Capitolo 21

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Sei la cosa più vicina al paradiso che io possa mai avere

Capitolo 21

"C-cosa? Insomma, hai capito quello che ti ho detto?"

"Sì, ho capito" dice sorridendo vicino al mio viso.

Così, mentre mi perdo nei suoi occhi mi viene impossibile resistere, mi mordo le labbra provocandolo e infatti ci baciamo. Ci baciamo davvero con passione, è così delicato e focoso che mi fa sciogliere. Poggia una mano sulla mia schiena per avvicinarmi e una sul mio viso mentre io cingo la sua vita con le braccia per sentirlo mio il più possibile. Mi morde il labbro inferiore prima di staccarsi e io ansimo leggermente.

"Tieni" mi dice dopo aver preso una busta regalo colorata.

"Non dovevi" arrossisco prendendolo dalla sua mano.

"Scherzi? È il tuo compleanno e già stasera sarà..." si ferma prima di ferirmi. Ha capito quanto sia delicato come argomento.

"Grazie" dico con poca voce mentre mi risiedo sul divano per aprirlo.

Ci sono dei libri dentro.

Gli ho detto quanto mi piace leggere e, sinceramente, fra i libri non so quale sia il più azzeccato.

Prendo il primo, Noi siamo infinito, so già che lo adorerò.

Il secondo si chiama Angel ed è un libro che parla dell'amore impossibile tra un angelo e un demone.

"Quando ho visto che c'erano riferimenti a Platone ho dovuto prenderlo, mi hai detto che ti piace tanto..." confessa mentre sto fissando imbambolata la copertina bianca candida scolpita da spirali nere.

Poi sul fondo del vista noto delle riviste. Faccio una faccia strana.

"Lascia che ti spieghi" ridacchia uscendole.

"Voglio che leggi attentamente questo che scrivono su di noi" sfoglia le pagine fino ad arrivare alla parte che parla di lui "voglio che tu veda la differenza fra quello che la gente pensa che io sia" indica la pagina dove una sua foto sul palco è stata stampata "e il vero me, quello che hai conosciuto tu" mi alza il mento con due dita e mi lascia un delicato bacio.

"Va bene" sussurro ancora sotto l'effetto di quelle bellissime labbra.

"Grazie ancora" ripongo i regali nella busta.

Sono contenta non mi abbia regalato niente di troppo costoso, ha capito come sono fatta e che mi avrebbe imbarazzata.

"Io devo davvero andare adesso, dovrei anche passare da casa..." comincio a dire.

"Ti accompagno" prende la giacca e le chiavi e andiamo nella sua auto.

Il tragitto comincia in silenzio, alla radio passa una vecchia canzone dei Maroon 5 e gli sono davvero grata del fatto che non mi chieda altro della gara e che non mi stia persuadendo a tirarmi indietro. Mi capisce davvero.

Stringo a me la busta colorata e ripenso a quello che mi ha detto.

Vuole che sia la sua ragazza, dopo tutto quello che gli ho detto.

"Harry io lo vorrei" dico dal nulla.

"Di che parli?" Chiede confuso abbassando il volume dello stereo.

"Vorrei essere la tua ragazza ma credo che tu mi conosca troppo poco"

"Che c'è oltre alle gare? Spacci?" Prova a sdrammatizzare.

Ci risiamo, prende tutto alla leggera, come sempre.

"Ho picchiato una ragazza" dico abbassando lo sguardo ma posso benissimo vederlo sussultare.

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