Alex mi sta tenendo affettuosamente la mano, il suo tocco mi rassicura. Tutt'a un tratto la lascia, la vedo venire risucchiata in una teca gigantesca. Tra di noi c'è una lastra di vetro. Mi si infrangono costantemente adddosso delle frecce affilate, che però non mi causano dolore. Fa più male vedere l'esserino dai capelli giallo acceso che si tortura tristemente le dita.
-Non avresti dovuto colpire Yoongi- sono le prime parole che escono dalla sua bocca.
-Mi ha dato del pazzo, ha detto che devo farmi curare!- mi altero lievemente. Mi scanso lateralmente per evitare una torrenziale discesa di sassolini, che nello sfregamento emettono un rumore simile alle corde di violino pizzicate.
-Hobi- mi guarda negli occhi -ha ragione-
Non riesco a rispondere.
-Ti farebbe bene smettere con la droga-
Non lo sta dicendo davvero.
-Sei impazzita?-
-La tua vera vita non è qui, è là fuori, per quanto non ti piaccia-
Si sta arrendendo, sta sacrificando questo regno per preservare me.
Non ha cattive intenzioni, glielo leggo nello sguardo, è solo troppo altruista.
Ma io no.
-Non ci pensare nemmeno, farò di testa mia, come ho sempre fatto-
L'Hope World è tutto ciò che mi rimane, non posso perderlo. Sento i muscoli che ricominciano a tendersi. -Aspettami-
L'ultima cosa che vedo sono i suoi profondi occhi neri..
-Signorino Jung, si calmi- una soave voce maschile mi giunge all'orecchio.
-Sono calmo- replico confuso, con la voce roca di chi si è appena riscosso da uno stato di trance. -Chi è lei?-
-Un medico- risponde premendomi il pollice sul polso.
Cerco di alzarmi, ma qualcosa me lo impedisce.
-L'abbiamo dovuta legare, avrebbe fatto male a qualcuno nel suo stato-
Con difficoltà capisco di avere gli arti immobilizzati, e mi divincolo di più.
-Non può restare così, adesso io la slego e lei mi promette che non mi farà usare la forza per trattenerlo in questa stanza- annuisco impercettibilmente, con il battito a mille. Odio essere impotente.
-Sono stato chiaro?- i suoi occhi nocciola mi scrutano.
-Chiarissimo-
Mi alzo in piedi, andando ad aprire di scatto la porta di camera mia. Sulla soglia mi aspetta un tipo abbastanza robusto.
-Cosa c'è? Sono un carcerato?- chiedo vedendo che non mi fa passare.
-Sei in terapia di disintossicazione- sbarro gli occhi -il tuo amico pare avere il portafogli pieno, ha fatto in modo che tu avessi il personale a domicilio-
Cosa ha fatto?
-Non preoccuparti, se siamo fortunati nel giro di qualche settimana sarai guarito-
Un altro che mi identifica come malato. Che mi aspettavo? Sono loro i pazzi. Credono di avere il diritto di rinchiudermi in casa senza il mio consenso?
-Lei è clinicamente incapace di intendere e di volere- quel dottore risponde alla mia domanda, che probabilmente ho fatto ad alta voce senza accorgermene. Al diavolo.
Pure mia madre ha iniziato così, prima l'hanno trattata come una detenuta nella sua casa, cercando di farla ragionare, poi sono venuti a prenderla e l'hanno portata via. Quello stesso giorno ho lasciato la casa in cui vivevamo, e ho riso di gioia alla visione di quel mostro trascinato via, costretto in una camicia di forza. Se non collaboro mi accadrà lo stesso. Mi immagino già accanto alla sua stanza, le pareti bianche e i cuscini per terra.
Mi siedo sul pavimento, ho la sensazione di star uscendo davvero di testa.
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𝐇𝐨𝐩𝐞 𝐖𝐨𝐫𝐥𝐝
Fanfictionᵗᵒ ᵐʸ ˡⁱᵗᵗˡᵉ ˢᵘⁿˢʰⁱⁿᵉ "Ogni gesto che dalla gente comune e sobria viene considerato pazzo coinvolge il mistero di una inaudita sofferenza che non è stata colta dagli uomini" È la folle storia di Jung Hoseok, diviso tra la monotonia delle sue giorna...