diventare una terrestre o no, e ciò la infastidiva molto.

Lui non rispose, ma il suo sguardo si perse nel vuoto per un attimo, fu un tempo così breve che Alexa di chiese se se l'era immaginato.
"Sono curioso." Rispose lui alzando le spalle.

Alexa alzò un sopracciglio non convinta di quella risposta, ma per cambiare argomento gli chiese perché quei cavalli erano lì.
"Non lo sai? La ragazza bionda è tornata." Rispose lui.
"Clarke?" Domandò la ragazza sgranando gli occhi.
"Si, e insieme a lei la notizia che Heda ha ordinato a tutti noi di seguire i suoi e i tuoi ordini."

Alexa assunse un'espressione corrucciata, si chiese perché Lexa aveva ordinato quello, ma sapeva che solo una persona sapeva la risposta.
"Ok, ehm... io devo parlare con Clarke." Comunicò la ragazza prima di entrare a Camp Jaha.

Cercò per un po' di tempo, ma non riuscì a trovarlo finché non vide Octavia, che aveva sul volto i disegni tipici dei terrestri e anche la loro capigliatura, sfrecciarle affianco.
"Octavia." La chiamò facendola fermare. "Dov'è Clarke?"
"In infermeria."
La giovane Kane non ebbe neanche il tempo di chiedere che cosa fosse successo che Octavia se ne andò via.

The survivors || The 100Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora