chapter 12

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mi alzai piano, cercando di non far rumore. misi la prima felpa che trovai sparsa tra le mie cose...era sua. mi presi qualche attimo per assaporare il profumo che emanava, poi uscii di casa, ancora silenziosamente. non avevo voglia di fare troppa strada, mi sedetti sui gradini all'ingresso del condominio. poi lo chiamai.
"ei" disse con voce rauca. col calare della sera, calava anche la sua voce; era una cosa che avevo imparato vivendolo.
"ciao."
"allora hai intenzione di dirmi dove sei o vuoi lasciare il lavoro alla mia immaginazione?" mh, mi aspettavo un'affermazione del genere.
"ci arriverò."
"beh ti avviso, ho un immaginazione fervida..."
"lo so" placai subito i suoi istinti.
"sono a casa di un'amica, domani dopo scuola ho un colloquio nel ristorante in cui lavora lei." avevo sintetizzato le ultime cinque ore in una manciata di secondi.
"oh."
"è tutto quello che hai da dire? oh?"
"cosa dovrei dirti?" dopo sospirò.
"mi manchi" affermai d'un tratto. non m'interessava apparire troppo appiccicosa, mi sentivo di dirlo. di sera eravamo tutti un po' più sinceri, un po' più coraggiosi.
"anche tu mi manchi" rispose dopo aver inspirato forte. passò una macchina.
"dove sei adesso?" mi chiese quasi preoccupato.
"davanti casa. cioè, casa della mia amica."
"mh."
"tu dove sei?" forse era una domanda stupida.
"sul balcone." mi venne in mente la notte scorsa, io e lui soltanto, roma sotto le nostre suole consumate.
"ho avuto paura ti fosse successo qualcosa. mi hai lasciato sulle spine fino ad ora" affermò dopo qualche istante di silenzio. gesù, ero solo un'egoista.
"mi dispiace, sul serio. ho parlato prima con mia madre, si, prima di prendere qualsiasi decisione. dopo sono venuta qui, quasi impulsivamente, ed è stato surreale, come se avessi visto la fine di un capitolo della mia vita e il cominciarne di un nuovo, proprio davanti ai miei occhi. e poi è andata a finire che ho pensato, insomma sai com'è...dopo tutto, ho ancora un gran peso sullo stomaco e l'aria mi manca." come ho già detto...sincerità.
"lo so. non volevo fartene una colpa. fa male sentirmi dire come stai" disse quasi mormorando.
"e tu come stai?" attimi di silenzio.
"come sempre bro." sorrisi udendo il "bro" pronunciato da lui. amavo che nonostante tutto continuassimo a chiamarci così.
"domani vedo degli amici. ci sarà anche william." cazzo. era l'ultima cosa a cui stessi pensando in quel momento.
"okay...e?" prima arrivava al dunque, meglio era.
"e tu non sei qui per potermi frenare dal qualsiasi cosa mi passi per la testa" disse, e io sapevo stesse sorridendo. sorrisi anche io, nonostante non potesse vedermi.
"e che cosa ti passa per la testa?" un po' volevo sfidarlo, lo ammetto.
"boh m'immagino una scena. io che all'inizio faccio finta di nulla, poi lui che fa una battutina e allora gli tiro un dritto sul naso, ma non abbastanza forte da romperglielo perchè sennò poi un po' mi farebbe pena. alla fine lui mi chiederebbe perchè l'abbia fatto e io gli risponderei perchè sei mia." all'udito delle ultime parole percepii un tonfo nel petto. ero sua.
"ti prego, non fargli male" commentai soltanto, ancora divertita.
"solo se fa lo stronzo, giuro." quel ragazzo era sempre stronzo, già sapevo come sarebbe andata a finire.
"allora tu promettimi che non ti caccerai in nessun guaio."
"te l'ho già detto, non posso promettertelo..." sospirò lui. infondo lo capivo.
"piuttosto tu; hai già combinato un bel casino, rompi."
"so che è una questione di tempo. prima o poi si sistemerà tutto. qui non si sta male, comunque." era ciò che pensavo davvero. d'altronde era questo che facevo con lui, estraniavo i miei pensieri, così che diventassero anche suoi, nostri.
"ti va di fumare?" mi chiese poi all'improvviso. io sentii quel solito vuoto nello stomaco, non ce la facevo.
"non ce la faccio, dami."
"perché?" chiese allarmato. io restai un secondo in silenzio.
"va tutto bene?" continuò, quasi timido. mi si scioglieva il cuore, era adorabilmente premuroso.
"si, è che vorrei fossi qui." lui sospirò ancora.
"scusa, ora la smetto" proseguii, un po' sentendomi in colpa.
"non devi scusarti, piantala. anche io vorrei essere lì, più di ogni altra cosa. però...ci sono, okay?" mi vennero gli occhi lucidi, maledetta la mia sensibilità.
"okay" risposi con voce rotta.
"ho buttato nel cesso le tue pastiglie, quelle che hai lasciato qui." non capivo perché me lo stesse dicendo. io non dissi nulla.
"ei ci sei? ti sento distante." certo dami, certo che ero distante.
"si" risposi solo, un po' per confermare il suo presentimento.
"se vuoi ci sentiamo domani.."
"no, ti prego" lo supplicai ancora con tono tremante.
"non posso immaginare di smettere di sentire la tua voce, non ora, non ancora."
"cristo luna..."
"cosa?" non capivo.
"perchè? perchè io?" continuavo a non capire. restai in silenzio in attesa di spiegazioni.
"fra tutte le persone, perché hai scelto me? ..io porto solo guai." i ruoli si stavano invertendo, non ci volevo credere.
"cazzo dami, lo sai perché! non volevo farti star male, però non pensare più queste stronzate."
"ed io non voglio che tu stia male perché un coglione non è stato capace di tenerti!" mi aveva lasciato senza parole, come quasi sempre.
"lo sai che non è colpa tua..." riuscii a dire con un filo di voce.
"eppure mi sento come se lo fosse." stavo soffrendo al posto suo, sentivo il suo cuore creparsi assieme al mio.
"siamo un casino.." mormorai ancora sul punto di crollare. lui non disse nulla.
"te l'ho detto, in ogni caso. preferisco soffrire che non averti. se mi lasciassi non riuscirei ad andare avanti, ora lo faccio per te." non sapevo nemmeno io dove trovassi le forze di dire queste parole.
"tu sei l'unica ragione per me. lo sei sempre stata" affermò poi lui. mi tremavano un po' le gambe, e non era il freddo. avevo voglia di abbracciarlo, e non poterlo fare mi uccideva. restammo a parlare per le successive due ore, parevano esser passati pochi minuti quando tornai in camera, ancora con la sua voce in testa. mi addormentai a fatica, sperando di sognare il suo volto. sperando che anche solo per poco tempo, fossi riuscita a vivere una vita che non fosse la mia di quell'istante, a vivere la felicità che, insieme al dolore più atroce, solo il ricordo del passato riusciva a darmi.

soli in due ~ tha Supreme fan fiction Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora