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Pochi giorni dopo, Jimin mi portò in un negozio strano, pieno di TV e roba varia. Ero incuriosita da queste piccole cose che si illuminavano, che saltavo da una parte all'altra per osservare tutte le cose. Mentre Jimin dietro di me se la rideva per la scena.

Tu- Jimin-ah, guarda questa!

Dissi indicando una macchina fotografica. Ero affascinata da quell'oggetto, ne avevo visto uno uguale pochi giorni fa in quella sala, dove Jimin e gli altri stavano girando un video.

Jimin- Ah, è una macchina fotografica, a casa ne ho una uguale, te la farò vedere. Ora vieni con me, dobbiamo prendere una cosina che ti servirà anche per il tuo apprendimento.

Tu- Cos'è?

Dissi saltellando accanto a lui.
Lui sorrise e mi prese la mano trascinandomi davanti a delle teche.

Jimin- Vediamo...

Disse osservando le scritte sotto quegli aggeggi. Cercai di imitarlo, ma non sapendo leggere non seppi cosa fare. Jimin era così concentrato, un uomo si stava avvicinando a noi, io mi alzai con la testa e il visto e le sorrisi.

Tu- Buongiorno!

Dissi felicemente.
Il signore mi sorrise e chiese:

Venditore- Buongiorno signorina, avete visto qualcosa che vi interessi?

Jimin alzò la testa di scatto e guardò il signore e gli indicò quell'oggetto illuminato.

Venditore- Perfetto, vuole anche il vetrino?

Jimin- Si, grazie.

Mi avvicinai a Jimin lentamente, senza distogliere lo sguardo da signore.

Tu- Cos'è?

Jimin- Ah, Micetta questo è il tuo telefono. A casa ti spiego come funziona.

Tu- Okay.

Dissi tornando a guardarmi in giro, allontanandomi un po di troppo da Jimin.

Girai per il negozio toccando e annusando tutte le cose che vedevo, era divertente, ma non sapevo il motivo del perché la gente mi guardasse così male.

??- Mi scusi, potrebbe evitare di toccare troppo i prodotti e annusarli?

Mi girai lentamente, e impaurita tirai giù la testa, qualcuno che non era Jimin mi aveva appena rimproverata, mi sentí in colpa e le lacrime iniziarono a scendere dal mio volto bagnando il pavimento.

??- Signora, si sente bene?

Una mano mi prese una spalla e mi portò indietro, avvolgendomi poi per la vita. Dall'odore che emanava capì che il mio padrone era arrivato in mio soccorso.

Jimin- Mi scuso per il disturbo. Non succederà nuovamente.

La signora le sorrise, e io mi girai verso la spalla di Jimin e affondai il viso in essa, bagnando il suo cappotto con le mie lacrime. Mi passo una mano sulla nuca accarezzandomi i capelli e sussurrandomi:

Jimin- Micetta, perché stai piangendo? Non è successo niente di grave.

Tu- Ma.... Ma le... Lei mi... Ha rim.. Rimproverata....

Jimin- Beh, non te lo ha detto in modo cattivo, ti ha detto gentilmente di non fare in questo modo. Andiamo a casa.

Tirai su con il naso e con la manica del giacchetto mi asciugai le lacrime, poi seguii Jimin fino alla macchina.

Poche ore dopo mi ritrovai sul mio nuovo cellulare a chattare con Taehyung. Jimin aveva inserito nel mio cellulare tutti i numeri dei ragazzi, e non persi un secondo per parlare con Taehyung, era un ragazzo divertente e bambinone, mi sembrava di vedermi allo specchio certe volte con lui. Avevo trovato un buon amico e mi sentivo al settimo cielo, anche perché finalmente stavo costruendo una vita bellissima.

sᴇʀᴇɴᴅɪᴘɪᴛʏ- ᴘᴀʀᴋ ᴊɪᴍɪɴDove le storie prendono vita. Scoprilo ora