0. post-it

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La campanella era suonata da più di cinque minuti ma i corridoi erano ancora pieni di studenti: alcuni parlavano tranquillamente davanti ai loro armadietti, altri si nascondevano sotto le maglia una scorta enorme di merende e di bevande varie, mentre altri, correvano in mezzo al corridoio in ritardo per le lezioni.
Ashton, era uno di quelli.
Correva a più non posso per il lungo corridoio, cercando vanamente di raggiungere la sua aula di filosofia sperando che non sia già arrivato l'insegnante.
Ma non appena aprì la porta dell'aula, ebbe subito conferma che era davvero uno sfigato.

<<Professore...>> Ashton salutò l'insegnante con un sussurro e si avviò verso il primo posto libero che aveva visto.
<<Irwin...>> disse l'insegnante, fermando Ashton in mezzo all'aula e facendolo voltare. <<Lo sa cosa è lei?>>
<<In ritardo, suppongo.>>
<<Oltre a questo, un emerito idiota!>> sbatté un libro sulla cattedra.
<<Prendo... prendo nota>> Ashton aprì un libro sgualcito e prese un foglio stropicciato.

<<Quello sarebbe il suo materiale per la lezione?>>
Ashton guardò il libro e il foglio e poi l'insegnante. <<Devo risponderle?>>
L'insegnante lo guardò con aria frustrata, cattiva e antipatica. Strinse i pugni sulla cattedra e mormorò qualcosa a bassa voce.

Ashton fece un sorrisetto e si girò verso Calum, che gli fece un sorrisetto fiero per poi dargli il pugno.
Ashton si rigirò e notò una ragazza, anzi, quella ragazza, guardarlo.
Lui si morse le labbra e fece un sorriso timido, ma lei si rigirò subito, per poi sistemarsi i capelli.

Durante tutta la lezione Ashton continuò a fissare la ragazza, sperando vanamente che lei si rigirasse verso di lui, almeno ancora una volta.
La lezione di filosofia era quasi al termine e Ashton si agitava sulla sua sedia: aveva passato letteralmente due ore a non fare assolutamente nulla, se non guardare quella ragazza.
Si muoveva di continuo, in piena agitazione, anche se cercava di non attirare attenzione e di sembrare il più tranquillo possibile.
Eppure, si tradiva da solo.

Strappò l'ennesimo foglio dal suo quaderno e scrisse per la centesima volta una frase ancora diversa. Prese in mano il foglio, mentre si posava la penna fra labbra rosee e lesse ciò che aveva scritto.
Guardò quella frase e poi guardò qualche banco più avanti del suo: una ragazza si prendeva fra le dita una ciocca di capelli mentre prendeva appunti su un quaderno sgualcito. Girò la pagina e continuò a scrivere, alzando ogni tanto la testa per guardare la lavagna.
Anche da lontano, Ashton poteva immaginare - anzi, poteva vedere - le sue lunghe ciglia alzarsi seguendo il movimento dello sguardo e del capo, e gli occhi azzurri brillare.

Prese coraggio, e prese una decisione, dettata dal cuore. Prese il foglio su cui aveva scritto poco prima e lo accartocciò nelle sue mani. Prese il suo diario e lo aprì sull'ultima pagina, ne tirò fuori un cartoncino pieno di post-it colorati e ne staccò uno. Prese il colore azzurro, come gli occhi della ragazza e di nuovo, per la centunesima volta, iniziò a scrivere.
Cercò di non far tremare la mano, e di scrivere bene, in modo che sembrasse la scrittura di una persona sicura, ma anche qui, si tradì da solo, perché l'emozione era troppo grande, e il cuore batteva troppo forte.

Quando il suono della campanella suonò per segnare la fine della lezione, iniziò a ritirare la sua roba molto lentamente, in modo da essere superato dagli altri studenti, ma in modo anche di essere sicuro di mischiarsi tra la folla. Una volta che fu abbastanza vicino alla ragazza, lanciò il biglietto nel suo zaino, e di corsa, uscì dall'aula.

***

Jad era stata una delle prime ad entrare in aula.
Più si guardava intorno e più si chiedeva il perché partecipasse al corso di filosofia.
Per avere la risposta bastava andare su YouTube, cercare la canzone del circo e ascoltarla, ma era troppo dura per lei come risposta, quindi continuava a frequentare queste lezioni cercando di scacciare via questa domanda dalla sua testa.

Guardava un ragazzo biondo appena entrato in aula, in ritardo, e lo studiava attentamente, ma anche con una certa timidezza e non appena lo vide posare lo sguardo su di lei si girò immediatamente, con la consapevolezza di essere stata colta in flagrante.
Non appena la campanella suonò, Jad si fece in fretta la cartella e uscì dall'aula, senza voltarsi indietro.

Uscì da scuola e si incamminò verso casa, con cinque ragazzi attorno e alcune ragazze che le parlavano come se fossero amiche da una vita.
Dieci persone accanto a lei, eppure Jad sapeva di non essere mai stata così sola.
Non appena fu sola, tirò fuori dalla tasca dei jeans le cuffiette e il cellulare, e mise a tutto volume la musica.
Camminava per strada, con le cuffiette e la sua playlist preferita nelle orecchie. Era appena partita Sea Of Lovers, di Christina Perry, e Jad non potè che fischiettare e cantare qualche frase di quella canzone.

Arrivò a casa dopo poco, mentre la sua playlist andava avanti con Hold Back the River, di James Bay.
Salì le scale ed entrò in camera sua, posò lo zaino sul letto e si sedette, per poi tirare fuori tutti i libri.
Tirò fuori il quaderno di filosofia e guardò gli appunti che aveva scritto la mattina. Si mise a riscriverli e ad aggiustarli per bene, mentre fuori dalla finestra si scatenava un temporale fitto e violento.
Si trascinò dall'altra parte del letto, per raggiungere il suo zaino e tirarne fuori il suo diario. Mentre lo prese la sua attenzione venne catturata da un post-it azzurro accartocciato che le era caduto a terra.
Si piegò e lo raccolse.

Un altro bigliettino da parte di Tom, il ragazzo che la mattina stessa le aveva chiesto di mettersi con lui? Un altro bigliettino di William? Di Jackson?
Tutti e tre le avevano giurato amore eterno, ma gli ultimi due stavano già con un'altra dopo neanche due giorni.
Rigirò il bigliettino su se stesso e lo guardò, ancora chiuso, chiedendosi cosa avrebbe potuto rivelare se lo avesse aperto.

Un altro giuramento di amore eterno? Jad da una parte lo sperava. Ogni volta che qualcuno glielo giurava, sperava sempre di sentire la promessa, quella promessa, quella vera. Ma nessuno è fedele per sempre, ormai Jad lo aveva capito, a sue spese naturalmente.

Ormai sapeva di non potersi ricredere.
Ne era sicura.

𝐏𝐎𝐒𝐓 𝐈𝐓 (ashton irwin)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora