Capitolo 12 - Secondo giorno

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La mattina seguente, Andy si ritrovò in camera da sola; l'altra era già scesa per fare colazione. Si lavò la faccia, si vestì e scese insieme a tutti gli altri ad abbuffarsi di cibo prima di quella faticosa giornata. Avevano parecchi posti da visitare e dovevano essere in forze se volevano arrivare vivi e vegeti almeno a pranzo. La ragazza si sedette al tavolo con Colin e il suo compagno di stanza, un tipo davvero noioso. Rimase silenziosa per tutta la durata del pasto e ad ascoltare gli strani discorsi che facevano i due ragazzi.

"Ti ho detto che in uno scontro tra Hulk e La Cosa vincerebbe sicuramente Hulk, perché è mosso dalla rabbia che ha maturato per colpa dei sentimenti che non può esternare a Betty Ross!" disse l'occhialuto.

"E che mi dici del fatto che tra i fantastici quattro solo Ben Grimm è stato trasformato fisicamente in un essere mostruoso e che ha perso la sua famiglia per questo?"

"Può anche essere ma Hulk fa dei salti enormi e riuscirebbe a scappare nel caso in cui..."

Andy cercava Autumn con lo sguardo ma non la vide. Finito di mangiare decise di andare in camera a prendere le sue cose prima di lasciare l'albergo e la trovò seduta sul letto che fissava una fotografia. Inutile dire che la nascose appena sentì che qualcuno entrò nella stanza, chiudendola al sicuro nella sua valigia.

"Dobbiamo andare. Cosa sei salita a fare?" disse nervosa Autumn.

"Dovevo recuperare le cose che devo portare, che stavi facendo?" le chiese Andy gentile.

"Non sono fatti che ti riguardano e ora io scendo. Dovresti fare lo stesso a meno che tu non voglia rimanere qui per il resto della giornata"

"Non preoccuparti per me. Me la cavo anche da sola"

"Bene!" disse la rossa quasi urlando.

"Bene!" sorrise Andy.

Non appena Autumn uscì dalla stanza, la ragazza si avvicinò al bagaglio della sua coinquilina e cercò la foto che prima teneva in mano. Cercò di mettere meno disordine possibile ma non si accorse di aver fatto cadere dalla valigia un paio di calze. Una volta trovato quello che cercava rimase a bocca aperta. Era una foto dell'epoca dell'asilo, di quando ancora erano in classe insieme. Si era completamente dimenticata di quel momento. Dovevano fare la foto ma c'era un gruppo di bambine che, come al solito, infastidiva le due gemelle e Andy decise di prenderle con sé e portarle dall'altra parte dell'inquadratura. Mentre Rebecca stava vicino a lei facendo la linguaccia a quelle piccole smorfiose, Autumn le stringeva la mano così forte da farlo intravedere attraverso una smorfia sul viso di Andy. Un paio di lacrime le rigarono il viso e si maledisse per quello che stava provando in quel momento. Si sentiva vuota, come se una parte di lei fosse rimasta impressa in quella fotografia. Non voleva pensarci, ne avrebbe parlato con la diretta interessata quando sarebbe stato il momento giusto. Ripose l'oggetto dove l'aveva trovato e si incamminò giù per le scale raggiungendo gli altri.

"Allora, possiamo partire? Ci siete tutti?"

"Si professore" risposero tutti in coro.

"Se manca qualcuno sono affaracci suoi" rise un primate del terzo anno.

"Boyle non fare lo spiritoso o sarai tu quello che non viene oggi" disse il professor Diaz.

"Mi scusi" continuò a ridere.

La gita quel giorno proseguì senza intoppi, perlomeno fino all'ora di pranzo in cui capitò qualcosa di imprevisto. Un ragazzo del gruppo si perse e furono costretti in massa a recarsi alla polizia per riuscire a ritrovarlo.

"E' alto più o meno un metro e sessanta, capelli neri corti e occhi scuri" sentì dire Andy dal professore che stava spiegando al poliziotto le generalità del ragazzo.

Come le foglie in autunnoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora