Entrambi i ragazzi mi guardano preoccupati, mentre io intenta a fissare un punto fisso davanti a me continuo a starmene zitta.
La casa prima rumorosa per le nostre risate, ora regna il silenzio più pauroso che esista.La tensione è palpabile, tutto è surreale.
Le parole di Ernesto mi rimbombano nella testa, non si fermano...
Cosa devo fare?
Cosa devo dire a Jimin?
L'ho rovinato...so solo questo.
Ho rovinato la sua bellissima vita, gli ho portato via tutti i suoi anni di vita, non ho fatto altro che peggiorarla.Jimin mi accarezza la schiena, e mi osserva persistente.
Vuole che gli dica cosa è successo, ne lo leggo negli occhi.
Ma non è semplice dire ad una persona che probabilmente gli rimane un mese di vita, o probabilmente potrebbe succedere qualcosa di peggio...Jimin- Micet-
Mi alzo dal divano e cammino verso la camera, quando ci sono davanti apro la porta e entro dentro la stanza. Dopodiché mi appoggio ad essa e scivolo in terra, mi rannicchio su me stessa e rimango lì per diversi minuti.
Nell'altra stanza i due ripercorrono il pomeriggio, la scena di prima e si domandano cosa sia successo di così sconvolgente.
Poi un saluto e qualcuno che esce dalla porta principale.
Taehyung è andato via...non lo biasimo, stare in casa con una come me non deve essere semplice, anche se nelle ultime ore mi ha accettata.Jimin- Micetta?
Da dietro la porta Jimin bussa leggermente, e richiama la mia attenzione.
In questo momento mi ricordo il momento in cui Jimin mi aveva rinchiusa in camera per la paura che aveva di me... Adesso invece è totalmente diverso, vuole vedermi a tutti i costi per capire cosa sia successo.
Mi domando soltanto se lui sia pronto a sapere la verità della sua triste vita...Jimin- Micetta, mi stai facendo preoccupare. Cosa è successo? Parlami...
Mi alzo da terra, e tutto quello che faccio è levarmi i vestiti, non voglio che lo sappia così di punto in bianco. Voglio far passare almeno un po, voglio fargli godere gli ultimi giorni di vacanza.
Quado apro la porta lui mi osserva, rimane stupito ritrovandomi completamente nuda davanti hai suoi occhi. Mentre io convinta gli prendo la mano e lo trascino nella stanza, lo faccio cadere sul letto e infine gli slaccio velocemente i pantaloni.
Jimin- No.
Jimin mi ferma le mani, e le porta lontane dai suoi pantaloni. Mi guarda negli occhi, e fa un sospiro.
Jimin- Non mi sembra il caso.
Tu- Jim-
Jimin- Micetta, cosa ti è successo prima? Perché non ne vuoi parlare?
Distolgo lo sguardo dal suo, lui impaziente prende il mio viso tra le sue mani e lo rivolge verso il suo.
Jimin- Parlami.
Tu- Non preoccuparti.
Jimin- Invece si. Come faccio a non preoccuparmi quando di punto in bianco te ne scappi dalla casa, inconscia di non indossare nemmeno le scarpe o il giubbotto? Cosa è successo?
Sospiro, vedendolo insistente.
Ma d'altronde ha ragione, se non glielo dico ora, comunque glielo dirò tra qualche giorno...
Però non voglio parlarne adesso.Tu- Jimin, per favore...te lo dirò, ma non adesso. Voglio passare le ultimi notti delle vacanze senza problemi. Voglio che sia tutto normale come pochi giorni fa. Prendimi come vuoi, ovunque vuoi, quando vuoi. Basta che non mi chiedi queste domande non finché siamo di nuovo a casa nostra.
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sᴇʀᴇɴᴅɪᴘɪᴛʏ- ᴘᴀʀᴋ ᴊɪᴍɪɴ
Fanfikce[COMPLETATA] [ATTENZIONE QUESTA STORIA CONTIENE CONTENUTI +18.] Serendipity: sensazione che si prova relativamente al fare una felice scoperta non pianificata e dunque, una sorpresa piacevole. Dedico questa storia a una mia amica conosciuta qui pr...