21.

6 1 0
                                    

Sometimes we will die and sometimes we will fly away
Either way you're by my side until my dying days
And if I'm not there and I'm far away
I said, "Don't be afraid"
I said, "Don't be afraid. We're going home"


Mettersi in viaggio verso Lisbona causò un alone malinconico su tutti noi, consapevoli che fra 3 giorni la nostra avventura sarebbe ufficialmente finita. Partimmo dopo pranzo, fermandoci poi a metà strada la sera ad una piazzola per camper e camion. Io e Kristy preparammo qualcosa al volo per la cena e ci sedemmo fuori insieme agli altri a mangiare. Mike mi disse di passare da lui quando avessi finito di cenare, doveva parlarmi di una cosa. Curiosa finii il mio piatto, misi in ordine e lo raggiunsi sul suo pullman. Il grande capo stava seduto al tavolo leggendo dei fogli e armeggiando al computer.
«Ehi Mike.» esortai bussando.
«Ary, vieni, siediti.» mi invitò con un sorriso.
«Cosa volevi dirmi?»
«Beh, allora. Tra qualche giorno ci dovremmo salutare, e io volevo farti un piccolo regalo.» spiegò entusiasta.
«Oh, davvero? Mike grazie, ma non serviva!»
«Aspetta non sai nemmeno di che si tratta!» rise perplesso.
«Effettivamente..»
«Dicevo, ho voluto farti un regalo per il tuo imminente trasferimento. Sei una ragazza davvero in gamba, ma un piccolo aiuto serve sempre. Così ho chiamato un mio caro amico di Londra che ha un'agenzia pubblicitaria e, se tu vuoi ovviamente, ti prenderebbe come sua assistente e ti aiuterebbe anche a trovare una casa.»
Spalancai gli occhi incredula. «Piccolo regalo? Mike questo è un enorme regalo! Sarebbe magnifico.»
«Quindi accetti?»
«Certo che accetto! Grazie, grazie, grazie!» esclamai abbracciandolo.
«Figurati, non ho fatto niente di che.»
Mike mi diede i contatti del suo amico e, dopo averlo ringraziato per l'ennesima volta, lo lasciai al suo da fare. Corsi subito da Kristy e dai ragazzi per raccontare la bellissima notizia. Ero davvero felice, mi sentivo molto più serena e tranquilla sapendo che per quanto riguardava casa e lavoro sarei stata a posto. Per festeggiare Kristy tirò fuori uno spumante che conservava per l'ultimo giorno, ma pensò che questa era un'occasione migliore per stapparlo. Un'ultima sbronza insieme prima della fine. Tyler brillo era sempre uno spettacolo, voleva sempre mettersi a cantare qualunque cosa gli passasse per la mente, in questo caso tutto il repertorio di Katy Perry. Decidemmo di giocare a obbligo e verità, sedendoci in cerchio e girando una bottiglia per decidere a chi avrebbe dovuto subire la fatidica domanda.
«Krisss...obbligo o verità?» chiese furbo Tyler.
«Verità.» decise lei.
«Hai mai baciato una ragazza?»
«Beh sì, al college!» ammise lei divertita.
«Kriss eri proprio scatenata al college.» osservò Josh stupito.
«Eh già! Ora tocca a me.» rise facendo la linguaccia e girando la bottiglia «Uh, Ary! Obbligo o verità?»
«Umh, obbligo.» dissi tranquilla.
«Ottimo. Vediamo un po'...devi...mordere il piede di Tyler per 5 secondi!»
«Ma che schifo!» protestai.
«Ma perché gli obblighi mi includono sempre.» borbottò il moro.
«Daiii!» insisté lei.
«Va bene, va bene.» mi arresi sbuffando. Morsi il piede piuttosto schifata.
«Ok, ok, adesso tocca a me.» intervenne Josh. Mosse la bottiglia che si posò sull'amico. «Obbligo o verità?» chiese.
«Obbligo.» disse Tyler.
«Allora, prendi un bicchiere, metti dello spumante e intingi dentro gli Oreo e mangiali. Almeno due!»
«Che schifezza!» esclamò la bionda sotto lo sguardo schifato del moro.
«Josh me la pagherai.» si lamentò il ragazzo per poi obbedire alle parole dell'amico, quasi vomitando.
«Bene. Giro io!» sentenziai. La bottiglia si fermò di nuovo su Kristy.
«Ancora verità.» disse dubito lei.
«Ok, chi è la tua celebrity crush segreta?» domandai curiosa, non me l'aveva mai voluto rivelare.
«E va bene te lo dirò. Owen Wilson.» ammise imbarazzata.
«Cosa!?» risi allibita.
«Eh, mi affascina, non so perché.» spiegò lei.
«Mi deludi!» ridacchiò Josh.
«Eddai ragazzi! Non prendetemi in giro.» mormorò fingendosi offesa.
Continuammo a giocare ancora per una mezzora, poi la stanchezza cominciò a farsi sentire. Io e Josh ci coricammo sul letto, Tyler e Kristy chiacchierarono ancora per un po'; dopo si stesero pure loro, il moro sul suo letto e la bionda sul divano. L'indomani mattina io e Kristy tornammo al nostro pullman per le ultime ore di viaggio. Entrambe avevamo mal di testa, dato dall'alcool ingerito la sera prima, ma niente che una pastiglia non curasse. Arrivammo a Lisbona nel pomeriggio e decidemmo di fare subito un giro in città. Fortunatamente il caldo non era troppo nonostante fossero i primi di settembre e le nuvole presenti nel cielo ci davano un po' di tregua dal sole. Verso sera andammo ad un bowling con karaoke dove le figure di merda non mancarono, inoltre scoprimmo che Luke se la cavava piuttosto bene con il canto. Dopo l'ultima tappa in un bar, tornammo all'accampamento in vista dello show del giorno successivo. Il nostro ultimo giorno di lavoro fu parecchio strano, sembrava come se la fatica fosse un piacere. Normalmente detestavo occuparmi delle transenne, ma questa volta lo feci col sorriso. Notai che anche gli altri ebbero questo atteggiamento, probabilmente stavamo tutti cercando di goderci a pieno la giornata per imprimerla tra i meravigliosi ricordi del tour. Prima dell'inizio Mike ci riunì tutti per dirci qualche parola: «Ragazzi, ormai siamo arrivati all'ultimo show, il capolinea. E voglio che questa sera spacchiamo! Voglio che questo show sia la chiusura perfetta per la nostra avventura!» annunciò come un capitano alla sua ciurma. Poi ci fece mettere tutti una mano al centro, come nello sport, e urlare "Twenty One Pilots" al suo tre. Dopodiché cominciammo a far entrare il pubblico e un paio d'ore più tardi iniziò il concerto. Tyler e Josh ci misero tutta la loro energia e passione per rendere indimenticabile ogni momento. Io e Kristy ballammo e cantammo a squarcia gola, tenendo comunque d'occhio la porzione di platea a cui eravamo assegnate. Anche Mike si lasciò andare a qualche piccolo balletto insieme a Randy. Notai Alex che a un certo punto riprese me e la bionda intente a scatenarci e noi prontamente lo salutammo con un cenno della mano; sicuramente Marshall avrebbe aggiunto questa scena ai video del tour. Prima di cantare l'ultima canzone Tyler e Josh ringraziarono tutti, soprattutto noi dello staff per essere stati dei fantastici compagni di viaggio e per aver reso possibile la realizzazione del tour. Le note di Trees presero a suonare e io e Kristy ci stringemmo per ondeggiare e cantare insieme a Tyler e a tutto il pubblico. Ad entrambe scappò qualche lacrimuccia per la commozione mentre la canzone giungeva alla fine. Al termine, dei fuochi d'artificio si scagliarono nel cielo regalando a tutti una bellissima visione. «Grazie, buonanotte a tutti! Ci vediamo presto!» urlò il cantante, facendo un inchino insieme all'amico. La folla urlante era entusiasta, continuavano tutti a urlare il loro nome anche dopo che i ragazzi sparirono dietro le quinte. Pian piano la gente si disperse verso le uscite sotto la nostra supervisione, nel frattempo gli altri della crew stavano già smontando l'attrezzatura. Tyler e Josh invece erano nel backstage intenti a cambiarsi e rifocillarsi, non vedevo l'ora di vederli. Appena tutte le persone furono uscite, io e la bionda ci catapultammo nei camerini per vedere i nostri amici.
«Siete stati fantastici!» esclamò Kristy.
«Oh sì...» confermai io, ma venni interrotta da Josh, il quale mi prese e mi diede un bacio appassionato.
«Vacci piano Josh, Ary ci serve ancora per un po'.» rise Mike facendo capolino nella stanza «Comunque siete stati pazzeschi! Era proprio questo che intendevo.»
«Grazie Mike, ci siamo divertiti tantissimo.» ringraziò Tyler sorridendo.
«Kristy, Ary, venite con me a darmi una mano per la festa, così ci portiamo avanti.» ci informò Mike.
«Sì signore!» scherzò la bionda.
«Vai, ci vediamo tra poco.» mi disse Josh.
«Certo!» risposi io.
Sistemammo il tavolo dell'accampamento e lo riempimmo di stuzzichini e bevande per il party che avevamo deciso di fare per la nostra ultima serata assieme. Quando tutti ebbero finito di lavorare demmo il via ai festeggiamenti, con tanto di musica e foto. Prima di stappare lo champagne, il grande capo ci tenne nuovamente a dire qualcosa.
«Beh, che dire. Siamo arrivati alla fine ragazzi. Mi sembra ieri che ci siamo messi in viaggio e il tempo è volato. È stato un vero piacere lavorare con voi, siete stati un po' come la mia famiglia in questi mesi. Spero che vi siate divertiti, e volevo ancora ringraziarvi per aver reso questo tour indimenticabile.» disse contento. Noi applaudimmo, poi facemmo un brindisi in onore dei ragazzi e dicemmo a turno qualche parola. Passammo la serata tra champagne e risate, facendo pure un sacco di foto di gruppo. A fine serata Josh mi informò che aveva chiesto a Tyler di passare la notte nel mio pullman, in modo tale da avere il loro tutto per noi due. Mi prese per mano e mi portò fino al letto cominciando a baciarmi lentamente. Facemmo sesso, senza fretta, assaporandoci. Fu a dir poco incredibile, sapeva d'amore. Le ore passarono veloci e il silenzio circondava i nostri gemiti. Esausti, restammo abbracciati ascoltando il nostro respiro. Il cielo nero aveva iniziato a mutare diventando di un blu tenue.
«È tardi..» sussurrò Josh stanco.
«Non è più tardi, è presto.» risposi osservando il cielo schiarirsi sempre più.
Il ragazzo accennò un sorriso e mi baciò ancora. Un bacio leggero, appena sfiorato. Si addormentò poco dopo e io mi misi a osservare ogni contorno del suo viso. Mi scappò una lacrima malinconica. «Ti amo, Josh.» dissi con un filo di voce, consapevole che lui non mi potesse sentire. Mi addormentai anch'io dopo alcuni minuti. L'indomani mattina, dopo una bella colazione, dovemmo fare i bagagli. Ci impiegammo qualche ora a preparare tutto e caricarlo sui minivan che ci avrebbero portato all'aeroporto. Salutammo a malincuore i pullman per poi dirigerci alla nostra ultimissima meta. Il tragitto fu abbastanza silenzioso, eravamo tutti tristi all'idea di salutarci. L'aeroporto non era molto affollato e noi eravamo il gruppo più numeroso. Non avremmo preso tutti lo stesso aereo ovviamente, difatti partimmo abbastanza scaglionati. Il primo a prendere l'aereo fu Ryan, diretto a Toronto, e poco più tardi toccò a Luke prendere il suo volo per il Texas. La prossima sarei stata io, il volo per Milano era segnato alle 14:30. Successivamente sarebbero partire Kristy e Joanna per Miami, quasi in contemporanea a tutti gli altri diretti a New York. Lì si sarebbero fermati Alex, Marshall e Joey, mentre Tyler, Josh, Mike, Randy, Rudy, George e Maria avrebbero solamente fatto scalo per poi dirigersi a Columbus. Josh si sarebbe fermato dalla sua famiglia per qualche giorno, poi avrebbe preso di nuovo l'aereo diretto a Los Angeles. Avevo già imbarcato le mie valigie e aspettavo al bar insieme ai rimanenti. Nel bel mezzo della conversazione su quali fossero gli animali più carini, l'altoparlante annunciò l'apertura dell'imbarco per il mio volo. Con un nodo alla gola mi alzai e abbracciai tutti, uno per volta.
«Stammi bene. E buona fortuna per Londra. Fammi sapere come va, eh!» mi salutò Mike visibilmente dispiaciuto.
«Certo Mike. Grazie mille per tutto!»
«Figurati, è stato un piacere.»
«Buon viaggio, scrivici quando arrivi!» mi raccomandò Tyler stringendomi a sé.
«Sicuro. Mi mancherai tanto Ty.» risposi triste.
«Anche tu! Io e Jenna ti verremmo a trovare sicuramente, o se vuoi verrai tu a trovarci.» mi informò cercando di tirarmi su di morale.
«Assolutamente!» confermai sciogliendo l'abbraccio.
«Oh vieni qui tu!» esclamò Kristy in procinto di piangere e travolgendomi tra le sue braccia.
«Promettimi che verrai a trovarmi!» dissi io trattenendo le lacrime.
«Certo, certo! E anche tu devi venire a trovarmi però!»
«Non vedo l'ora.»
«Dimmi quando sei arrivata a casa, che poi quando arrivo anch'io facciamo una videochiamata!»
«Sì, devo farti vedere un mucchio di cose!» ridacchiai.
«Dai, ora ti lascio andare o farai tardi.» sospirò strofinandosi gli occhi.
Guardai Josh, stavo per parlare ma lui mi precedette. «Ti accompagno.» disse con un sorriso triste.
Presi la mia borsa e salutai ancora tutti, avviandomi poi con Josh verso il gate. Arrivammo in pochi minuti, fermandoci a qualche metro dallo sportello con le hostess.
«Hai preso tutto?» mi chiese.
«Sì..sì ho tutto.»
«Scrivimi appena arrivi.» mi raccomandò pure lui.
«Ovvio, me lo avete detto praticamente tutti.» risi «Scrivimi anche tu quando arrivi.»
«Sì.» rispose facendomi una carezza sulla guancia. «Oh, emh...ti ho scritto una cosa anch'io.» aggiunse tirando fuori un foglietto piegato dalla tasca dei jeans. Sorrisi arrossendo, presi il foglio e lo misi al sicuro nella borsa.
«Grazie.» dissi abbracciandolo.
Fece un sospiro profondo, appoggiando poi la fronte sulla mia. «Mi manchi già.»
«Non hai idea di quanto mi mancherai tu. Grazie per tutto, davvero.» dissi con le lacrime che cominciavano ad uscire.
«Non devi ringraziarmi. È stato bellissimo passare questi mesi con te.»
«Quando ci rivedremo?»
«Non lo so. Ma ci rivedremo.» rispose con gli occhi lucidi. Mi strinse ancora più forte, poi ci baciammo. Assaporai quel bacio come mai avevo fatto prima, sapendo che forse poteva essere l'ultimo. «Non cambiare mai.» sussurrò poi.
«Non ci penso proprio.» ribattei con un leggero sorriso.
Ci guardammo negli occhi intensamente per qualche secondo. «Beh..ciao..» mi salutò con un filo di voce, sforzandosi di sorridere.
«Ciao..» risposi a mia volta sorridendo anche se le lacrime scendevano lente sulle mie guance.
Lo guardai ancora per un paio di secondi, come a fotografarlo con la mente. Poi mi voltai e mi avviai lentamente asciugandomi il viso. Sapevo che Josh era ancora lì fermo, a fissarmi, ma non volevo voltarmi. Se l'avessi fatto probabilmente poi non sarei più riuscita a trattenere il pianto. Mi sentivo la testa pesante e per un attimo mi estraniai dal brusio circostante, riuscendo a non pensare a nulla. Ero vicino al banco con le hostess, quando la sua voce mi riportò improvvisamente alla realtà.
«Ary!» mi chiamò.
Mi voltai di scatto vedendolo fare qualche passo verso di me mordendosi il labbro angosciato. Corsi da lui, il quale mi stava venendo incontro a sua volta. Mi gettai fra le sue braccia e mi strinse così forte da farmi mancare il respiro. «Josh..» riuscii a dire prima che le sue labbra si posassero con forza sulle mie. Mi baciò con foga, la sua lingua cercava la mia senza sosta provocandomi la pelle d'oca. Ci staccammo riprendendo fiato e sorridendo divertiti. Non c'erano bisogno di parole in quel momento. Restammo a sorriderci ancora pochi secondi, poi dovetti andare. Superato il controllo biglietti mi diressi all'entrata del tunnel posta un paio di metri più avanti. Mi voltai un'ultima volta, lui era ancora là. Ci scambiammo un ultimo sorriso, poi andai. Mi sistemai al mio posto e misi le cuffie, Tyler mi aveva mandato una canzone nuova che si chiamava My Blood e non vedevo l'ora di ascoltarla. Era talmente bella che la riprodussi tipo 7 volte. Nel frattempo l'aereo era decollato e guardavo il panorama sottostante farsi sempre più piccolo. Mi ricordai del biglietto che Josh mi aveva dato. Lo tirai fuori e lo lessi: "Hey Ary, ho apprezzato tanto che tu mi abbia scritto una lettera, l'ho trovato molto dolce. Così voglio scrivertene una anch'io, o almeno provarci. Sai, non sono molto bravo in queste cose, è Tyler la mente delle nostre canzoni in effetti. Però non dirglielo. Comunque, anche se non sarà bella come la tua, so che apprezzerai lo stesso. Tu sei fatta così, ti piacciono le piccole cose, i dettagli. In molte delle città che in cui siamo stati io c'ero già stato, anche più di una volta. Ma con te è stato come vederle per la prima volta perché mi facevi notare tutti quei dettagli che le persone normali non vedono neanche. E ho realizzato di quante cose mi sarei perso se non ci fossi stata tu a farmi scoprire quanto possono essere belle le piccole cose. Tu hai questo potere di riuscire a vedere le cose in modo diverso e di trovarci sempre qualcosa di bello. Vorrei che riuscissi ad usare questo potere anche su di te e vedessi che sei molto più fantastica di quello che pensi. Comunque grazie di avermi insegnato a vedere i dettagli. Tu però non sei stata un dettaglio. Quel è l'opposto di dettaglio? Non lo so, tu sicuramente lo saprai. Ma sappi che tu sei stata l'opposto di un dettaglio. Una volta mi hai detto che a volte non sai cosa stai cercando finché non lo trovi. Penso che questa sia la giusta definizione per quello che provo per te. Mi ricordo la prima volta che mi hai baciato, a Tokyo, prima che tu scappassi via. In quei pochi secondi che sei rimasta ho visto quanto eri bella. Avrei voluto baciarti ancora, anche se non capivo ancora il perché. Ma adesso lo so. Mi dispiace che dobbiamo già separarci, ma non essere triste. Hai la tua vita da costruire e volerai in alto. Sono sicuro che quando ci rivedremo avrai tante cose da raccontarmi.". Sorrisi ripiegando il foglio e rimettendolo nella borsa. Il volo durò qualche ora e appena atterrai mandai un messaggio sul gruppo informando i ragazzi e Kristy del mio arrivo. A prendermi ci furono le mie amiche, fui molto felice di rivederle dopo tanti mesi e avevo mille cose da raccontare. Verso tarda sera ricevetti risposta, la bionda era arrivata a casa e i due ragazzi stavano per prendere l'aereo per Columbus. Nei giorni seguenti mi misi in contatto con Brain, l'amico londinese di Mike che mi avrebbe assunta. Organizzare il trasloco fu davvero complicato e stressante, ma il pensiero di una nuova vita mi aiutò a mantenere la calma. Tyler, Josh e Kristy li sentivo tutti i giorni e facevamo pure molte videochiamate. Mi trasferii a fine settembre, poco prima del mio compleanno. Proprio per quest'occasione la bionda decise di farmi una sorpresa venendomi a trovare, portandomi pure una bizzarra statuetta proveniente da Cuba che vendevano spesso nei mercatini a Miami. Mi disse che era di buon auspicio per le case nuove. Si fermò 4 giorni, aiutandomi molto a sistemare il mio nuovo appartamento tutto per me. Brian si era davvero superato nel trovarmi una casa: l'appartamento era in uno dei quartieri centrali, moderno, spazioso, con ottima vista e soprattutto ad un prezzo più che stracciato. Tutto merito delle sue vaste conoscenze. Il mio nuovo capo era un tipo affascinante e piuttosto stravagante, ma estremamente bravo nel suo lavoro. Mi prese subito in simpatia, non so di preciso perché. Mi portava in giro con lui ai meeting e mi faceva occupare di varie cose, tra cui anche organizzare i suoi numerosissimi appuntamenti con il sesso maschile. Mi ambientai in fretta, la città era splendida e riuscii anche a farmi un paio di amici, Lily e John, i quali lavorano con me. Cercai anche di cominciare a dare il via al mio sogno, creando come prima cosa un blog di cucina su Instagram che riuscii a far crescere abbastanza in fretta grazie ai trucchi di pubblicità e marketing che imparai al lavoro. Per quanto riguardava me stessa, sentivo di aver fatto molti passi avanti. Ero diventata più sicura e determinata, mi curavo molto di più e avevo perfino fatto un upgrade al mio vestiario, aggiungendo dei vestiti più eleganti da usare soprattutto per il lavoro. Inoltre mi ero fatta un nuovo piercing e dei tatuaggi che piacquero molto sia Kristy, sia ai ragazzi. Le cose con Josh andavano bene, la nostra amicizia era più solida che mai, ma la nostra specie di relazione amorosa era stata messa in pausa. Poco dopo il trasferimento decidemmo di non forzare le cose, eravamo entrambi d'accordo che le relazioni a distanza non erano un granché, così optammo per lasciare che le cose facessero il loro corso e se un giorno ne avremmo avuto la possibilità ci avremmo provato. Ci stetti parecchio male all'inizio, ma in fondo era la cosa più giusta per entrambi. Io stavo costruendo la mia vita e lui portava avanti la sua, lavorando al nuovo album con Tyler e ad altri progetti musicali. Nonostante ciò ci sentivamo tutti i giorni, anche se a volte era difficile far combaciare impegni e fuso orario. I mesi passarono in fretta, Brian mi coinvolgeva sempre più nel lavoro e, oltre a fare la sua assistente, mi faceva contribuire alla realizzazione di nuove campagne pubblicitarie. Diceva che avevo delle idee interessanti e molto da offrire. Pian piano anche il mio blog prese il volo e cominciai a progettare l'ampliamento su YouTube. Stava andando tutto alla grande e finalmente mi sentivo di starcela facendo, di star prendendo la mia fetta di mondo. Spesso pensavo ancora al tour, e a volte scambiavo due parole anche con gli altri compagni di avventura, sebbene fosse passato parecchio tempo. Erano già 8 mesi che vivevo a Londra e la primavera era arrivata già da un pezzo. Per la precisione era maggio. Finalmente avevo un giorno completamente libero, niente lavoro e niente blog. Passai gran parte della giornata a rilassarmi in casa, sarei uscita più tardi a fare un giro per i negozi. Nel frattempo mi stavo divertendo con Kristy e i ragazzi sul nostro gruppo.
Tyler: "No ma era gigante, non potete capire!"
Josh: "Non dirmi che adesso sei pure aracnofobico"
Io: "Avrei dovuto regalarti uno spray per insetti xD"
Kriss: "Dovreste vedere che ragni si possono trovare qua :O" *foto di ragno spaventoso*
Tyler: "Oddio avrò gli incubi. Grazie tante Kriss -.-"
Io: "Che schifoooo"
Josh: "Kriss ricordami di vaccinarmi quando ti verrò a trovare"
Io: "Ehi ragazzi, io adesso esco, ci sentiamo più tardi!"
Kriss: "<3"
Tyler: "Ricordati l'anti-insetti :D"
Josh: *gif di alieno che saluta*
Adoravo quei ragazzi. Mi infilai le scarpe e uscii. Il sole aveva iniziato la sua discesa e l'aria era fresca. Guardai l'ora sul telefono pensando a dove andare e mandai un messaggio a Lily per chiederle se era in giro, anche se mi aveva in mattinata che aveva degli impegni. Sicuramente mi sarei fermata da Starbucks e poi sarei andata da Lush siccome avevo finito le bath bombs. Ero appena uscita dal palazzo, misi il telefono in tasca e alzai lo sguardo davanti a me. La mia attenzione fu subito catturata da una chioma di capelli blu, a pochi metri più avanti, che veniva nella mia direzione. Sobbalzai bloccandomi, sentendo l'aria mancarmi. Avevo immaginato così tante volte una situazione del genere che credevo di sognare. Il mio cuore si fermò per un attimo non appena incrociai quegli occhi che conoscevo a memoria. E i brividi invasero il mio stomaco quando quel dolce sorriso si fermò di fronte a me.
«Hey.»

21 weeks.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora