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-Perché non sei passato da Yoongi? Lo sai che ci tiene a vederti- mi sgrida Alex.
-E questo come fai a saperlo?-
Sono a dir poco sconvolto da quanto Alex riesca a sorprendermi di più ogni volta che parliamo, occasioni sempre meno rare da qualche settimana a questa parte.
-Sono nella tua mente, so tutto di te- sghignazza, cambiando umore in pochi istanti.
-So anche che oggi avresti dovuto dare una ripulita in casa, e invece eccoti qui- ecco di nuovo quel tono accusatorio.
-Non posso farci niente- alzo le spalle.
Ignoro la sua ramanzina su quanto io abbia il controllo di me stesso e possa decidere liberamente cosa fare della mia vita. Ho sempre adorato l'Hope World, ma adesso che ho qualcuno con cui parlarne liberamente la mia stima nei confronti di questo regno è triplicata.
-Se la smetti di parlare ti porto in un posto- propongo, dato che non la finisce più. Inizia ad infastidirmi, e non tollero emozioni negative qua.
-Che posto?-
-Non ne ho idea, vedrò strada facendo-
Ride, e iniziamo a camminare verso una meta sconosciuta.
Mi blocco non appena trovo quello di cui ho bisogno. Su un'alto sgabello barcollante troneggia un maestoso aereo, che proietta attorno a sé ombre arancioni e gialle. Percepisco l'emozione di Alex mentre saliamo a bordo. Non so nemmeno io in che modo siamo arrivati fino a quassù, è semplicemente successo.
L'interno sembrerebbe di uno di quei jet privati lussuosi, se non fosse per il mio cervello, che ha irrimediabilmente deciso di renderlo una piscina. Sulle pareti sono affissi una ventina di rubinetti dorati, dai quali sgorga un'acqua brillante come i capelli argentati della creatura che ho adottato come mia compagna di viaggio. Il liquido si è infiltrato ovunque, ma non percepisco la sensazione di bagnato.
-Sediamoci- non se lo fa ripetere due volte e si fionda nel posto più vicino.
Dall'altoparlante risuonano dei versi strani, di un animale notturno, credo. L'eco è senza fine, e solo dopo qualche minuto scopro che l'unico modo per far cessare il tormento è aprire i finestrini, che si azionano con un mulinello da pesca.
Tutt'a un tratto la terra, o almeno dove poggio i piedi, trema. Un'occhiata veloce ad Alex, gli occhi stracolmi di felicità, e capisco che stiamo decollando.
Riapro le palpebre solo quando mi accorgo di essere stabile.
-Chi lo sta pilotando?- domanda sporgendosi a cercare la cabina del pilota.
-Nessuno- rispondo ovvio.
Ottengo in risposta un suo sguardo esterrefatto.
-Non ci pensare- la invito a sporgersi dall'oblò, che si spalanca completamente, permettendoci in un modo o nell'altro di salire sull'ala sinistra dell'aereo. Ormai ho capito che non posso farmi male.
Il vento mi scompiglia i capelli, non mi sono mai sentito così bene.
Con la vista spettacolare di una valle folle e piena di colori, inspiro a pieni polmoni l'aria di libertà. Mi rivolgo ad Alex, che si regge saldamente al mio braccio per non cadere.
-Saluta il mio Hope World!-
E questo è tutto mio.

𝐇𝐨𝐩𝐞 𝐖𝐨𝐫𝐥𝐝 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora