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Uscire da palazzo senza farsi vedere è stata un impresa, cammino tra le strade della città con un mantello che mi copre la testa e tiene nascosto il mio viso, mi guardo attorno curiosa, non riesco a capire in che epoca potrei essere, ci sono cose antiche e cose tremendamente moderne, e giurerei anche di aver visto degli oggetti volare dentro un negozio.
Un insegna cattura la mia attenzione 'rarità di altri mondi' entro lentamente.
Degli uomini si zittiscono vedendomi, indossano tutti al braccio una fascia rossa "perdonatemi siete aperti giusto?"
"Si signorina prego guardate pure in giro"
"Vi ringrazio" dico gentilmente, guardo tra gli scaffali e vedo un libro scritto in inglese, lo prendo "il piccolo principe" sussurro sorridendo, continuo a guardare in giro e vedo un cellulare, lo prendo confusa "cosa ci fa un cellulare nel medioevo?"
"Avete trovato qualcosa di interessante signorina?"
Lancio un urletto girandomi di scatto "santo cielo perdonatemi, mi avete spaventata, siete davvero silenzioso signore" dico sospirando.
"Perdonatemi" dice divertito "allora qualcosa che vi piace?"
"Si sono interessata a questo libro" dico dandogli il piccolo principe "e vorrei chiederle un informazione, questo da dove viene esattamente?"
"Sappiamo la provenienza di pochissimi di questi oggetti signorina, vengono da altri mondi, da altre dimensioni quando i portali dello spazio tempo si aprono"
Guardo il cellulare, non sembra rovinato, me lo rigiro tra le mani e provo ad accenderlo, lo schermo si illumina "oh funziona" dico sorpresa.
"Cosa avete fatto?" Dice l'uomo sorpreso.
"L'ho acceso" il mio sguardo viene catturato da qualcosa di nero e luccicante, una pistola bellissima identica alla mia, mi avvicino lasciando all'uomo il cellulare, la prendo e la controllo aprendola, ci sono due bossoli dentro e spero non ce ne sia uno in canna, la smonto rimontandola con abilità.
"Quanto vuoi per questa?" Dico studiandola attenta.
"Quella é una potentissima arma signorina"
"Si lo so" dico puntandogliela "e la voglio"
"Una signora armata?" Gli altri tre uomini appaiono da dietro due scaffali.
"Non dateci per scontate, allora quanti vuoi?"
"Cinque soli, e tre per questo libro" guardo nel mio sacchetto di soldi e lo pago.
"Perfetto la ringrazio" dico facendo saltare la pistola in una mano, alzo il vestito sulla gamba e nascondo la pistola nella giarrettiera, abbasso il vestito "se qualcuno ve lo chiede è stato un uomo a comprare quell'arma"
"Sissignora" dicono sorpresi e affascinati, sorrido e prendo il mio libro.
"Addio e grazie" vado alla porta ed esco dal negozio sorridendo felice, cammino ancora per la città, vedo un enorme edificio, contornato da un enorme cancello, sulla porta c'è la scritta 'orfanotrofio degli angeli'
Sento gli uomini di prima seguirmi, entro nell'orfanotrofio e incontro una signorina che si prende cura dei bambini, le chiedo se posso vederli dicendole che sono interessata ad adottare, non mostro mai il mio viso, così come non l'ho mostrato nel negozio di oggetti rari ma nessuno si fa domande perciò non mi importa.
"Vorrei farle una domanda signorina"
"Ditemi pure"
"Mettiamo il caso che la principessa fosse interessata a venire qui ogni tanto e a passare del tempo con i bambini sarebbe possibile?"
"Sarebbe un vero onore, ma posso chiedervi chi siete?"
"Una donna molto vicina alla principessa" dico semplicemente.
"Oh allora potete dirle che sarebbe un vero onore sia per noi che per i bambini"
"Bene" respiro profondamente "non dite niente a nessuno per ora vi farò sapere"
"D'accordo"
"Tata Anita!" Un bambino corre verso di noi e abbraccia le gambe della donna.
"Andrea che succede" dice dolcemente.
"Mi prendono in giro"
"Di nuovo?" Dice dolcemente "vieni andiamo, perdonatemi signorina"
"Nessun problema se posso verrò con voi"
Mi guarda sorpresa e annuisce, scendiamo di sotto e vedo tanti bambini, la donna sgrida alcuni bambini.
Scopro appena il viso e delle bambine mi guardano curiose e affascinate, sorrido loro "signorina chi siete?" Dice una bambina tirandomi appena il vestito, mi abbasso.
"Mi chiamo May" dico gentilmente.
"Che bel nome" dice felice.
"E tu come ti chiami piccola fata?" Dico gentilmente.
"Mi chiamo Agata"
"Che nome meraviglioso, lo sai? L'agata è una pietra preziosa" dico gentilmente.
"Davvero?"
"Oh si, ed é molto bella"
Altre bambine di avvicinano e sorrido loro, si presentano e mi chiedono di giocare.
"Mi dispiace piccole, sono venuta solo in visita devo andare" dico gentilmente.
"Tornerai?"
"Ma certo" dico gentilmente "e giocheremo insieme"
"Siii!" Dicono felici, sorrido e mi alzo piano.
"Ora devo andare" annuiscono e guardo la signorina Anita, la ringrazio e poi vado via sorridendo, amo i bambini, prima lavoravo in un asilo part time e adoravo giocare con loro.
Respiro profondamente e torno verso il palazzo.
"Signorina" sono in una specie di piazzetta tra le case, non c'è nessuno, mi fermo sorridendo e mi giro, vedo gli uomini di prima.
"Salve signori, posso aiutarvi?"
"Siete interessante signorina vorremmo parlarvi"
"Chiedo scusa ma sono in ritardo, devo tornare a casa" dico gentilmente.
"In realtà non è una richiesta" dice un uomo alle mie spalle.
"Capisco" dico sospirando "mi dispiace ma devo davvero tornare"
"Farai tardi" dice l'uomo mettendomi una mano sulla spalla.
Con la coda dell'occhio vedo il ragazzo che è comparso dal nulla ieri sera "aiuto!" Urlo fingendomi spaventata "aiuto!" L'uomo mi tappa la bocca bloccandomi.
"Zitta ragazzina" dice serio.
Alzo gli occhi al cielo e li spalanco appena sento una lama dietro la schiena, trattengo il fiato smettendo di urlare.
Maledetto vuoi intervenire?!
Lo guardo e fingo di muovermi verso di lui, gli uomini lo guardano, sorrido divertita, ora sei costretto a venire giù bastardo.
Un uomo scocca una freccia e lui salta giù, comincia a combattere e sento l'uomo dietro di me premere il pugnale.
"Volevamo solo parlarti per arruolarti tra le nostre righe signorina" dice al mio orecchio "voi donne siete così difficili" Annuisco e lui mi guarda sorpreso "vuoi arruolarti?"
Cerco di parlare e abbassa la mano "ne possiamo parlare" dico annuendo.
"Bene vieni tra due sere al negozio di rarità"
"Va bene" dico annuendo "ora scusami" gli afferro il polso e lo scaravento a terra, mi guarda sorpreso e gli faccio l'occhiolino "adoro gli uomini che stanno ai miei piedi"
Sorride divertito e gli rubo il pugnale "questo lo prendo io" lo faccio roteare nella mano e guardo il ragazzo che combatte, mi stringo nelle spalle e corro via andando verso il palazzo, entro di nascosto e vado in camera mia, Micaela mi guarda di scatto appena entro e chiudo la porta.
"Ho bisogno di una doccia"
"Siete tornata!" Dice sottovoce "state bene?"
"Si sta tranquilla" andiamo in bagno e nascondo la pistola e il pugnale in un cassetto, tra la biancheria, faccio un bagno caldo e poi metto una crema per il corpo, Micaela mi aiuta a mettere un vestito viola, non troppo scollato ma che mette comunque in mostra le mie curve, è davvero bello anche se non è il mio genere.
Le racconto cosa ho fatto e lei mi ascolta sorpresa, sorvolo sull'appuntamento con i ribelli.
Sospiro stanca e guardo il libro del piccolo principe mentre Micaela mi pettina i capelli, lo apro e accarezzo la prima immagine, sorrido gentilmente, un no che stringe un topolino spaventato.
Leggo le prime righe "Micaela ti fa paura?" Dico indicando il boa da fuori.
"Che cappello strano, no signorina non mi fa paura" dice confusa.
"Questo non è un cappello Micaela è un serpente che ha mangiato un elefante" dico gentilmente.
"Un serpente?" Si siede al mio fianco confusa e prova a leggere "come fate a leggerlo? Che lingua è?"
"È inglese, è la lingua di un altro mondo" il mio...
"E sapete leggerla?" Annuisco.
"Si, questo libro si chiama il piccolo principe" dico gentilmente "è un bellissimo libro"
"Di cosa parla?"
"Di un bambino...costretto a diventare adulto dagli adulti che non sanno far altro che usare la razionalità" dico gentilmente.
"Oh" dice dolcemente "povero bambino"
"Era un principe, un piccolo principe" dico sorridendo "mi piacerebbe tornare da quei bambini e leggere loro questo libro"
Sorride "non so se il principe vi darà il permesso"
"Penso questo Micaela, se il popolo odia la corona, è ora che la corona si dia da fare per il popolo" dico gentilmente "se vuole ricchezze aiutiamoli a crearne di nuove, se vogliono speranza diamogli questa speranza e aiutiamoli a non deluderla, collaboriamo con loro e diamoci da fare, facciamogli vedere che ci interessa cosa vogliono, che vogliamo aiutarli, il popolo ha bisogno di vederci e sentirci parlare, ha bisogno di sapere che lavoriamo per loro"
"Signorina" dice con le lacrime agli occhi, sorride gentilmente "siete così buona"
Mi abbraccia e la guardo sorpresa "Micaela" dico teneramente, qualcuno bussa e la tengo stretta "ehi non dovresti mostrare a nessuno le tue lacrime"
Mi guarda e annuisce asciugandosi le lacrime, va in bagno e io vado alla porta, la apro e vedo Steven che mi sorride.
"Signor Steven" dico sorpresa inchinandomi, sono un po' agitata non ricordo nulla di lui, recuperare i ricordi passati di questa ragazza è tremendamente complicato.
Alle sue spalle vedo il ragazzo e trattengo il fiato per un attimo, mi guarda attento e so già che mi ha riconosciuta.
"Mia cara, vorrei chiederti se ti va di venire a cavallo con me" dice porgendomi una mano, trattengo il fiato per un attimo.
"Io...ehm" Micaela esce dal bagno e mi guarda facendomi segno di dire di sì "va bene, si okay, andiamo a cavallo"
Steven mi guarda confuso "siete sicura di stare bene mia cara?"
"Si perché? Sto benissimo" dico sorridendo.
Mi guarda sorridendo confuso facendo la classica faccia di chi si fida ma non ci crede "okay..." dice in una risatina "ci vediamo dopo, alle quattro alle stalle"
"Ci sarò a dopo" se ne vanno e prendo fiato per poi stringere le labbra, mi accorgo che il ragazzo mi guarda, sorrido e rientro chiudendo la porta.
"Oh mio dio" dico agitata, okay ho bisogno di una alleata, qualcuno a cui dire tutto e che è fedele a questa ragazza ma non riesco a ricordare nessun all'infuori della cameriera "okay Micaela vieni qui per favore"
"Ditemi"
"Devo confessarti una cosa, ho bisogno che tu non dia di matto okay? Non devi urlare, non devi svenire, non impazzire e soprattutto non devi dirlo a nessuno"
"D'accordo" dice confusa.
"Okay ehm...io non sono la principessa May" dico tutto d'un fiato.
"Beh tecnicamente è così non siete ancora sposati ma presto lo sarete perciò-"
"No Micaela, non sono la May che conosci tu" mi guarda confusa "quando hanno aggredito May è successo qualcosa, lei è morta Micaela e io mi sono risvegliata nel suo corpo"
"Signorina May avete sbattuto la testa?" Dice confusa.
"No Micaela sono seria" dico innervosita, sospiro calmandomi "il mio vero nome è Miki, vengo da un altro pianeta, il mondo da cui viene questo libro, per questo so leggerlo capisci? Io e la tua May siamo morte ma io mi sono risvegliata nel suo corpo"
"Certo siete un po' strana dall'incidente ma dire che siete un altra persona..."
"Santo cielo Micaela" dico esasperata alzandomi "forse non sei tu la persona giusta"
"Persona giusta?" Dice confusa.
"Come posso fare?" Dico sospirando, guardo fuori dalla finestra e vedo il principe e il ragazzo passeggiare parlando tranquilli.
"Se voi non siete la mia May chi siete allora?" Dice confusa, guardo Micaela.
"Mi chiamo Miki Sander, vengo da un altro mondo, lavoro in un asilo part time e penso di essere morta mentre ero in moto"
"Moto?" Dice confusa.
"È un mezzo di trasporto su due ruote, va tramite un motore ma questo non è importante, io sono una ragazza rozza e scapestrata, non sto mai alle regole e soprattutto non indosso questi vestiti che diciamocelo sono passati di moda, nel mio mondo le donne indossano i pantaloni e sono indipendenti, non vengono quasi più promesse in sposa e hanno voce in capitolo sulle cose e soprattutto non c'è più la monarchia"
"Oh santo cielo" dice portandosi una mano sul petto.
"Quello che mi state dicendo signorina è assurdo"
"Chiamami Miki quando siamo sole" dico tranquilla "e dammi del tu per favore, non sopporto il voi mi fa sentire vecchia"
Mi guarda interdetta "del tu?!" Dice scioccata "no signorina questo è troppo forse dovrei chiamare il dottore"
"Se chiami il dottore passerai tu per pazza Micaela" dico sospirando, la guardo e la raggiungo, mi siedo e le prendo le mani "Micaela devi credermi, ho bisogno di un amica qui, non conosco nessuno e non so niente di questo mondo, ho bisogno di qualcuno di cui fidarmi"
Mi guarda incerta se credermi o meno "non lo so May, io..."
"Non so come dimostrarti che è così Micaela, davvero proprio non lo so" dico dolcemente, mi piego in avanti posando le mani sulla bocca, mi guardo attorno e guardo il cassettone "la pistola"
Mi alzo e mi guarda confusa, apro il cassettone e prendo la pistola, mi avvicino a Micaela e gliela mostro "questa è del mio mondo, è una pistola, serve per uccidere le persone, quando prendi la mira premi il grilletto e partono questi" le mostro i proiettili "e sono in grado di uccidere una persona con un solo colpo, io ne avevo una-" mi blocco vedendo un simbolo familiare "uguale, questa è la mia pistola, come ci è finita in quel negozio?"
Sfioro il mio nome sulla pistola "non capisco"
"Oggi sono andata in un negozio e ho visto questa pistola e l'ho comprata, perché è del mio mondo ma questa è la mia, la porto sempre in vita quando vado in giro, non vivo in una bella zona, e detto tra noi non sono una bella persona con cui avere a che fare" dico con una smorfia "ho tanti nemici a casa, la mia Roses"
"D'accordo mettiamo che io ti creda, dov'è May?"
"Non lo so, potrebbe essere nel mio mondo, nel mio corpo o potrebbe semplicemente essere morta" dico confusa "non so perché sono finita in questo corpo te l'ho detto, penso sia stata una sorta di reincarnazione"
Sospira "sono confusa ora, sembra impossibile"
"Lo so" dico annuendo "ma nessuno deve saperlo, devo trovare un modo per scambiarci nuovamente e nel frattempo devo provare ad adattarmi"
"D'accordo ti aiuterò"
"Grazie Micaela" nascondo nuovamente la pistola e poi la guardo "okay una cosa importante, io non sono mai andata a cavallo"
Mi guarda scioccata "ma hai accettato di andare a cavallo con il principe"
"Lo so! E me ne pento" dico imbarazzata.
"Okay andiamo alle stalle, ma prima cambiamoci" mi fa mettere una divisa da cavallerizza è ancora una volta ho un vestito.
"Ma qui usate solo vestiti?"
"Si, ti ci abituerai"
"Va bene" dico alzando gli occhi al cielo, andiamo alle stalle e mi insegna a stare in sella.

La viaggiatrice nel tempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora