Comincio a spazientirmi.
Mi passo una mano tra la chioma scura. Quell'uomo non è ancora arrivato. Sono al luogo dell'incontro da quasi 15 minuti, ma niente, lui non c'è. Comincio a pensare che mi abbia dato buca.
A speranze quasi perse, mi raggiunge qualcuno di parecchio alto, con un cappellino azzurro sul capo. È lui.
-Che vuoi?- mi chiede accendendosi una sigaretta, fingendo di parlare con me come con un vecchio amico.
-Speed, perché ci hai messo tanto?- mormoro mettendo le mani in tasca.
-Un imprevisto. Dammi i soldi-
Non mi accorgo che mi ha già messo tra le mani ciò che gli ho chiesto. È parecchio agile, potrebbe derubarmi all'istante se solo volesse.
Gli passo un mazzetto di banconote che ho appena prelevato, spacciando il gesto per una stretta di mano.
È talmente tanto tempo che faccio uso di questa roba che potrei lavorare nel settore.
Un cenno di saluto e mi dirigo verso casa, tenendo il sacchetto di pillole all'interno della giacca.Sfilo dall'indumento la mia tanta agognata anfetamina, e poggio la busta sul tavolo del soggiorno, una delle tre stanze della casa stipata dove vivo. Inghiottisco velocemente qualche pasticca e mi lascio cadere sul piccolo divano in un angolo dell'appartamento, dato che l'effetto arriverà tra un po' di tempo.
Difatti dopo venti minuti comincio ad avere caldo. La vista si appanna, i muscoli si intorpidiscono, perdo la percezione della realtà, mi rilasso.
So di trovarmi a casa mia, mi sento avvolto dalla stoffa dei vestiti, ma in un attimo non so più dove sono. Mi va bene così. Voglio solo andarmene da qui, voglio stare nell'unico luogo che mi rende libero dai pensieri, leggero. Sbatto le palpebre un paio di volte, una sfera scura e lucida ruota alla mia destra, all'infinito, sospesa nell'aria. Mi volto, trionfa su un pendio la gigantografia delle lettere "Hope World". Eccomi, sono il capo del mio regno, posso fare ciò che voglio, nessuno mi disturba.
Corro tra le una fitta erba rossa, che si alza fin sopra alla mia testa, sto seguendo un sentiero di minuscole praline polverose. Un gatto dagli occhi da rana mi si avvolge attorno alla gamba, riesco a scacciarlo con un calcio. Rido fragorosamente di fronte alla coda di una mucca, che svolazza trainando un vortice di foglie, che poco a poco assorbe tutto ciò che sfiora, tra cui uno stormo volante di delicati paguri di porcellana.
Mi chiedo come la mia mente possa elaborare simili scenari.
Mi stendo su delle assi di pietra grezza, palesemente troppo pesanti, che galleggiano su uno specchio d'acqua che visito spesso (ieri, ad esempio, era stracolmo di girini viola, che un po' mi davano il voltastomaco).
Respiro a pieni polmoni quest'aria che sa di libertà e erba appena tagliata. Sorrido al cielo, che, denso di lune, soli e luci stroboscopiche, mi fa quasi male agli occhi.
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𝐇𝐨𝐩𝐞 𝐖𝐨𝐫𝐥𝐝
Fanfictionᵗᵒ ᵐʸ ˡⁱᵗᵗˡᵉ ˢᵘⁿˢʰⁱⁿᵉ "Ogni gesto che dalla gente comune e sobria viene considerato pazzo coinvolge il mistero di una inaudita sofferenza che non è stata colta dagli uomini" È la folle storia di Jung Hoseok, diviso tra la monotonia delle sue giorna...