Capitolo 21

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Ricordo che Conte aveva 39 mentre Chiara, prima di morire aveva 23 di conseguenza aggiungendo 5 anni dovranno avere lui; 44 e lei; 28 anni

5 anni dopo.

La morte di Chiara fu devastante per tutti coloro che la conoscevano.

Sua madre, come deciso, venne liberata dopo la morte di sua figlia.

Tante persone sono venute al funerale.

Ma nessuno era devastato quanto Giuseppe.

Ha perso l'appetito, non parla più.

Era completamente assente.

Non era attento per nulla.

Aveva deciso di ritirarsi per la carica da presidente, ma non fu facile.

Molti lo volevano al potere.

Di conseguenza decise di accontentare il popolo, ma fu molto difficile concentrarsi e svolgere il suo lavoro.

Chiuse in galera tutti coloro che hanno pianificato la morte della sua amata Chiara.

Furono condannata all'ergastolo.

Strano eh? Eppure fu così.

La sua mente era così annebbiata dalla rabbia e rancore che arrivò pure a mettere le mani su chiunque cercava di aiutarlo ad uscire dalla crisi.

Sono passati 5 anni e lui ancora non si dimentica di lei.

La sogna.

Ovunque.

Qualsiasi ora.

È diventato così ossessionato da lei che il suo encefalo iniziò a produrre delle illusioni.

Vedeva cose che nessuno vedeva.

Veda lei, sorridergli.

Dirgli "ti amo".

Si...

Quel ti amo di quel giorno.

Si maledì.

Se non avessero litigato, lei non lo avrebbe raggiunto e ora sarebbe qui con lui.

Bussarono alla porta di casa sua e lui dopo qualche istante di esitazione andò ad aprire.

"Ciao Giuseppe, posso?" Era Valentina la sua ex moglie che lo tradì tanti anni fa e proprio quella sera lui incontrò, per la prima volta, Chiara.

La fece accomodare in salotto, le chiese cosa le andasse da bere ma lei rifiutò.

"Sono qui per parlarti Giuseppe. Questa situazione va avanti da anni. Devi trovarti un'altra" lui la guardò in cagnesco e poi disse "vattene" lei cercò di farlo ragionare ma la prese in maniera aggressiva per il braccio e la butto fuori di casa, sbattendo in faccia la porta.

Andò nel suo salotto e subito dopo sentì suonare al citofono sbuffò e andò verso la porta.

Apri la porta urlando ma subito dopo si arrestò vedendo ciò che era davanti a lui.

"Buona sera signor Conte. Piacere di conoscerla, io sono Anastasia."

Giuseppe era completamente scioccato, non sapeva che dire, come faceva a sapere del suo cognome e come faceva a sapere dove abitasse.

"Sarebbe così gentile a seguirmi? Vorrei mostrarlo una cosa che la renderà felice"

La donna sta ancora parlando ma Giuseppe non da segni di vita, così lo prese dal polso e se lo trascinò dietro.

Stufa di aspettare.

Raggiunsero un vicolo cieco.

Poi all'improvviso si aprì una porta, che prima non c'era.

Entrarono lì e subito dopo si ritrovarono in un luogo molto luminoso.

Si guardò intorno, il posto sembra costruito di vetro, ma non è trasparente o si vede il proprio riflesso.

È luccicante.

Meraviglioso.

Una cosa che Giuseppe non ha mai visto.

"Signor Conte, per di qua" la donna lo richiamò di nuovo e lui, curioso, decise di inseguirla.

Non sa il perché ma il suo istinto gli diceva di fidarsi.

Percorrono un lungo corridoio e ai lati ci sono dei soldati, ma diversi dai nostri.

Le divise erano diverse.

Le divise erano simili a quelli dei carabinieri ma la differenza che la giacca è bianca con la striscia rossa e i pantaloni bordeaux.

Non erano armati.

Tranne quelli che erano situati davanti ad una porta, due soldati con una lancia molto lunga, che tendono qualche grado verso la porta, in segno che nessuno può accedere a quella stanza.

Appena Anastasia arrivò davanti alla porta, subito i soldati le aprirono il portone.

Aperto il portone subito Giuseppe rimase incantato, la stanza era di una grandezza indescrivibile, era tappezzata di quadri di ogni grandezza ma solo uno attirò la sua attenzione, era il quadro più grande di tutti.

Occupava un muro intero.

Raffigurava una donna in abito bianco, con gli occhi chiusi, seduta su un trono.

Non uno di quei troni che vediamo tutti giorni alla TV, ma bensì era qualcosa di più bello.

Era di qualche materiale, solido.

Guardò l'immagine con più attenzione.

"Chiara..." disse Giuseppe e la donna si voltò subito verso di lui, si era avvicinata al letto che era lì.

"Credi che gli assomigli?" Lui senza guardarla annuì sorridendo.

"Hai ragione, quella bella donna è chiara"

Lui la guardò sorridendo e poi si accorse della figura distesa sul grande letto.

Non potè capire chi fosse per la presenza delle tende poco trasparenti del colore del cielo sereno.

Giuseppe si avvicinò di più e la donna lo guardava sorridendo.

Appena arrivato a destinazione guardo la donna come per chiederle il permesso e lei annuì.

Tirò via la tenda e vide...








***

Si il capitolo è corto ma vi volevo tenere sulle spine.
Spero che sia riuscita spiegarvi come si è sentito e ridotto il nostro ex presidente dopo la sua morte per ben 5 anni.
Il prossimo capitolo sarà a breve, ma uscirà solo dopo aver pubblicato il capitolo dell'altra storia.

Per chi non l'abbia ancora lette vi consiglio di darle un'occhiata e di lasciare una stellina per sopportarmi.
Vale anche per questa storia, ovviamente😉

A prestooo

Rememeber Me // Giuseppe Conte Completata Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora