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It's hard to tell the difference between blood and water these days
I'll pray that one day you see
The only difference between life and dying
Is one is trying, that's all we're gonna do
So try to love me and I'll try to save you.
Won't you stay alive
I'll take you on a ride
I will make you believe you are lovely

Il risveglio difficoltoso fu accompagnato da un martellante mal di testa, ma le braccia di Josh che mi stringevano alleviarono il dolore. Tornai subito al mio pullman, sia per darmi una sistemata, sia perché a breve saremmo partiti per Parigi. Passai la prima parte del viaggio a vegetare stanca sul mio letto, finché al primo stop non mi ripresi con un meraviglioso caramel macchiato di Starbucks.
«Allora com'è andato il party?» domandò Kristy sorseggiando un matcha latte.
«Lo sai come sono le feste di Brendon, da pazzi.» rispose Tyler con uno sbadiglio.
«Spero che Brendon abbia cancellato quelle foto.» osservai io perplessa.
«Intendi questa?» ridacchiò Josh mostrandomi il cellulare.
«Ehi, fate vedere!» la bionda rubò il telefono a Josh «Oddio ragazzi! Quanto siete sexy!»
«Chi è sexy?» si intromise Joey, il quale stava passando vicino al nostro tavolo con una ciambella in mano. L'uomo si sporse tra Tyler e Kristy per osservare la foto che stava guardando quest'ultima. Spalancò la bocca facendo un enorme sorriso a 32 denti divertito. «Woh, ragazzi! Sono contento per voi!» esclamò malizioso spostandosi tra me e Josh per abbracciarci entrambi.
«Dai Joey, smettila.» rise Josh.
«Ho sempre tifato per voi.» svelò per poi andarsene ridacchiando.
«È sempre così molesto.» sospirò Tyler scuotendo la testa.
«Gli si vuole bene lo stesso.» ribatté la bionda.
Ormai quasi tutti nella crew avevano intuito che ci fosse qualcosa tra Josh e me, ma a nessuno importava più di tanto e non avevano mai detto nulla a riguardo. Il cielo si scurì piano piano durante i 40 minuti di pausa all'autogrill, per fortuna ci rimettemmo in marcia prima che la pioggia cominciasse a scendere. Josh mi aveva invitata a passare il resto del tragitto con lui e naturalmente io accettai. Tyler era andato a letto, ancora stanco per la sera prima, e noi eravamo seduti sul divano a guardare la tv. Il documentario sugli insetti pericolosi non era particolarmente interessante, difatti la mia attenzione si rivolse al paesaggio esterno. Me ne stavo appoggiata sullo schienale del divano osservando le gocce di pioggia scivolare sul finestrino, con il panorama campagnolo come sfondo. Avevo preso una delle piccole tastiere di Tyler e pigiavo qualche tasto a caso sperando di coprire il suono della mia testa. La mia immagine si rifletteva sul vetro bagnato. Un po' di malinconia circondò il mio cuore, i miei pensieri mi raggiungevano sempre alla fine.
«Tutto a posto?» chiese il ragazzo spegnendo la tv e girandosi verso di me, facendomi una carezza sulla guancia.
«Sì, è solo che...non lo so a dire la verità. Sono un po' giù, senza un motivo preciso.» spiegai con voce calma. Josh continuò a guardarmi con un sorriso tenero senza dire nulla. Iniziai a suonare le note base di Goner, Tyler mi aveva insegnato pure quella. «I'm a goner, somebody catch my breath. I'm a goner, somebody catch my breath. I wanna be known by you.» cantai debolmente. «I've got two faces, Blurry's the one I'm not.» feci una pausa «I need your help, to take him out. I'll slip away, into the sound.»
Josh nel frattempo aveva assunto un'aria leggermentetriste. Appoggia sul tavolino la tastiera sospirando. «Sai a volte mi sembrache questa sia l'unica decisione buona che io abbia preso nella mia vita. Ilfatto di venire qui intendo.»
«Buone o no sei qui però. Vorrà pur dire qualcosa non credi?» finalmente proferì parola.
«Vuol dire che ho preso un salvagente per gettarmi nell'oceano.» sospirai amaramente.
«Vorrei che riuscissi a vederti come ti vedo io.»
«E come mi vedi?» gli chiesi con un debole sorriso.
Esitò un attimo. «Sei la persona più in gamba e fuori di testa e dolce che conosco. Sei vera, spontanea. E questa è la cosa che più amo di te. Sei una sognatrice, una combattente.» rise dolcemente «E..sei la persona che aspettavo di incontrare.»
«Josh...» sussurrai solo, chiudendo gli occhi e sorridendo imbarazzata. Quasi piangevo per le sue parole.
Lui sorrise poggiandomi una mano sul viso. «Prima o poi riuscirai a vederlo anche tu quanto sei bella. E quel giorno il sole tornerà a splendere anche per te, te lo prometto.»
«Sei stupendo Josh.» dissi poi sorridendo.
«Anche tu.» replicò con un sorriso buffo «Lo sei, davvero.»
Mi prese i fianchi e mi fece mettere a cavalcioni su di lui abbracciandomi forte. Inalai profondamente il suo profumo accarezzando i suoi capelli, ormai più lunghi e scoloriti. Guardai ancora il mio riflesso sul finestrino pensando che in quel preciso momento bella mi sentivo per davvero.
«Ehi ti va se usciamo a Parigi?» mi domandò poi.
«Uhm sì, beh usciamo sempre a fare un giro.» precisai un po' confusa.
«No intendevo..solo io e te. A cena.»
«Oh. Come un appuntamento?»
«Beh...sì.» affermò teneramente.
«Ok, ci sto.»
Mi guardò negli occhi per qualche secondo prima di darmi un bacio. E poi un altro. E ancora un altro. Restammo abbracciati in silenzio. L'unico rumore era quello della pioggia che ancora scrosciava incessantemente. L'arrivo nella capitale francese fu movimentato, ci perdemmo nel trovare il Parc Des Princes e ritardammo di quasi un'ora rispetto alla tabella di marcia. Scesi dal pullman inspirando profondamente l'odore di piaggia appena passata. Nonostante il ritardo, erano soltanto le 5 e mezza del pomeriggio e l'appuntamento con Josh mi attendeva in quanto quella era l'unica serata in cui saremmo stati nella capitale francese; l'indomani avremmo ripreso il viaggio subito dopo lo show. Informai Kristy dei miei piani in modo da metterci subito al lavoro per preparare la cena, così avrei finito in tempo per la mia uscita. Ero abbastanza agitata, erano anni che non andavo ad un appuntamento, e volevo che fosse tutto perfetto. Josh aveva prenotato per le 8 e mezza, ovviamente senza dirmi dove. Approfittai del fatto che Joanna avesse origliato i miei impegni per farmi dare una bella sistemata ai capelli e anche truccarmi come si deve. Misi quel bellissimo vestito rosso scuro che avevo comprato a Taiwan, finalmente avevo un'occasione per sfoggiarlo. Il mio cavaliere, anch'esso elegante con tanto di camicia e cravatta, mi venne a recuperare e salimmo sul taxi che aveva chiamato per accompagnarci al ristorante. Mi portò in ristorante raffinato di alta cucina con vista sulla Tour Eiffel. Era la prima volta che andavo in un posto tanto chic, mi sentivo dentro a un film romantico.
«Josh! Oddio è così elegante questo posto. Spenderai una follia!» esclamai stupefatta davanti all'ingresso.
«Me lo posso permettere, dovresti saperlo.» ridacchiò aprendomi la lussuosa porta in vetro del locale. «Mademoiselle.» aggiunse invitandomi ad entrare. Io sorrisi imbarazzata, era tutto strano per me.
«Buonasera signori. Avete prenotato?» ci accolse il receptionist vestito di tutto punto.
«Sì, ho prenotato qualche ora fa a nome Joshua Dun.»
«Ottimo. Seguitemi prego.» ci fece strada «Come da richiesta le ho riservato il tavolo con la vista migliore.»
Ci accomodammo e iniziammo a sfogliare il menù dai prezzi esorbitanti. «Tu sei pazzo Joshua.» dissi ancora estasiata.
«Smettila di farti problemi e ordina tutto quello che vuoi. Voglio che tu abbia il più bel appuntamento di sempre. E smettila di chiamarmi Joshua.»
«Perché fai tutto questo per me? Cioè, è troppo. Lo sai che sono contenta anche con poco.»
«Proprio per questo, voglio darti quello che tu non chiederesti mai, quello che non pensi di meritare. Ma il fatto è che tu te lo meriti, tutto quanto.» sentenziò serio, ma con la dolcezza dipinta sul viso.
Sorrisi, senza dire nulla. Onestamente non avevo idea di cosa rispondere a quelle bellissime parole. Nessuno mi aveva mai parlato così. Poco dopo giunse il cameriere per prendere le ordinazioni.
«Signori, ditemi prego, cosa volete ordinare?» ci chiese composto.
«Dire di iniziare con ostriche e champagne. Poi io vorrei il pesce spada e l'insalata della casa.»
«Certamente. E per lei, mademoiselle?»
«Io prendo il filetto di manzo e le patate glassate al burro.» risposi.
«Grazie signori. Arriviamo subito.» si congedò il cameriere portandosi via i menù.
Era la prima volta che mangiavo ostriche e bevevo champagne, ero elettrizzata. Il cibo era in assoluto il più buono che avessi mangiato nella mia vita. La cena proseguì tranquilla e si concluse con una superba crème brûlée. Lasciato il ristornate ci incamminammo per una passeggiata alla Tour Eiffel. Josh mi prese per mano e io arrossii a quel gesto, mi fece sentire speciale. L'atmosfera parigina era molto romantica, senza contare lo spettacolo unico dato dall'enorme costruzione. Arrivammo fin sotto alla torre, dove lui mi regalò una rosa blu comprata da un venditore ambulante. Ci facemmo qualche foto seduti su una panchina vicino l'imponente monumento, restando poi in silenzio a goderci il panorama. Mi sentivo così calma in quel momento, in pace con tutto, senza voci nella testa e felice. Josh mi faceva questo effetto, come una sbronza in una notte di mezza estate. Lo stavo fissando mentre aveva lo sguardo perso chissà dove, era bello come un cielo stellato di una galassia lontana. Dopo qualche minuto si accorse dei miei occhi puntati su di lui e assunse una buffa espressione interrogativa. Mi sporsi e lo baciai avidamente. Nella mia testa risuonavano alcune frasi di una nuova canzone su cui Tyler stava lavorando negli ultimi giorni: "For you I know, I would get messed up, weigh 153. For you I would get beat to smithereens.". Lo baciai fino a farmi mancare il fiato e quando mi staccai presi un respiro profondo, appoggiando la fronte contro la sua. Tenevo le mani ai lati del suo viso giocherellando con i suoi capelli. Non percepivo più niente di ciò che stava intorno e nulla aveva più importanza. C'eravamo solo io e lui, senza tempo. Era una sensazione così strana. Mi sentivo leggera, con i brividi che facevano a botte nel mio stomaco.
«Ehi..» rise dolcemente «Tutto a posto?»
«Mai stata più a posto.» risposi chiudendo gli occhi e stringendo la presa su di lui. Di colpo mi ripresi da quella specie di trance e mi alzai, presi la sua mano e tirai per farlo alzare. «Andiamo!» esclamai ignorando il suo sguardo confuso. Cominciai a correre trascinando Josh dietro di me fino ad arrivare sotto la Tour Eiffel. Gettai la testa all'indietro per osservare ammaliata la costruzione metallica piena di luci al disopra di me. Il ragazzo mi abbracciò da dietro e fece lo stesso. Adoravo il fatto che con Josh non dovessi spiegare nulla, compresi i miei scatti improvvisi.
«Stupendo, vero?» sussurrò.
«Sa di vita.» dissi solo.
Gli chiesi di farmi qualche foto in quell'incredibile angolo di mondo, dopodiché ci facemmo immortalare entrambi con l'aiuto di una signora che gentilmente acconsentì alla nostra richiesta. Prima una foto normale, poi una dove ci davamo un bacio e infine una su cui stavo sulle sue spalle. Purtroppo si era fatto tardi e la serata doveva giungere al termine, così chiamammo un taxi per tornare all'accampamento. Ci demmo la buonanotte a seguito un lungo bacio e, dopo essermi struccata e cambiata, mi buttai a letto. Kristy, Joanna e Alex già dormivano, ma io ero ancora troppo felice per riuscire ad addormentarmi. Presi il mio cellulare che avevo trascurato per quasi tutta la serata, risposi a qualche messaggio e andai sui social. Le belle foto di Parigi le avrei messe il giorno seguente, infatti diedi solo un'occhiata veloce alle news in meno di 5 minuti. Ero in procinto di mettermi a dormire, o almeno provarci, quando mi arrivò una notifica. Josh mi aveva taggata su Instagram. Aprii curiosa l'applicazione e il mio cuore saltò un battito non appena vidi il suo post. Aveva messo due foto: la prima raffigurava me sulla panchina con la rosa in mano, la seconda era quella fatta sotto la Tour Eiffel dove stavo sulle sue spalle; la didascalia recitava la frase "She feels like life". Sorrisi sentendo le mie guance scaldarsi. Ero esterrefatta. Josh aveva appena detto al mondo che tra noi c'era qualcosa. I commenti entusiasti dei fan non mancarono ad arrivare, così come l'ulteriore aumento dei miei followers. Ero diventata una specie di celebrità da quando avevo intrapreso quest'avventura, sembrava surreale. Il giorno dopo Kristy sfoderò un sorrisetto furbo non appena mi alzai cominciando subito a farmi mille domande sull'appuntamento, dopo aver commentato le foto postate da Josh con un cuore rosso. La giornata proseguì tranquilla tra chiacchiere e preparativi per lo show. Lo stadio era pieno zeppo di spettatori, io controllavo un lato assicurandomi che tutti stessero al loro posto. Ci fu un momento bizzarro prima dell'inizio in cui alcune ragazze mi chiesero una foto con loro, domandandomi poi se io e Josh stessimo insieme. Fui colta alla sprovvista, nemmeno io conoscevo la risposta a quella domanda. Dissi che eravamo molto amici e avevamo iniziato a frequentarci in modo più serio da poco. Le ragazze dissero che eravamo una bella coppia e mi ringraziarono per la foto, lasciandomi tornare al mio lavoro. Prima o poi avrei dovuto fare quella fatidica domanda a Josh, anche se avevo paura di conoscere la risposta. Inoltre non mi ero posta il quesito più importante: io volevo una relazione con Josh? Istintivamente mi risposi di sì, in fondo andavamo più che d'accordo e lo trovavo una persona fantastica, senza contare l'attrazione fisica. Kristy diceva sempre che avrebbe fatto la damigella d'onore al nostro matrimonio e avrebbe raccontato di come il nostro amore era sbocciato "on the road". Ridevo sempre a quelle parole, spiegando che non ero una di quelle ragazze che voleva sposarsi per forza e soprattutto che era irreale l'idea che Josh mi chiedesse la mano. Lei in risposta insisteva dicendo che l'aveva capito fin da subito che eravamo perfetti l'uno per l'altra. Effettivamente immaginare quel futuro non mi dispiaceva, ma l'imminente fine del tour sfumava via la fantasia lasciandomi in pasto alla realtà. Era difficile credere a un futuro con Josh quando lui viveva a Los Angeles e io stavo progettando il trasferimento a Londra. La bionda aveva una risposta anche a questo, ovvero che l'amore avrebbe risolto qualunque cosa. Apprezzavo molto la sua tenacia da film romantico nonostante io fossi di diversa opinione. Ad ogni modo non volevo fissarmi con questi pensieri, mancavano poco più di due settimane e volevo godermele al massimo. Dopo Parigi approdammo a Strasburgo, poi a Lione. Furono 3 giorni di fuoco siccome ci fu tanto da fare in poco tempo. Mancava solo Tolosa e avremmo salutato la Francia per entrare in Spagna dove ci saremmo fatti anche qualche giorno di relax. Fino a qualche mese prima non ero nemmeno a conoscenza dell'esistenza di Tolosa e le foto che guardai su internet mi delusero, non sembrava nulla di speciale. Passai il viaggio con Josh, approfittando del fatto che Tyler dormisse con le cuffie per stare un po' da soli. Le occasioni per fare sesso erano davvero poche e a volte la voglia di averlo mi mandava fuori di testa. Eravamo seduti a letto baciandoci appassionatamente. Lentamente mi tolse la maglia e il reggiseno per accarezzarmi il seno facendo aumentare ancora di più la mia eccitazione. Io gli levai la canottiera per toccare i suoi muscoli e baciargli il collo, cosa che gli fece alzare la testa all'indietro appoggiandola sulla parete. I suoi respiri cominciarono a farsi più intensi appena afferrai la sua erezione infilandogli la mano nei pantaloni. Ben presto mi spogliò anche la parte di sotto facendomi distendere e mettendosi accanto a me. Mi infilò un dito dentro facendomi ansimare mentre io cercavo di sfilargli i pantaloni. Continuammo a baciarci e toccarci facendo crescere sempre di più l'eccitazione e il bisogno di averci. Si alzò rimettendosi seduto per togliersi gli ultimi indumenti, poi io mi misi a cavalcioni su di lui facendomi finalmente penetrare. Venni pervasa dal piacere, allo stesso modo lui, che mi strinse tra le braccia affondando la testa sul mio collo. Iniziai a muovermi lentamente aumentando il ritmo poco alla volta. Dopo un po' mi prese in braccio facendomi distendere nuovamente e prendendomi per le cosce al fine di spingere più forte dentro me. Ansimavo ad ogni suo colpo, urlando più forte quando venni. Poco più tardi venne anche lui con un gemito roco che trovai molto sexy. Riprese fiato qualche secondo, sbirciò fuori dalla porta per controllare che Tyler stesse ancora dormendo sul divano e andò velocemente al bagno. Quando tornò ci andai io, che nel frattempo mi ero rimessa l'intimo. Tornai e restammo distesi scambiandoci ancora qualche bacio. Il sesso con Josh era così intenso da farmi vedere i fuochi d'artificio, non mi era mai capitato prima di provare delle sensazioni talmente forti da mandarmi completamente in estasi.
«Mi fai perdere la testa.» sussurrai.
«Non dirlo a me. Sei una bomba, guarda che effetto mi fai.» disse malizioso mordendosi il labbro e portando la mia mano tra le sue gambe per farmi sentire che ce l'aveva di nuovo duro. Facemmo sesso una seconda volta, famelici, come se non ne avessimo mai abbastanza. Ci rivestimmo, sfiniti, dopo un'ora passata a soddisfare i nostri desideri carnali.
«Hai fame?» mi domandò.
«Un pochino.» ammisi «Mangiamo qualcosa?»
«Certo, così svegliamo Tyler che non manca molto all'arrivo.»
Mi sedetti al tavolo mentre Josh recuperava quel poco cibo presente in dispensa. C'erano dei cereali colorati, degli Oreo, un pacchetto già aperto di M&M's e il latte.
«Ma voi mangiate solo questo?» osservai facendo una smorfia.
Josh fece spallucce. «Quale vuoi?» disse porgendomi gli M&M's e i cereali.
Scossi la testa afferrando la scatola di cerali e mi versai del latte in una scodella, lui fece lo stesso per mangiare i biscotti. «Ehi, pensavo, che colore di capelli potrei fare la prossima volta?» domandò d'un tratto.
«Mh, direi blu.» asserii sicura.
«Blu?»
«Sì blu. Ma non scuro, ma nemmeno troppo chiaro. Ma vivace.» spiegai con un sorriso.
Il ragazzo mi guardò confuso. «Ah, ok.» ridacchiò.
«Lo vuoi svegliare tu?» chiesi poi guardando Tyler dormire beato su divano.
«Ok.» affermò pensieroso osservando l'amico.
Io aggrottai la fronte notando che stava armeggiando con la confezione di M&M's. Ingoiai una cucchiaiata di cerali prendendo il mio telefono, sicuramente Josh aveva qualcosa di divertente in mente e che dovevo assolutamente testimoniare. Difatti cominciò a lanciare le sfere di cioccolata addosso all'amico, il quale fece delle smorfie infastidite fino a svegliarsi di soprassalto. Si tolse le cuffie confuso vedendo le palline colorate sparse un po' dappertutto.
«Ma che state facendo!?» protestò con voce assonnata.
«Ti svegliamo!» rise il ragazzo dai capelli rosa tirandogli un'altra M&M's.
«Smettila Josh!» si lamentò il moro prendendo una delle sfere e lanciandogliela a sua volta.
Io filmai divertita tutta la scena che poi inviai a Kristy. Lei in risposta mi mandò un selfie con Alex e Joanna sullo sfondo che giocavano a carte. Quando i due ragazzi smisero di farsi i dispetti, accendemmo la tv e guardammo un reality trash commentando ogni cosa che succedeva. Arrivammo a Tolosa verso sera, io e la bionda ci dedicammo a preparare qualcosa di sfizioso per cena nel mentre che i ragazzi e la crew si sgranchivano le gambe e allestivano l'accampamento. Era il compleanno di Randy e festeggiare era d'obbligo. Mike gli regalò un orologio molto elegante, invece Joey e Marshall gli fecero un corso intensivo su come rimorchiare le ragazze. Cenammo e ci divertimmo tutti assieme tra chiacchiere e stupidaggini, le nostre voci erano le uniche che echeggiavano nel parcheggio silenzioso.

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