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I know my soul's freezing
Hell's hot for good reason, so please, take me
Three lights are lit but the fourth one's out
I can tell 'cause it's a bit darker than the last night's bout
I forgot about the drought of light bulbs in this house
So I head out, down a route I think is heading south
But I'm not good with directions and I hide behind my mouth
I'm a pro at imperfections and I'm best friends with my doubt

I concerti in Asia erano relativamente ridotti, ancheperché Tyler e Josh non erano molto gettonati da quelle parti. Tutti noipreferivamo i concerti piccoli, più semplici da organizzare e gestire. C'eracomunque un gran da fare per preparare il palco e le attrezzature e anch'iodovevo sgobbare per tutta la sala. Avevo la mente da un'altra parte mentrespingevo vicino al palco una delle casse contenente gli amplificatori, eroancora scossa dai pensieri della sera prima.
«Ary ma che fai? Quella va' vicino all'impalcatura! Al palco vanno gliamplificatori piccoli, dovresti saperlo!» mi rimproverò Mike, facendomi notareche avevo preso la cassa sbagliata.
«Cazzo, scusa! Adesso la sposto e prendo l'altra.» risposi dispiaciuta.
«Sbrigati però, che poi mi servi all'entrata ovest a sistemare le transenne.»
«Ok!»
Feci un respiro ignorando il continuo martellare nel mio cranio e usai tutta lamia forza per spingere fino all'impalcatura dei tecnici la pesante cassa nera.Poi andai a recuperare gli altri amplificatori, che fortunatamente erano piùleggeri, e li portai fino a bordo palco dove Joey e Rudy cominciarono ascaricarli e disporli. Avevo già il fiatone, ma feci una corsa fino a luogoindicato da Mike per aiutare Randy con le transenne. Dovevamo disporle in mododa formare un percorso sicuro e funzionale per l'entrata del pubblico nellasala. Lo stesso stavano facendo Ryan e Joanna all'entrata ovest. Quelle grigliedi metallo erano molto più pesanti di quanto sembrassero, feci molta fatica nonostantesia la mia forza fisica che la resistenza fossero parecchio miglioratadall'inizio del tour. Sistemata l'ultima transenna percepii un rivolo di sudorescendermi lungo la schiena. Rabbrividii leggermente schifata, così mi diressinel camerino dove avevamo ammucchiato le nostre cose. Mi tolsi l'indumentosudato venendo subito colpita da una piacevole sensazione di freschezza, avreivoluto restare in reggiseno per il resto della giornata. Recuperai con moltacalma la canottiera pulita e approfittai anche per bere un sorso d'acqua.Essendo sola, mi posizionai davanti al grande specchio presente per atteggiarmicome se fossi una spogliarellista o una figa atomica.
«Ehi ciao...ma quanto sei gnocca..» sussurrai alla mia immagine riflessaammiccando e posando come una modella. Spesso facevo cose strane quando erosola. Stavo combattendo col forte desiderio di rovesciarmi addosso l'interabottiglietta d'acqua quando Josh comparì sulla porta. Entrambi sobbalzammoimbarazzati, io perché mi aveva beccata in un momento bizzarro e lui perché miaveva beccata mezza nuda e in un momento bizzarro.
«Ehi, umh...scusa.» farfugliò lui con un leggero rossore in viso mentre i suoiocchi si spostavano a intermittenza dal mio corpo a qualche punto indefinitodella stanza.
«Io stavo, emh, mi stavo cambiando.» dissi con un sorrisino e lo sguardo terrorizzato.
«Oh, sì, certamente.» confermò con tono da chi ti ha beccata in flagrante macomprende benissimo.
Passarono alcuni secondi di imbarazzante silenzio. «Facciamo che non neparliamo mai, ok?» sputai all'improvviso.
«Sì, assolutamente.» si affrettò ad appoggiare la mia idea.
«Beh adesso devo tornare a spostare cose, ci vediamo di là.» conclusi. Miinfilai velocemente la canottiera e sgusciai via. Credo sia stata la peggiorefigura di merda che abbia fatto con lui. D'altro canto anch'io avevo assistitoad alcuni suoi momenti imbarazzanti; una volta avevo trovato lui e Tylerintenti a palparsi i pettorali a vicenda, mi dissero che stavano confrontandola consistenza perché Josh era convinto di essere anormale. Superai rapidamentel'accaduto e tornai al lavoro, dovevo dare una pulita al palco e alla zonaadiacente ad esso assieme a Kristy e George, infine avrei aiutato nellasupervisione dell'entrata del pubblico. Il concerto fu piuttosto tranquillo,per modo di dire. Gli asiatici erano meno scatenati, e assatanati, rispetto aifan degli altri Paesi. Al termine impacchettammo nuovamente le attrezzature etornammo all'hotel. Passai il breve viaggio nel minibus a guardare fuori dalfinestrino rigirandomi il telefono tra le mani, ascoltando i commenti sullaserata. Fui tra gli ultimi a scendere dalla vettura quando giungemmo adestinazione. Chiusi la portiera con un sospiro e mi fermai sul ciglio delmarciapiede a osservare il mezzo allontanarsi tra le affascinanti luci dellacittà. Seguii gli altri lungo il percorso verso le camere già pregustandomi illetto che sarebbe stato testimone dei miei tormenti. Mancavano pochi metri allaporta quando Josh mi chiamò.
«Ary aspetta.» disse afferrandomi il braccio e tirandomi verso di lui. Andaiquasi a sbattere il viso sul suo petto. Di conseguenza mi appoggiaiistintivamente al suo corpo avvolgendolo in un abbraccio. «Tutto ok?» sussurròricambiando l'abbraccio. Mi staccai per guardarlo negli occhi, facendoglicapire che non mi sentivo granché bene. La sua espressione mutò diventandointerrogativa e leggermente preoccupata. Lo presi per mano e lo trascinai lungoil corridoio fino ad arrivare all'uscita d'emergenza che dava sulle scaleantincendio. Ci sedemmo sugli scalini, io mi appoggiai alla fredda ringhiera dimetallo osservando la via sottostante.
«Ti chiedi mai quando è il momento di dire chissene frega? E quindi smetterladi vivere quassù, e cominciare a vivere quaggiù?» presi parola, citando 8 Mile,tracciando delle linee immaginarie con la mano.
Josh mi fissò perplesso per alcuni secondi prima di aprire bocca. «Che èsuccesso?»
«Sento che qualunque sforzo io faccia non mi porti a nulla.» risposicontinuando a usare un tono di voce talmente depresso che in confronto unfunerale sarebbe sembrato allegro.
«Sforzi riguardo a cosa?»
«A tutto. Ai miei progetti più che altro.» spiegai. Lui stava per direqualcosa, ma lo anticipai: «Sai, col tempo le persone cambiano, le cosecambiano, e noi non ci possiamo fare niente. Possiamo sforzarci quanto ci pare,ma certe cose sono inevitabili.»
«Non ti ho mai vista così...depressa, scoraggiata.» disse turbato «Come mai tisono venuti questi pensieri?»
«Ieri sono stata al telefono con la mia amica, era da un po' che non cisentivamo. Se non sono impegnata io, è impegnata lei, e risulta difficiletrovare dei momenti per sentirci. Ma non solo perché io sono qui, anche primaera così. E ho iniziato a pensare al futuro, a quando finirà il tour e torneròa casa alla mia vita di prima, sola. E sarò di nuovo bloccata senza viad'uscita, perché per quanto io voglia trasferirmi e tutto quanto, non so dadove cominciare.» conclusi con un sospiro rassegnato. Guardai un gatto che girovagavanella strada sottostante, evitando lo sguardo scosso di Josh. Passarono quelliche mi sembrarono degli interminabili attimi di silenzio. Nonostante ormai alui potessi confessare qualunque cosa, sentivo comunque la pelle bruciare e ilcuore pronto a esplodere per la paura di cosa potesse pensare.
«Hai ragione a dire che certe cose sono inevitabili, ma non per questo tuttoandrà di merda. E tu sei perfettamente in grado di fare le cose che vuoi,insomma guardati. Sei...» ci pensò un attimo, per poi ridacchiare leggermente «Untornado che incontra un vulcano. Non pensarci, dai. Manca ancora un sacco ditempo alla fine tour, ancora tante città da vedere e concerti da fare. Avrai mee Tyler tra i piedi ancora per un bel po'. E poi troveremo il modo di startitra i piedi anche oltre oceano.»
Accennai un sorriso. «Come fai a sapere sempre cosa dirmi?»
«Perché ti conosco. Conosco te, i tuoi problemi e le tue strane manie. E soanche che tra poco ti farò ridere.» sentenziò pavoneggiandosi.
«Ah davvero?»
In men che non si dica cominciò a farmi il solletico alla pancia senza sosta,ignorando le mie suppliche miste a gridolini molesti e risate. «Te l'avevodetto!» esclamò, fermandosi finalmente.
«Così non vale!» protestai ancora affannata dandogli uno spintone.
«Oh non fare la difficile.» mi prese in giro.
«Oh non fare lo stronzo.» risposi a tono.
Mi mise un braccio attorno al collo e mi tirò su di sé come se dovesse farmi idispetti. «Sì ti voglio bene anch'io.» ridacchiò fingendo noncuranza.
Cazzo, era la prima volta che me lo diceva. Era chiaro che mi voleva bene, losapevo benissimo, ma sentirglielo dire fu come accendere una luce nella neraoscurità che aleggiava dentro me. Era bello sentirmi di nuovo la testaalleggerita e tranquilla. Soprattutto era bello stare con Josh. E sì, avevoancora molto tempo da passare con lui, eppure sembrava volare. Difatti non feciin tempo a scoprire Taipei che già mi trovavo sull'aereo per approdare a Shanghai.
«Hai smesso con i pensieri pessimisti?» chiese Josh passandomi gli Oreo alburro d'arachidi.
«Ah sì, dai. Adesso è di nuovo ok.»
«Lo sai che prima ti sei persa la cameriera che ci provava con Rudy e lui superimbarazzato che cercava di mostrare la fede in tutti i modi possibili?» disseTyler spuntando dal sedile anteriore.
«Dovevi vederlo! Era tipo..."Sì sono americano", "Il caffè è ottimo, grazie".»intervenne Mike, seduto accanto al castano, gesticolando spropositatamente conle mani imitando la voce di Rudy.
«Non sapevo come rifiutarla gentilmente, ok? Erano anni che qualcuno nonflirtava con me!» si lamentò il diretto interessato dall'altro lato dell'aereo.
Durante l'atterraggio rimasi appiccicata al finestrino ammirando i maestosipalazzi sottostanti. Il nostro hotel si affacciava sul fiume che attraversavala città, regalandoci una maestosa vista dei palazzi. Passai il resto dellagiornata a riposarmi. Il viaggio, seppur breve, mi aveva tolto tutte leenergie. Non vedevo l'ora di partecipare alla grande festa in maschera in unadelle piazze della città, adoravo il mio costume. Prima però dovevoconcentrarmi sul concerto svoltosi il giorno seguente. La parte più complessaera la gestione del pubblico, a volte era davvero snervante ripetere incontinuazione le istruzioni a una massa esaltata. Almeno il pensiero diassistere allo show alleviava quel frustrante compito. Non appena feci ritornoall'hotel tirai fuori il mio costume da sposa zombie, volevo iniziare già aprepararlo per la sera successiva. Scartai la confezione in plastica e appesiil vestitino a una delle antedell'armadio.
«Sei impaziente che Josh ti veda con quello?» mi prese in giro Kristy uscendodal bagno.
«Un po'. Comunque voglio preparare tutto in anticipo, così domani sera non ciimpiegherò ore.» spiegai fissando pensierosa l'abito.
«Sarai perfetta e super sexy, tranquilla.» sospirò lei mettendosi a letto «Iodormo, sono esausta, notte!»
«Buonanotte Kriss.»
La bionda spense la luce della sua abatjour e si voltò dal lato opposto, ioinvece raggiunsi le mie valigie cercando gli accessori per l'outfit. Il velo ela giarrettiera erano già compresi, quindi avevo acquistato solo dei guanti inpizzo a cui avrei tagliato le dita e un cocker bianco. Per le scarpe non avevograndi pretese, le mie solite Vans sarebbero state perfette. L'unica cosa chemi mancava, e a cui non avevo pensato, erano delle calze a rete. L'indomani mene sarei procurata un paio bianche in qualche modo. Guardai l'ora, era quasil'una. Decisi di mettermi a dormire anch'io sebbene non avessi granché sonno. Misvegliai la mattina seguente, la luce penetrante dalla tapparella sembravavolermi bucare le palpebre. Il suono ovattato dell'acqua scrosciante delladoccia era piuttosto rilassante. Mi rigirai sotto al lenzuolo in direzione delletto della bionda, vuoto e sfatto, recuperando il mio telefono dal comodino.Erano le 10 e c'erano un paio di messaggi sul gruppo risalenti a 15 minutiprima: Tyler chiedeva se scendevamo a fare colazione e Kristy aveva rispostoche lei stava per entrare in doccia e io stavo ancora dormendo. Digitai un"Ehilà" prima di richiudere gli occhi e stringere il mio orso di peluche.Ebbene sì, mi ero portata dietro il peluche che usavo per dormire. Lo tenevoben nascosto in valigia, tirandolo fuori solo al momento di dormire erimettendolo via non appena mi alzavo. Solo Kristy era a conoscenza di questosegreto, l'avevo minacciata per obbligarla a tenere la bocca chiusa. Larisposta dei ragazzi non tardò ad arrivare:
Tyler: "Ehilà anche a te, fra 10 minuti saliamo"
Io: "Ook"
Mi alzai stiracchiandomi per aprire la finestra e osservare il panorama urbano,dopodiché mi vestii e misi velocemente in ordine la stanza. La biondafinalmente uscì dal bagno, ancora coi capelli fradici, così potei sistemarmiprima dell'arrivo dei ragazzi. Kristy spense il phon pochi secondi prima che lefamiliari voci di Tyler e Josh fecero capolino nella stanza.
«Spero siate vestite!» esclamò il castano spalancando la porta.
«Vi abbiamo portato la colazione.» sorrise Josh entrando con bicchieri di cartae sacchetti.
«Oh ragazzi, grazie, siete meravigliosi!» disse contenta la bionda mettendo viail phon «Cosa mi avete preso?»
Tyler chiuse la porta della nostra stanza e aiutò l'amico con la colazione. Preseuno dei bicchieri e il vasetto di yogurt. «Latte macchiato e yogurt alla fruttaper lei, signorina.» scherzò porgendoglieli come un cameriere.
«Molte grazie monsieur.» ridacchiò lei.
Io nel frattempo avevo finito di truccarmi e mi ero seduta sul letto permettermi le scarpe. Josh mi si parò davanti con il suo solito sorriso dolce,reggendo un bicchiere e un sacchetto. «E tu che mi hai portato?» chiesisfoderando il mio sorriso migliore.
«Il tuo preferito, cappuccino grande con una bustina di dolcificante ecroissant alla crema.» rispose sicuro di sé.
«Non finisci mai di stupirmi, Joshua.» sorrisi furba, agguantando poi la miacolazione.
«Non chiamarmi Joshua, è strano.» si lamentò lui sedendosi accanto a me.
«Però è divertente. Joshua.» enfatizzai ancora di più il suo nome.
«Allora io ti chiamo Arianna.»
«Oh no, ti prego! Mi arrendo, Josh.» sospirai fingendomi dispiaciuta eaddentando la brioche.
Ridacchiò e mi diede un leggero spintone. Gli porsi il croissant per farglieloassaggiare e non ci pensò due volte a sporgersi per morderlo, il tuttoguardandomi negli occhi. Fu piuttosto strano e molesto. Anche lui se ne reseconto, difatti si rimise subito seduto composto terminando il contatto visivo.Intanto Kristy stava chiacchierando con Tyler, il quale stava giocando colcapello da cowgirl del costume della ragazza.
«Voi due ragazzi da cosa vi vestite?» domandò pensierosa la bionda.
«Oh beh, in realtà non pensavamo di venire stasera.» si affrettò a dire Tyler.
«Come no?» intervenni io con un'espressione delusa.
«Ci sarà un sacco di gente, ci fermeranno in continuazione...» sospirò seccatoJosh alzandosi.
«Appunto.» il castano si diresse verso la porta insieme all'amico «Ci spiaceragazze, lo sapete che verremmo volentieri.»
«Va bene, pensateci su però, non è lo stesso senza di voi.» li spronò Kristy.
«Ok, a dopo!» ci salutarono entrambi ed uscirono.
Ero triste all'idea che non si sarebbero uniti a noi, d'altro canto la loro argomentazioneera più che valida. Non mi sarei arresa, dovevo trovare un modo per convincerlia venire. Se tra me e Josh poteva davvero esserci qualcosa era necessario chepassassi più tempo possibile con lui, sfoderando tutte le mie armi, e i momentimigliori erano appunto quelli in cui uscivamo a divertirci. Nel primopomeriggio alcuni della crew andarono a fare un giro alla ricerca di uncostume, io, Kristy, Joanna e Alex non eravamo gli unici attirati dalla festa.Noi 4 intanto stavamo facendo le prove generali siccome mancavano poche oreall'inizio. Fu guardando Alex vestito da giocatore di football che mi vennel'illuminazione: con il casco era difficile riconoscerlo, quindi se Tyler eJosh si fossero agghindati allo stesso modo nessuno li avrebbe individuati e diconseguenza fermati. Presi in prestito il casco di Alex, corsi subito fino allaloro camera e bussai insistentemente.
«Arrivo, un secondo!» urlò Josh, aprendo poi la porta. «Ehi, che succede?»
«Metti questo!» gli ordinai porgendogli il casco.
Il ragazzo obbedì confuso. «C'è un particolare motivo per cui mi hai fattomettere un casco da football? E poi, dove l'hai preso?»
Ignorai le sue domande e lo feci spostare davanti a Tyler, il quale se ne stavaal computer seduto sul letto. Quest'ultimo alzò lo sguardo, più confuso diJosh. «Diresti mai che questo è Josh se lo beccassi in giro tra la folla?»chiesi indicandogli la faccia.
«Con quel casco? Mmh, non subito.» rispose perplesso.
«Se mettete uno di questi nessuno vi riconoscerà stasera!» esclamai speranzosa.
«Beh, non saprei...» ribatté lui.
«Tu dici?» intervenne l'altro.
«Ma sì, poi col trucco nessuno vi noterà.» insistei.
«E il tatuaggio? Potrebbero riconoscere quello.» aggiunse Josh.
Il suo braccio, non ci avevo pensato. «Beh...Joanna potrebbe coprirtelo inqualche modo.»
I due si guardarono pensierosi, poco convinti. «Per me si potrebbe anche fare.»disse Tyler facendo spallucce.
«Dai Josh, che ne dici?» gli sorrisi supplichevole.
«Va bene, andiamo.» sospirò arrendevole.
«Grazie!» dissi contenta abbracciandolo.
In genere Josh mi acconsentiva sempre alle mie richieste; c'erano delle voltein cui perfino Tyler mi chiedeva di convincere Josh a fare qualcosa, sapendoche a me non diceva mai di no. Chiamai velocemente Joey per fargli acquistaredue costumi da giocatore di football per i ragazzi. Quando l'uomo fece ritorno,lo braccai nel corridoio per prendere il malloppo: «Joey, hai preso tutto?»
«Certo splendore, ecco i costumi per Tyler e Josh.» disse soddisfattoporgendomi uno dei due sacchetti che reggeva nella mano sinistra.
«Fantastico. E hai anche trovato le calze?»
Frugò dentro l'altro sacchetto da cui estrasse la sottile confezionerettangolare. «Ho preso le più sexy che ho trovato.» ridacchiò malizioso.
«Uh grazie!» ammiccai divertita «Tu da che ti vesti?»
«Sarò un sexy pompiere zombie, vorranno tutte mettere le mani sul mio idrante!Sono pronto a spruzzare su ogni incendio.» asserì con la perversione stampatain volto.
«Quindi ci saranno un sacco di incendi stasera, con le calze che mi hai presofarò prendere fuoco a un sacco di idranti e vedrai che spruzzate!» ribattei ioa tono.
«Ci comprendiamo al volo io e te!» ridacchiò porgendomi il pugno.
Scontrai il mio pugno con il suo, per poi portare ai ragazzi i loro costumi. AdoravoJoey, nonostante la differenza d'età andavamo molto d'accordo ed ero l'unicache apprezzava a pieno i suoi modi volgari. Alle 6 ci ritrovammo tuttiall'entrata dell'hotel per andare assieme alla festa. Come programmato Tyler eJosh erano irriconoscibili. Joanna era riuscita a camuffare piuttosto bene iltatuaggio di Josh e con un po' di trucco zombie in viso nessuno si sarebbeaccorto di avere due superstar tra la folla. Il mio costume invece era unospettacolo, difatti le occhiatine maschili non mancarono. La piazza già gremitadi persone, o meglio zombie, e bancarelle varie e in alcuni punti si potevanovedere del fumo colorato salire verso l'alto causato da fumogeni. Diversemusiche risuonavano nell'aria allegra e leggera della festa. Eravamo un gruppodavvero variegato: una sposa, un'infermiera, una cowgirl, 3 giocatori difootball, un pompiere e Mario e Luigi, interpretati da Randy e Marshall. Eral'evento più bello a cui avessi partecipato, tutti si divertivano e ballavanocreando un tripudio di colori misto all'atmosfera macabra dei non-morti. Ne eroveramente ammaliata. Giravamo tra gli stand cercando di non perderci tra lafolla. Tyler e Josh stettero in guardia per la prima mezzora in cui simimetizzarono senza problemi, dopodiché cominciarono a rilassarsi e godersi lasituazione. Ci fermammo a prendere qualcosa da mangiare e facemmo un po' difoto tutti assieme, per poi assistere alla sfilata in pieno stile zombie. Ilsole calò in fretta lasciando il posto a delle affascinanti sfumatureall'orizzonte urbano gremito di luci. Inevitabilmente finimmo per dividerci,restando comunque in zona. Marshall e Randy furono catturati da uno stand atema videogiochi, invece Joanna si era fermata ad osservare un giocoliere colfuoco. Per quanto riguardava Joey, quel rubacuori girovagava qua e làapprocciando ragazze. Noi altri, infine, eravamo fermi a scattarci fotografie.Poco più avanti una piccola band si esibiva suonando jazz e blues, alcunepersone stavano ballando a ritmo nella zona adiacente.
«Dai ragazzi, muoviamo un po' i nostri culetti!» esclamò Alex trascinando consé Kristy per unirsi alle danze. La bionda, leggermente imbarazzata, cominciò aballare divertita seguendo le movenze aggraziate dell'uomo. Io, Josh e Tyler liguardavamo ridacchiando e facendo cenno negativo ai loro richiami. «Veniteanche voi, forza!» ribadì Alex. Al nostro ennesimo rifiuto, Kristy decise diagire prendendo il castano per le braccia e tirandolo in mezzo alla pista. Iprimi attimi li passò guardandosi nervosamente attorno, ma una volta accertatal'assenza di pericoli cominciò a sciogliersi sotto l'incitamento degli altridue. Io e Josh ci scambiammo un'occhiata arrendevole, non ci servivano paroleper capire che ci stavamo perdendo tutto il divertimento, così raggiungemmo iltrio. Kristy, armata di cellulare, non ci pensò due volte a fare un video a mee Josh intenti a sfoderare le poche mosse che conoscevamo e copiando iballerini più esperti. Quello fu senza dubbio il momento più bello dellaserata. Ci stavamo divertendo, senza pensieri. I ragazzi furono quelli che l'apprezzaronodi più. Per quella sera non erano i Twenty One Pilots, bensì due ragazzi comuniin compagnia degli amici. Glielo lessi negli occhi, mentre ballavamo. Come unluccichio nascosto che brillava ad ogni battito di palpebre. Erano felici dipotersi finalmente godere a pieno un'uscita senza la preoccupazione di esserefermati per foto e autografi, liberi di essere loro stessi alla luce del sole.E ne avevano davvero bisogno. Verso le 11 la festa aveva iniziato lentamente aspegnersi e noi, ormai stanchi, ci eravamo avviati verso l'hotel. Joeyraccontava per filo e per segno le sue conquiste, con Randy che lo ascoltavaattento sperando di apprendere qualche segreto e Alex che faceva battutine ariguardo. Io me ne stavo a un paio di passi più indietro assieme agli altri.
«Sono contento che ci hai convinti a venire.» mi disse Josh mettendomi unbraccio sulle spalle.
«Alla fine siete passati inosservati, visto?» sorrisi lanciando uno sguardoprima a lui e poi a Tyler.
«E' presto per dirlo, ma è stata una bella serata lo devo ammettere. E' statobello essere normali per una sera.» rispose il castano con un pizzico diimbarazzo sul volto.
«Non vi ho mai visti così spensierati, ragazzi. Sono così contenta che vi siatedivertiti.» intervenne Kristy.
«Tutto merito mio, eh!» fece notare Joanna fingendosi offesa per la pocaconsiderazione.
«Non ci siamo dimenticati di te, tranquilla! Hai fatto un miracolo, grazie!»ridacchiò Josh rivolgendosi alla donna.
«Hai un potere coi pennelli, Jo.» aggiunse Tyler.
«Lo so, me la cavo egregiamente.» si vantò lei.
Dopo una ventina di minuti che sembrarono infiniti, finalmente eravamo adestinazione pronti a lanciarci sul letto. 

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