Harry fu felice di vedere un sorriso che illuminava il volto di Draco. Rise, sperando che quella pace non finisse mai, ma sapeva che non era così. Pensandoci, gli sembrava strano che fossero passati dal disprezzarsi all'abbracciarsi e sorridersi, ma non gli dispiaceva affatto il cambiamento.
Harry aveva poggiato la schiena sul tronco dell'albero alle loro spalle. Draco si era appisolato e aveva inavvertitamente appoggiato la testa sulla spalla del ragazzo.Harry non lo svegliò: aveva bisogno di riposare, anche se quella dormita non durò a lungo.
Infatti, Draco si svegliò di soprassalto, come se avesse appena avuto un incubo.
<Che succede?>
Com'era privedibile, il ragazzo non rispose alla domanda di Harry.
Probabilmente, Draco non l'aveva neanche sentito, assorto com'era nei suoi pensieri.Harry prese il viso di Draco con due dita e lo spostò delicatamente fino a farsi guardare negli occhi.
<Con me puoi parlare> gli sussurrò.
<Non ho niente da dirti> mentì l'altro.
Harry gli prese la mano sinistra delicatamente, per non fargli male, e la guardò intensamente. Draco iniziò a tremare e il respiro si fece irregolare.<Negare il proprio dolore e sopprimere i conflitti interiori, non può che ferire una persona e spingerla a fare lo stesso con altri> gli disse Harry, senza staccare gli occhi dalla mano dell'altro.
Draco fissava Harry preoccupato, ma la sua mente era altrove. Avrebbe voluto così tanto raccontargli tutto, liberarsi da quel fardello che portava sulle spalle, ma non poteva. Non aveva scelta, non l'aveva mai avuta. Doveva proteggere la sua famiglia, a tutti i costi. Questo, però, Harry non poteva e non doveva saperlo. Eppure, Draco stava bene con lui. Aveva la sensazione di essere finalmente compreso. Il destino di entrambi era stato scritto, deciso da altri, anche se in modo diverso. Nessuno dei due avrebbe mai voluto la sorte che è toccata loro. Erano simili, sotto questo punto di vista: due pedoni sulla grande scacchiera della vita, mossi da mani abili e meschine, spesso costretti a sacrificarsi per un pezzo più importante.
Draco rimase fermo a riflettere a lungo. La frase detta da Harry poco prima lo aveva sorpreso, ma si era accorto che aveva ragione. Le somiglianze che aveva scoperto tra i due, lo spinsero a fidarsi dell'altro: pensava che lo avrebbe capito. Così, iniziò a parlare.
<Potter...>
Harry alzò il capo e lo guardò dritto negli occhi. Gli sorrise, per incitarlo a continuare.
<Da quando mio padre è ad Azkaban,>
Harry arrossì, ricordando che avevano condannato Lucius Malfoy a causa sua.
<il nome Malfoy ha perso la rispettabilità che aveva. Io sto cercando di far tornare tutto come prima>
<Come?> chiese Harry, anche se conosceva la risposta.
<Io... Pensavo che sarebbe stato facile. Ero onorato di aver ricevuto questo compito. Invece non ci riesco, non posso farlo... e se non lo faccio presto, lui dice che mi ucciderà>
Draco scoppiò a piangere, girandosi per non guardare Harry. Lui gli prese la guancia, la accarezzò per tranquillizzarlo, e gli spostò il viso per guardarlo negli occhi. Draco, singhiozzando, abbracciò forte Harry, che ricambiò. Fece salire una mano nei capelli biondi di Draco, accarezzandoglieli dolcemente. L'altro gli si aggrappò alla camicia, inzuppandogliela ulteriormente di lacrime e sangue.
Quando si allontanarono, Draco non era ancora riuscito a far calmare le lacrime, che continuavano a scendere copiosamente.
<No...> sussurò scuotendo la testa e girandosi, dando le spalle a Harry.
<Non devi starmi vicino>
Harry avvicinò una mano a Draco, ma lui la allontanò.
<Io... sono un Mangiamorte, Harry>Harry decise di non mostrarsi sorpreso, ma l'altro probabilmente non se ne accorse, dal momento che rimase a guardare un punto imprecisato davanti a sé. A quel punto, Harry prese il braccio di Draco e lo tirò, costringendolo a guardarlo. Rimasero a fissarsi per un po', uno con un sorriso rassicurante e l'altro visibilmente preoccupato, con gli occhi colmi di lacrime. Poi, Harry prese il viso di Draco tra le mani, lo avvicinò a sé e le loro labbra si incontrarono.
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𝐃𝐞𝐬𝐭𝐢𝐧𝐢 𝐢𝐧𝐭𝐫𝐞𝐜𝐜𝐢𝐚𝐭𝐢 - Drarry 🤍
Hayran Kurgu"Il destino di entrambi era stato scritto, deciso da altri, anche se in modo diverso. Nessuno dei due avrebbe mai voluto la sorte che è toccata loro. Erano simili, sotto questo punto di vista: due pedoni sulla grande scacchiera della vita, mossi da...