18.

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Sometimes you've got to bleed to know
That you're alive and have a soul
But it takes someone to come around to show you how
She's the tear in my heart, I'm alive
She's the tear in my heart, I'm on fire
She's the tear in my heart, take me higher
Than I've ever been


«Ary, sei raggiante oggi.» notò Luke mentre ci stavamo imbarcando per il nostro ultimo volo.
«Emh..grazie. Sono molto di buon umore, sì.» ridacchiai lanciando un'occhiataccia a Kristy, la quale mi aveva tirato una gomitata.
«E' vero, sembri una che si è appena fatta una gran scopata!» esclamò Joey. A quelle parole Josh quasi si strozzò con l'acqua che stava bevendo, attirando l'attenzione.
«Tutto bene, amico?» chiese Luke al ragazzo.
«S-sì...sto bene.» bofonchiò Josh.
«Scommetto che è tutto merito del vibrato che ti ho regalato.» continuò Joey.
«Devo ammettere che l'hai scelto proprio bene.» risposi con un sorrisino.
«Beh, che ti aspettavi? Da me sempre il meglio.» replicò soddisfatto.
«Secondo me ne sa così tanto perché li usa.» scherzò la bionda.
«Sì probabilmente a casa ne ha un cassetto pieno.» le diede corda Luke.
«Mi dispiace deludervi, ma non li uso anche se l'idea mi ha sfiorato. Però una volta ho conosciuto una tipa che voleva mettermene uno nel culo.» spiegò l'uomo.
«Aspetta, era la stessa che ha voluto mangiare del gelato dalle tue chiappe?» intervenne Marshall.
«Sì, proprio quella. È una delle più strane con cui sono andato a letto.»
Adoravo quei ragazzi, fare questo genere di discorsi era all'ordine del giorno. Joey, Luke e Marshall continuarono il discorso, mentre io e Kristy ci accomodammo con i ragazzi. Tyler stava lavorando al pc e la bionda, seduta accanto a lui, sfogliava una rivista di gossip. Io e Josh invece smanettavamo al telefono.
«Non sapevo avessi un vibratore. E che te l'avesse preso Joey.» sussurrò lui perplesso.
«In realtà ne ho 3.» risi «E uno me l'ha regalato Joey quando eravamo a Tokyo, mi ero lamentata che a Pechino era andato al sexy shop senza di me così ha voluto farsi perdonare.»
«Ah, me li farai vedere.»
«Vuoi provarli anche tu come Joey?» lo presi in giro mantenendo un tono di voce basso.
«No!» mi diede uno spintone divertito «Voglio solo vedere cos'hanno in più del mio pisello.»
«Beh, come prima cosa vibrano.» ridacchiai.
«Ah e quindi sarebbero meglio del mio?» assunse un'aria di sfida prendendomi il viso con una mano e avvicinandosi di più al mio orecchio «Aspetta che arriviamo ai pullman e ti faccio vedere.»
«Non vedo l'ora.» sorrisi beandomi del bacio malizioso che Josh mi lasciò sulla guancia.
Atterrammo a Praga verso mezzogiorno. Uscì dall'aeroporto seduta sul carrello dei bagagli spinto da Josh facendo a gara con Kristy, spinta da Mike. Il minibus ci portò fino allo stadio dove si teneva il concerto, nei cui parcheggi c'erano già i pullman che avremmo usato per l'ultima parte del tour. Questa volta la bionda non era la mia unica coinquilina, con noi c'erano anche Joanna e Alex. Il pullman era molto spazioso, con divano, tv e piccola cucina. I letti erano posti in fondo, due da un lato e due dall'altro; io e Alex ci prendemmo quelli in basso, Kristy e Joanna quelli in alto. Si prospettava dura condividere uno spazio ristretto con altre 3 persone ed ero leggermente ansiosa siccome non conoscevo le abitudini dei nuovi coinquilini. Almeno il pensiero di avere Kristy nel letto di sopra, pronta a salvarmi, mi consolava. A Praga c'ero già stata anni fa con la scuola, ma mi fece piacere tornare in quella città gotica piena di mistero. Mentre svolgevo i primi preparativi per lo show pensavo a un sacco di cose: a Josh, ai ricordi della gita a Praga, al fatto che mancava poco più di un mese al termine del tour, ancora a Josh. La cosa a su cui mi stavo crucciando maggiormente era il sesso con lui. Era stato bellissimo, sì, ma non tanto quanto immaginavo. Una scopata decisamente superiore alla media ma non da far vedere le stelle, per dirla in parole povere. Finalmente dopo giri immensi di riflessioni e analisi arrivai alla conclusione che probabilmente era stato così in quanto era la nostra prima volta, e si sa che le prime volte non sono quasi mai un granché. Col tempo avremo preso più confidenza e conoscenza e sarebbe stato molto meglio. Sempre se di tempo ce ne sarebbe stato. Ed era questo il pensiero sempre pronto a tormentarmi, che ogni giorno affondava i suoi artigli più in profondità. Avrei sempre voluto quel minuto in più, quel bacio in più, come quando ci si deve alzare dal letto ma si desidera rimanere lì al caldo ancora un po'. Ero consapevole di non poterlo avere quel minuto in più, avevo le ore contate. La notte arrivò in fretta assieme alla richiesta di Josh di vederci fuori dal suo pullman. Me la presi con calma, avevo ancora quella malinconia derivata dai pensieri pomeridiani. Arrivai a passo lento, sorridendo alla vista del ragazzo intento a pigiare sul telefono facendo espressioni buffe. Se ne stava seduto su una sedia da campeggio con l'aria di chi stava giocando la partita della vita.
«Ancora quel gioco stupido?» gli domandai con una smorfia divertita.
«Sono al livello 28!» esclamò con un ghigno soddisfatto senza alzare lo sguardo di un millimetro.
Alzai gli occhi al cielo scuotendo la testa. «Fammi sapere quando hai finito.» dissi appoggiandomi alla parete del veicolo. Qualche istante dopo si alzò di scatto, mise in tasca il cellulare e si fiondò su di me con sguardo sexy e provocatorio. Teneva un braccio appoggiato all'altezza della mia testa per reggersi, stando a una distanza fin troppo ravvicinata.
«Ho finito.» mi informò a voce piuttosto bassa e roca provocandomi un brivido.
«E che vuoi fare ora?» lo istigai.
Diede una rapida occhiata alla zona circostante controllando che non ci fosse nessuno, poi mi baciò. Mi abbandonai a quel contatto, né troppo rude, né troppo dolce. I baci di Josh erano qualcosa di unico, sapevano d'amore, di passione. Entrammo nel pullman e salutai Tyler, il quale stava provando una nuova e stupenda melodia alla tastiera sdraiato sul divano, per poi andare con Josh nel suo letto. Questa volta la zona letti era separata dal resto tramite una porta pieghevole garantendo un po' di privacy. Non ci pensò due volte a farmi sdraiare su di lui e a cominciare una sessione intensa di baci tutt'altro che casti. Il nostro ansimare era coperto dalla musica di Tyler, poco curante di qualsiasi "cosa intima" facevamo io e il suo migliore amico. Una delle cose che mi piaceva più dello stare con lui era che tutto sembrava sempre semplice, perfino la sottospecie di relazione che avevamo intrapreso. Non rimasi a dormire lì per non destare troppi sospetti. Il giorno seguente ci avviammo verso la prossima meta, Berlino. Passai il viaggio nel mio pullman ascoltando le chiacchiere dei miei coinquilini.
«Quando tornerò a casa, come prima cosa voglio trovarmi una bella casa a Manhattan.» affermò Alex.
«Adesso sei nel Queens, giusto?» chiese la bionda addentando un panino.
«Sì, ed è così noioso!» fece una smorfia «Non c'è nemmeno un ragazzo carino!»
«Pensi solo a quello!» rise Joanna.
«Beh non dovrò mica rimanere zitello a vita. Sogno un matrimonio da favola, sapete?» protestò lui.
«Ti capisco. Io sono così felice di essermi sposata, non vedo l'ora di tornare da mio marito.» rispose comprensiva lei.
«Oh sì, pure io non vedo l'ora di rivedere la mia famiglia. Stiamo pensando anche noi di cambiare casa, ne vorremmo una più grande con il giardino.» intervenne Kristy malinconica.
«E tu, Ary?» mi domandò Joanna «Che progetti hai?»
Assunsi un'aria pensierosa. «Umh, vorrei trasferirmi a Londra. Poi...non saprei.»
«Sei così giovane ancora, avrai mille idee in testa.» sorrise.
«Sì beh, qualcuna ne ho. Ma niente di che.»
«Sicuramente farai grandi cose!» esclamò Kristy.
«Come minimo devi fare la modella. Ce li vedo proprio dei mega cartelloni con il tuo fisico mozzafiato!» aggiunse Alex ridacchiando.
«Esagerato!» dissi divertita «E poi sono troppo bassa.»
«E che ne sai, i tempi cambiano.» rispose l'uomo.
«Lo terrò in considerazione allora.» conclusi buttandomi sul letto.
A dire la verità non pensavo spesso al mio futuro. C'erano davvero molte cose che mi sarebbe piaciuto fare, ma non avevo mai preso realmente in considerazione l'idea di farle. Uno dei miei sogni nel cassetto era quello di avere un mio programma divertente di cucina su YouTube, dove invitavo ospiti famosi per cucinare e chiacchierare. E poi mi sarebbe piaciuto fare un disco con le mie canzoni, anche se la mia voce non era un granché. Inoltre pensavo spesso alla casa dei miei sogni, un attico moderno enorme in centro con piscina. Tante volte pensare al futuro mi faceva paura, mi chiedevo cosa avrei fatto se non fossi riuscita a realizzare i miei sogni. Non avevo ancora trovato la mia strada e temevo che forse non l'avrei mai trovata. Mi sentivo indietro anni luce rispetto ai miei coetanei. Tra pochi mesi avrei compiuto 22 anni e mi sembrava di non aver ancora concluso niente di concreto nella vita, come se il fallimento fosse la destinazione di ogni strada. Questi dovrebbero essere gli anni migliori, eppure io ero solo un ammasso di problemi. Correvo a vanvera venendo sbalzata da una parte all'altra. Facevo così tanta fatica a provare un po' d'amore nei miei confronti nonostante le persone che mi stavano intorno mi volessero un gran bene. Nemmeno il fatto che Josh Dun mi trovasse meravigliosa e venisse a letto con me riusciva a farmi cambiare idea. È proprio vero che per amare gli altri ci vuole un attimo, ma per amare sé stessi ci vuole una vita. Sospirai guardano fuori dal finestrino il paesaggio autostradale, mentre le chiacchiere dei miei amici erano diventate solo un ronzio di sottofondo. Arrivammo ben presto nella capitale tedesca, interessante ma non nel mio stile, dove restammo per un paio di giorni prima di riprendere il viaggio verso la famosa Amsterdam. Io e Kristy passammo il viaggio con i ragazzi, giocando alla Xbox e ridendo a più non posso. Tyler aveva deciso che, dopo le innumerevoli lezioni di ukulele, era giunto per me il momento di fare un'esibizione e mostrare i frutti del suo lavoro. Mi ero opposta in ogni modo alla sua malsana idea, mi vergognavo al solo pensiero di suonare e cantare davanti a qualcuno.
«Eddaiii! Ti ho sentita mille volte cantare sotto la doccia, non sei male.» mi incoraggiò Kristy.
«Ma non mi va, sono timida lo sapete.» sbuffai.
«Timida? Tu?» scherzò Josh.
«Josh dovresti essere dalla mia parte.» mugugnai fingendomi offesa.
«No no no. Non si discute. Adesso ti metti qui seduta e mostri a tutti che insegnate bravo io sia.» sentenziò il moro.
Mi arresi facendo una smorfia. «Va bene, va bene. Ma se vedo solo un cellulare che mi filma non vi parlo più.» dissi rivolgendomi più che altro alla mia amica.
«Nessun video, d'accordo.» rispose lei divertita alzando le mani.
Tyler mi fece sistemare seduta sopra una delle loro valigie davanti al divano su cui i tre erano seduti. Presi un bel respiro asciugandomi sui pantaloncini le mani sudate, mentre i ragazzi e la bionda mi sorridevano inteneriti dalla mia espressione terrorizzata. Cominciai a suonare House Of Gold, la canzone sul quale io e Tyler avevamo maggiormente lavorato. Non riuscendo a guardare i miei spettatori concentrai la mia attenzione sulle note che stavo suonando, sorprendentemente giuste. Ciò mi aiutò molto a rilassarmi e continuai a suonare con più convinzione. Credo che fosse grazie a quella sicurezza che le parole della canzone uscirono automaticamente dalla mia bocca. Pian piano alzai lo sguardo vedendo i ragazzi e Kristy con un sorriso orgoglioso. Era la prima volta che mi esibivo davanti a qualcuno, a parte Tyler. Verso metà canzone avevo iniziato a prenderci gusto e di conseguenza a divertirmi. Kristy faceva facce buffe di approvazione cercando di non farmi notare il suo cellulare puntato su di me, intanto il moro annuiva compiaciuto. Josh invece mi guardava contento e tranquillo. Finita la mia esibizione i tre mi applaudirono e io mi misi una mano sulla faccia per l'imbarazzo. «Kriss avevo detto niente video!»
«Eri troppo carina, non ho potuto resistere.» si scusò.
«Ha ragione! Vero Ty?» disse Josh.
«Con un maestro come me il successo era scontato.» si vantò l'amico.
La bionda mi fece guardare il video, non ero così male in effetti. «Siete pazzi. Come mi avete convinto a farlo!?» mi lamentai ancora imbarazzata.
Sembrava di essere tornati all'inizio del tour, con i lunghi viaggi e noi 4 sempre insieme. Peccato che mancassero solo poche settimane alla fine di tutto. Le ore in compagnia passarono veloci ed Amsterdam ci accolse con un cielo nuvoloso. Era una città affascinante, sicuramente avremmo trovato qualcosa di figo da fare. Quella sera io e Kristy preparammo una cena salutare a base di verdure, un po' per onorare lo spirito ecologico della città e un po' per compensare alle tossine che i corpi di molti di noi avrebbero sicuramente assunto nei giorni seguenti. Oltre alle tossine, speravo di assumere anche qualcos'altro, o meglio qualcun altro. Io e Josh non avevamo tante occasioni per stare soli, anche se il tempo che passavamo insieme era parecchio. Tra noi le cose erano esattamente come al solito, con la sola differenza che ora facevamo sesso. Ero felice che il nostro rapporto non fosse cambiato, che eravamo due amici pazzi prima di ogni altra cosa. Mi addormentai con quel pensiero accompagnato dal leggero russare di Alex; quest'ultimo mi accolse pure al risveglio. Si prospettava una mattinata frizzante, in cui avremmo montato il palco e tutto il resto. Il concerto procedette normalmente, i fan olandesi erano scatenati ma docili. La vera sorpresa fu poi, quando all'accampamento Mike si fumò una canna seduto sulla sua fedele sedia da campeggio. Cominciò a blaterare su quanto ci volesse bene e su quanto fossero terapeutici i viaggi in strada con gli amici, abbracciandoci pure. Fu una scena davvero divertente. Il giorno dopo facemmo un giro per la città tutti assieme per rafforzare lo spirito di squadra, come aveva detto il grande capo sotto stupefacenti. Visitammo un sacco di cose interessanti fino a tardo pomeriggio. Rientrati al nostro accampamento io e Kristy ci mettemmo al lavoro per la cena, nel frattempo gli altri allestivano i tavoli e le sedie. Il caldo sole di metà agosto ci tenne compagnia fino a tardi, lasciando un piacevole fresco al suo completo tramonto verso le 9 e mezza. A un certo punto della serata Josh ricevette una chiamata e si allontanò con Tyler per confabulare al telefono. Una volta terminata, il moro tornò nella zona banchetto, Josh invece mi fece segno di raggiungerlo. Curiosa raggiunsi il mio amato.
«Che succede?» domandai punzecchiandogli la pancia con le dita.
«Il mio amico Brendon ci ha invitati a un party per questa sera. Che ne dici?» spiegò con aria furba.
«Uh, sembra figo. Come dovrei vestirmi?»
«Non è una festa elegante quindi, umh...vestiti da party.»
«Ottimo. Allora tra poco sparecchio e vado a prepararmi.»
«Chiedi anche a Kriss se vuole venire, anche se dubito che vorrà.» ridacchiò.
«Perché?» chiesi confusa.
«Lo scoprirai.» disse ammiccando per poi tornare dagli altri.
A volte quel ragazzo mi lasciava piuttosto basita. Sparecchiai in fretta non appena tutti ebbero finito di mangiare e mi catapultai sul mio pullman, mentre la maggior parte della crew era ancora fuori a parlare gustandosi qualche birra. Dopo la doccia mi misi a cercare dei vestiti adatti per il fantomatico party. Che avrei dovuto indossare? L'arrivo di Kristy non mi fece distogliere l'attenzione dalle mie valigie.
«Che fai qui tutta sola?» esortò raggiante sedendosi sul mio letto.
«Josh mi ha detto che Brendon dà un party e sto cercando qualcosa da mettere. Ah, e se ti va di venire puoi unirti a noi. Anche se poi ha dett...»
«Assolutamente no!» mi interruppe con gli occhi sgranati «No, no e ancora no.»
La guardai perplessa. «Oook... Cosa dovrei sapere?»
«Beh...emh... Sai cosa? Non voglio rovinarti la sorpresa.» disse con un'espressione rassegnata e forse un po' schifata.
«Ok, nessuno mi dirà che c'è di strano a quanto pare. Almeno aiutami a scegliere un outfit. Che dici di questo?» la interpellai mostrandole un vestitino di jeans.
«Decisamente no. Aspetta...» frugò tra i miei vestiti «Ah, ecco. Questo è decisamente meglio.»
Guardai i capi che mi aveva proposto: una gonna nera in pelle lucida con cerniera, un top rosso sempre in pelle molto corto e le calze a rete. «Non sapevo di essere una prostituta.» commentai facendo una faccia buffa.
«Indossali e basta.» rispose alzando gli occhi al cielo.
Mi aiutò a finire di preparami inondandomi di mascara e rossetto scuro. Infine mi prestò un paio di stivaletti bassi che sicuramente avrei comprato anch'io non appena ne avessi avuta l'occasione. Mi guardai allo specchio perplessa, mi sembrava troppo persino per me. «Cazzo sono una bomba di sesso. Ma sei sicura? Ma che razza di party è?»
«Sono sicura che ti divertirai.» affermò furba.
I due ragazzi non tardarono a venire a prendermi. Tyler era vestito piuttosto normale, ma Josh era...interessante. Sembrava uscito da una delle fanfiction sui Joshler. Aveva dei jeans neri strappati per tutta la lunghezza, una canotta che lasciava ben poco all'immaginazione e l'immancabile cappellino messo al contrario. La sua cresta rosa sembrava più voluminosa del solito e si era perfino messo lo smalto bianco, che a volte usava durante gli show, e un filo di eyeliner. Iniziavo ad avere dei dubbi su dove stessimo andando.
«Ecco la vostra ragazza, ve l'ho preparata a dovere.» li informò la bionda spingendomi fuori.
«Porc...» sussurrò Josh senza finire qualunque cosa stesse per dire, tirandosi leggermente il cavallo dei pantaloni stretti.
«Wow. Più che adatta.» osservò Tyler sorpreso e probabilmente un po' imbarazzato.
«Beh ragazzi, divertitevi e fate tardi!» ci augurò.
Raggiungemmo ben presto il party in auto. Entrammo in un palazzo e prendemmo l'ascensore fino al piano più in alto, poi proseguimmo per un paio di rampe di scale illuminate da una luce sul tono del verde. Mentre salivamo incrociammo un ragazzo vestito di pelle che scendeva. Ero davvero incuriosita. Josh mi tenne la mano fino al piccolo portone di metallo con davanti un bodyguard. I due dissero i loro nomi che l'uomo controllò sulla lista, successivamente spalancò il portone da cui fuoriuscì musica piuttosto alta. Entrando fummo colpiti da un'ondata di luci colorate e odore di erba. Il grande loft era gremito da almeno una cinquantina di persone, alcuni probabilmente erano famosi in quanto avevano un viso familiare, la maggior parte dei quali erano vestiti un po' strani o addirittura in modo kinky. Improvvisamente capii perché la mia amica non voleva venire. Non ebbi il tempo di domandare in che bizzarro party mi avessero portato, che i due furono travolti dal loro amico.
«Josh! Tyler! Che bello vedervi! È passato molto tempo, eh? Come state?» li salutò Brendon entusiasta indossando un crop top giallo e dei jeans bianchi. Sicuramente non era molto sobrio. Fece due chiacchiere con loro fino a quando spostò lo sguardo su di me: «Uh tu devi essere Ary! Josh mi ha parlato molto di te! Josh non me la presenti?»
«Gli hai parlato di me?» domandai imbarazzata guardando il diretto interessato, il quale fece spallucce.
«Certo che mi ha parlato di te! Io sono Brendon comunque.» disse su di giri stringendomi la mano.
«L'avevo intuito! Festa interessante, wow!» ridacchiai divertita osservandomi in giro.
«Grazie! Ci vediamo più tardi, divertitevi!» esclamò e si diradò tra la folla.
Ci dirigemmo alla cucina dove era allestito un piano bar con tanto di barman. Ordinammo qualcosa da bere e i due mi chiesero cosa ne pensassi della festa. Senza dubbio era il party più singolare a cui avessi partecipato, però sembrava molto interessante. Osservavo i presenti: qualcuno ballava, altri chiacchieravano o fumavano; alcuni pure pomiciavano. Decisi di fare un giro siccome i miei accompagnatori avevano ritrovato Brendon e avevano ripreso a conversare. Assaggiai degli stuzzichini di dubbia identità che non erano niente male, poi fui attirata da due spogliarellisti che ballavano in mutande di pelle accerchiati da una piccola folla composta sia da ragazze che ragazzi. Erano davvero sexy. Recuperai una banconota dalla mia borsetta e la lanciai ai due come facevano gli altri spettatori. Era la prima volta che mi capitava una situazione del genere, fu estremamente divertente. Dopo un po' cercai Tyler e Josh, trovandoli seduti nei divanetti della terrazza insieme al loro amico. Josh mi fece sedere su di lui non appena li raggiunsi. Stavano fumando una canna che mi passarono prontamente. Era piuttosto forte, difatti comincia a sentirne gli effetti poco dopo. Brendon face quattro chiacchiere anche con me, dicendo alla fine di adorarmi e che un giorno dovevo assolutamente andare a trovarlo a Las Vegas. Passammo una mezzora buona a ridere senza dei particolari motivi a causa della droga e dell'alcool, e Tyler e Brendon si misero a fare il gioco di chi riesce a schiaffeggiarsi le mani per primo. Io appoggiai la testa sulla spalla di Josh, che mi rivolse uno sguardo inteso e sexy. Ricambiai l'occhiata molesta sperando di non sembrare troppo fatta. Passammo alcuni secondi a fissarci, poi mi morsi il labbro e senza pensarci troppo gli diedi un bacio che mi elettrizzò dalla testa ai piedi. Le sue labbra tornano ad assaporare le mie subito dopo con le nostre lingue che si cercavano a vicenda. Continuammo incuranti a baciarci per non so quanto tempo. Sentivo il mio corpo completamente su di giri, probabilmente anche grazie al mix di sostanze assunte. Ci fermammo solo quando ci accorgemmo che il caro Brendon si stava facendo dei selfie con noi come sfondo, mentre Tyler era collassato sul divano. Inoltre si era fatto tardi ed era il momento di tornare all'accampamento e fare una bella dormita. Recuperammo il moro e salutammo l'esuberante ragazzo. Josh portò Tyler di peso fino al letto e anche noi poi finalmente ci adagiammo. Decisi di restare a dormire da loro per non svegliare Kristy e gli altri nel caso avessi fatto confusione rientrando. Io e Josh eravamo ancora in preda agli spiriti bollenti, ma la stanchezza prevalse e dopo qualche bacio appassionato ci addormentammo. 

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