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Rilascio l'ennesimo pesante sospiro. Seoul è deserta, solo un paio di noiose falene svolazzano attorno a un lampione, attirate dalla luce della lampadina. Mi chiedo perché si ostinino a sbattere la testa contro quella sfera con tanta ostinazione se poi finiscono per morirne.
Che insetti privi di significato.
Ancora stasera, percepisco solo il lento riecheggiare dei miei passi sull'asfalto umido. Ha piovuto ieri, credo. Non lo ricordo bene.
A disturbare il mio flusso di pensieri è la suoneria del cellulare.

chiamata in arrivo da Yoongs-_-

Senza troppi giri di parole rifiuto la chiamata del mio migliore amico. Adesso non ho affatto voglia di parlare, lui lo sa. Non ho mai voglia di parlare, figuriamoci oggi.
Non è successo niente di particolare, ed è proprio questo a mandarmi in bestia. Un giorno monotono, uno qualunque, sempre uguale. Mi dà sui nervi perché è esattamente come me. Per quanto mi sforzi resterò sempre il frivolo e piatto Jung Hoseok, a sbattere la testa sui miei problemi come le farfalle notturne sulle lampadine. Non che un ragazzo così giovane possa averne un granché di problemi, si potrebbe pensare. Evidentemente sono l'eccezione alla regola. Nei miei 26 anni di età ho collezionato un vasto repertorio di insucessi. Di studiare non sono mai stato capace, ho frequentato i corsi obbligatori per poi prendere una strada, una qualsiasi, non so nemmeno adesso dove sono finito. Mio padre è morto un decennio fa durante una spedizione in Kenya. Era un volontario, sempre disponibile per tutti tranne che per suo figlio; aiutava gli altri, patetico.
Di mia madre so solo che si trova in un manicomio. Raggiunta la maggiore età sono scappato di casa, non ce la facevo più a vivere con quel mostro.
Si è messa nei guai con la legge e le è stato diagnosticato uno di quei disturbi mentali dal nome impronunciabile, o almeno così ho saputo. Non mi sono voluto informare meglio, non voglio più avere niente a che fare con lei, mi serve viva solamente per poter accedere al suo conto. Lei mi fa schifo, ma i suoi soldi no, dato che non riesco a trovare un lavoro, per quanto mi impegni.
Mi sono praticamente arreso, finché ho una scorta di denaro posso cavarmela.
Non devo provvedere a grandi spese, bollette, cibo... se non fosse per lei, la mia più fedele compagna. È l'unica cosa che riesce a farmi andare avanti, l'unica via di fuga a un mondo che mi ha tolto tutto. Per non sprofondare nell'oblio delle mie giornate, ho solo bisogno di entrare nell'Hope World.
Ho bisogno di lei.
La droga.

𝐇𝐨𝐩𝐞 𝐖𝐨𝐫𝐥𝐝 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora