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Flashback

"Miki, sei il capo migliore di questa terra ma sono stanca, non c'è la faccio più" Margaret piange al telefono e io sospiro.
"Meg, ascoltami piccola sto arrivando okay? Vengo lì e parliamo"
"No Miki, ti prego lasciamelo fare"
"Non esiste, risolveremo il problema, ci penserò io, ti fidi di me?"
"Si" dice dolcemente.
"Allora aspettami, arrivo subito"
"D'accordo...ti voglio bene Miki"
"Anch'io piccola"
Chiudo la chiamata e mi alzo dal divano della casa di Nicolas.
"Dove vai?"
"Margaret ha un crollo, ho paura che voglia fare qualcosa di stupido" dico seria.
"Sta diluviando lì fuori e non hai la macchina, è troppo pericoloso Miki"
"Non importa" dico seria "Margaret è più importante" metto la giacca pesante.
"Miki fermati!" Nicolas mi afferra il polso "chiamiamo Luis e ci facciamo dare la macchina"
"Ci metterà troppo!"
"Non le succederà nulla" lo guardo negli occhi.
"Va bene chiamalo" va a prendere il telefono e lo sento parlare, esco e salgo sulla moto partendo velocemente, sfreccio per la strada "aspettami Margaret"
Il mio auricolare squilla e rispondo.
"Miki..."
"Margaret sono in moto sto arrivando"
"No Miki, non venire, ti prego!"
"Margaret, cosa stai facendo?"
"Io..." piange disperata "mi dispiace Miki"
"Margaret ascoltami okay? Devi aspettarmi, aspettami arrivo da te e parliamo e potrai piangere e urlare e sfogarti ma ti prego non fare stupidaggini"
"Miki..."
"Margaret devi aspettarmi!" Urlo furiosa.
Piange e io corrugo la fronte accelerando, la pioggia cade fortissima e la strada è piena di acqua, corro veloce ma all'improvviso in una curva perdo la stabilità, spalanco gli occhi e mi stacco dalla moto, cado a terra e sento un fortissimo dolore alla testa, la vista mi si offusca e lentamente chiudo gli occhi.
Fine flashback

Alzo piano lo sguardo e guardo il mio riflesso assassina, stringo forte la mascella e mi alzo, do un pugno fortissimo allo specchio che si rompe in mille pezzi, assaporo il dolore sulla mia pelle, la porta si apre di scatto e Micaela mi guarda sconvolta.
"Signorina!" Aljan si blocca sulla porta guardandomi attento, Steven è convolto quanto Micaela "oh mio dio la vostra mano" Micaela mi prende la mano ma la libero.
"Sto benissimo" dico seria "vi avevo detto di andarvene"
Esco dalla stanza "May! May fermati!" Steven mi rincorre e io lo ignoro seria, scendo di sotto alzando il vestito.
"Lady May sanguinate" dice una cameriera sorpresa, la ignoro ed esco in giardino, Steven continua a seguirmi e io vado in fondo al giardino.
"Cosa vuoi Steven?!" Dico seria girandomi di scatto "non voglio nessuno attorno è così difficile da capire?"
"Non posso lasciarti sola dopo quello che è successo" dice serio.
"Sto benone okay? Sto alla grande quindi lasciami sola" dico seria, gli do le spalle riprendendo a camminare, vado ad un grande albero e mi aggrappo con le braccia, faccio leva salendo, mi arrampico.
"Miki è pericoloso!" Sale lentamente impacciato, prendo una sacca con alcuni vestiti maschili, mi metto a cavalcioni su un grosso ramo e abbasso il vestito.
"Ma che diavolo...?" Dice sorpreso guardando il mio seno.
"Ehi! Giù gli occhi!" Dico seria quasi ringhiando, si distrae continuando a salire, metto la camicia da uomo e mi tolgo il vestito da sopra restando in mutande, chiudo la camicia e metto i pantaloni stando attenta a non cadere, sto in piedi sul ramo allacciandoli.
"Sei vestita...da uomo?" Dice sorpreso.
"Ho rubato i vestiti a William" dico sospirando, mi calmo e lo vedo in difficoltà, gli porgo una mano e la prende, lo tiro su e si siede sospirando.
"Sei abituata a scalare gli alberi?"
"Da bambina mi nascondevo sempre in un bosco e saltavo tra gli alberi divertendomi a imitare le scimmie, mia madre mi chiamava sempre scimmietta, a volte cadevo sai? Tornavo a casa piena di graffi e ferite perché cadevo e mi arrampicavo nuovamente e mia madre mi guardava, sospirava e poi diceva: 'hai toccato il cielo anche oggi?' E io le rispondevo 'si e l'ho ringraziato per avermi dato la mamma più bella del mondo' lei rideva e mi dava un buffetto sulla guancia per poi medicarmi le ferite, mia madre era fantastica diceva che solo i bambini possono toccare il cielo, è una magia tutta loro e che da grandi nessuno lo può più fare perché non si ha più la magia per farlo"
"Dov'è ora tua madre?" Dice Steven prendendomi la mano che è sporca di sangue, la pulisce con un fazzoletto e toglie i pezzi di vetro.
"È in un istituto, mio padre la picchiava quando beveva e quando discutevano, la picchiava tantissimo e un giorno l'ha colpita così forte che le ha compromesso alcune zone della testa, non riconosce quasi nessuno, a volte...non riconosce nemmeno me..."
Mi guarda negli occhi mentre io guardo le sue mani che si muovono sulla mia delicatamente, incontro il suo sguardo e sorrido amaramente.
"E tuo padre?"
"Mio padre ha..." mi mordo il labbro inferiore "ha sposato un'altra donna abbandonando me e mia sorella quando mia mamma è stata male, ora bevono insieme in chissà quale posto sperduto, ma meglio così se mi sta lontano non c'è problema, mi basta vederlo nei miei incubi peggiori" dico sospirando.
"Stavi sognando lui questa stamattina?"
"Si" dico sospirando "mi dispiace avervi fatto preoccupare"
"Non importa" avvolge una benda sulla mia mano.
"Dove l'hai presa?"
"Quando sei scappata l'ho presa al volo in bagno prima di seguirti" lo guardo sorpresa e lui incontra il mio sguardo.
"Grazie Steven" dico dolcemente "mi dispiace per prima"
"È successo qualcosa vero?"
"Io sono morta mentre stavo andando da una mia amica, stava male e voleva uccidersi, così ho preso la moto e sono andata da lei ma mi ha chiamata e piangeva così tanto...avevo paura che lo facesse e le ho detto di aspettarmi, ho accelerato ma ho perso il controllo della moto e sono finita fuori strada, Nicolas mi aveva detto di aspettare e io non l'ho fatto e...Margaret si è suicidata"
"È orribile" dice sospirando.
"Si lo è, non sono stata in grado di ascoltarla e aiutarla anche se lei aveva bisogno di me" sospiro e guardo le mura del palazzo "ora scusami ma ho bisogno di uscire" metto un mantello e salto da un ramo all'altro per poi salire sul muro.
"Aspetta Miki è pericoloso lì fuori!"
Lo guardo teneramente ed esco saltando giù dal muro, mi allontano camminando per la città, mi guardo attorno e sospiro stanca, la lama del vento appare legata al mio fianco con la cintura.
"Ciao Windstorm" dico sottovoce, vado nel negozio di cose di altri mondi e vedo il proprietario che parla con l'uomo che mi ha bloccata quel giorno.
"Signorina siete tornata" dice sorridendo divertito.
"Sì ma non per quello che credete voi, non sono d'accordo con il vostro piano e non mi unirò a voi voglio solo dare un occhiata al negozio" dico seria e fredda, mi guardano confusi.
"State bene?"
"Mai stata meglio" dico seria, guardo tra gli scaffali curiosando in giro, trovo il cellulare e sorrido "grande" continuo a guardarmi attorno e trovo una scatola di proiettili, li osservo attenta "saranno buoni? Beh li prendo comunque"
"Cosa sono?" Dice il proprietario curioso "come sapete queste cose su gli altri mondi?"
"Diciamo che sono una persona molto curiosa" dico divertita, gli do i proiettili e il cellulare, guardo ancora tra gli scaffali e vedo un frullatore, ridacchio "incredibile"
"Sapete di cosa si tratta?"
"È un frullatore, ci metti la frutta dentro o la verdura e la lama all'interno gira velocissima facendo diventare tutto quasi liquido"
"Quindi serve per cucinare"
"Sì ma ci vuole la corrente elettrica e qui non esiste"
"È inutile qui"
"Esatto" dico annuendo, vedo una scatola magica, di quelle che giri la manovella e ne esce il clown maledetto, rabbrividisco.
Vado avanti e sentiamo la porta aprirsi.
Qualcuno si schiarisce la voce "ma guardate un po' chi c'è" dice un uomo sorridendo.
"Cosa succede?" Dice l'uomo al mio fianco.
Va alla porta e io resto nascosta, faccio il giro del negozio controllando se ci sono uomini nascosti, non trovo nessuno, guardo alla porta di nascosto e vedo Steven affiancato da William e Aljan.
"Merda" dico alzando gli occhi al cielo, vedo delle biglie e sorrido divertita, prendo il barattolo e mi posiziono tra gli scaffali, calcolo velocemente la traiettoria e ne colpisco una che scatta verso una lastra di ferro, rimbalza facendo cadere alcuni oggetti, tutti si abbassano scioccati.
Faccio partire un'altra pallina che colpisce un'altra lastra incrociando l'altra.
"Ci stanno attaccando! È magia, qualcuno ha spifferato!" Urla il proprietario serio.
"Mantieni la calma Marcus! Dov'è la ragazza?"
"Non lo so! Era di lá" l'uomo che mi ha bloccata si alza e io sorrido facendo partire la terza pallina, si abbassa di nuovo.
Sento qualcuno urlare e drizzo le orecchie confusa, era la voce di una bambina? Corro verso il posto dove ero prima e vedo una ragazzina rannicchiata e tremante.
Vedo una pallina puntare dritta a lei, corro e la afferro al volo mettendomi davanti alla ragazzina.
"Amelia!" Il proprietario si avvicina a noi e la prende tra le braccia.
"Adesso basta" mi alzo seria ed estraggo Windstorm, raggiungo l'ingresso e con un gesto netto fendo l'aria e le biglie si fermano a mezz'aria.
"Signorina" dice l'uomo serio, lo guardo negli occhi gelida.
"Fammi pagare, devo andare"
"Va bene" dice serio, va dietro al bancone e metto sul bancone anche le tre biglie.
"Voglio anche queste" prendo il barattolo di biglie e lo metto sul bancone, mi guarda attento e so che ha capito che sono stata io.
"Siete una donna da temere" dice serio.
"Penso tu l'abbia già capito quando mi hai bloccata nella piccola piazza" dico seria prendendo i soldi.
"Avete il mio rispetto"
"E voi il mio, giocate bene le vostre carte" dico seria, il mio sguardo si incatena al suo e restiamo in silenzio fissandoci, mi sfida a distogliere lo sguardo e io lo guardo così intensamente che è costretto a distoglierlo ammettendo la sconfitta.
"Un vero uomo non si misura dalla sua forza" dico seria "sono Michelle"
"Joel" dice stringendo la mano che gli porgo, lo tiro verso di me e mi guarda sorpreso stando per metà steso sul bancone, sorrido con il viso vicino a lui.
"Scegliti bene gli alleati Joel e guardati bene le spalle" dico sensualmente, guardo le sue labbra sensualmente sorridendo e poi lo lascio spingendolo appena e guardandolo negli occhi "grazie, ci vediamo" prendo il mio sacchetto e me ne vado, gli altri tre escono seguendomi.
"Perché eri in quel negozio?" Dice Steven serio.
"Perché è lì che ho trovato la mia pistola, ci sono cose del mio mondo e ci sono cose interessanti che potrebbero servirmi" dico tranquilla.
"Sei stata tu a lanciare quelle palline?"
"Può darsi" dico divertita.
"E come hai fatto a..."
"È semplice matematica, non ci vuole un mago per farlo" mi giro e li guardo camminando all'indietro, la gente mormora vedendo e riconoscendo Steven, sorrido furba "beh visto che ci siamo andiamo all'orfanotrofio"
"Dovremmo rientrare, è troppo pericoloso Miki"
"William sai combattere?"
"Sai che so farlo"
"Aljan sai combattere?"
"Sono vecchio ma me la cavo"
"Steven?"
"Sono il principe, ovviamente so difendermi"
"Bene allora non c'è problema" dico divertita, vedo un fioraio e prendo un piccolo vaso di fiori, andiamo all'orfanotrofio e Anita ci guarda sorpresa.
"Oh miei signori benvenuti" dice inginocchiandosi a terra, sorrido e mi abbasso.
"Ti ho portato un regalo Anita, scusaci ma hanno insistito per accompagnarmi"
"Non c'è problema" dice dolcemente guardando il vaso di fiori sorpresa, lo prende esitante "vi ringrazio, ai bambini piacerà molto"
"Bene ne sono felice" dico sorridendo, la aiuto ad alzarsi.
"C'è la principessa!" "Sorellona!" "Giochi con noi!?"
Alzo lo sguardo e vedo i bambini alle finestre "ciao bambini, sono tornata a trovarvi"
"Eccoci!" Corrono via dalle finestre e li sentiamo scendere di corsa.
"Prego venite" dice Anita gentilmente "bambini non correte"
"Ciao May!" I bambini mi circondano saltandomi addosso, rido divertita cadendo e li guardo divertita.
"Ciao a tutti!"
I tre uomini mi guardano sorpresi "Giochi con noi?" "Ti prego!" "Dai gioca con noi!"
"Ma certo che gioco con voi" usciamo in giardino e gioco con loro divertendomi.
Mi siedo esausta "ne hai di energie eh?" Dice Aljan divertito.
"Nel mio mondo io...sono un insegnante d'asilo, sono abituata ai bambini"
"Pensavo fossi una criminale" dice William confuso, scoppio a ridere.
"Ma no!" Dico ridendo divertita "cioè non proprio, non vado in giro a fare colpi di stato, a rubare o ad uccidere persone, o almeno non uccido persone se non cercano di uccidere me, ci tengo alla mia vita, comunque a volte faccio cose...fuori dalla legge ma...non sono così gravi..." dico esitante "credo"
"Credi?" Dice ridendo.
Inclino la testa di lato "sono abbastanza sicura che non siano troppo gravi" dico divertita.
"Sorellona..." abbasso lo sguardo e vedo il piccolo dai grandi occhioni blu.
"Ciao Manuel" allunga le braccia verso di me e lo prendo sorridendo, mi abbraccia e io lo stringo forte.
"Stai bene cucciolo?"
"Si" dice felice "Sorellona perché sei vestita da maschio?"
"Perché così posso giocare con voi stando più comoda" dico divertita.
"Sei bella"
"Oh grazie" dico dandogli un bacio sulla guancia "hai fatto qualcosa di bello oggi?"
"Ti ho fatto un disegno"
"Ah si? Fammi vedere" prende un foglio dalla tasca e mi fa vedere un bellissimo disegno pieno di colori, al centro ci sono due persone, una più piccola che immagino sia lui è una più grande con un bel vestito viola, in alto c'è un sole nascosto da alcune nuvole, c'è una piccola casa con le finestre aperte alle spalle dei due personaggi che si tengono per mano, gli occhi del bambino sono grandi e blu e le gambe sono lunghe e sottili, sorrido guardando la mia figura che sorride e sembra guardarmi. Le linee sono a tratti spigolose e a tratti ricurve, appoggio il mento sulla sua spalla.
"È molto bello"
"Lo pensi davvero?"
"Certo, e questo disegno mi parla molto di te"
Sorride felice "te lo regalo"
"Grazie" dico teneramente, gli do un bacio sulla guancia "lo terrò con molta cura te lo prometto"
Sorride felice "va bene"
"Manuel vieni a giocare!"
"Arrivo, ciao sorellona"
"Ciao cucciolo" dico gentilmente, corre via e guardo attentamente il disegno.
Alzo lo sguardo e cerco Anita, vedo che sta parlando con una delle donne, mi alzo e vado in fondo al grande cortile per passare inosservata, guardo Manuel attentamente appoggiandomi al muro, ha legato subito con me dimostrandosi un bambino molto intelligente e affettuoso, ma i suoi disegni fanno trasparire timidezza, paura, bisogno di certezze e chiusura nei confronti degli altri, lo guardo attenta, gioca con gli altri ma allo stesso tempo se ne tiene un po' distaccato.
"Fai paura" sussulto e guardo William di scatto "qualcosa ti ha turbata?"
"Vedi...i bambini esprimono tramite i disegni alcune sensazioni che non esprimono a parole, i disegni possono dirci tante cose di loro"
"In che senso?"
"Per esempio tramite i colori che scelgono puoi capire molto sulla sua personalità, guarda, Manuel ha usato molti colori freddi come il blu, il viola, il nero e questi colori simboleggiano la sua attitudine ad essere timido e introverso, se tu lo guardi attentamente gioca con gli altri bambini ma allo stesso tempo se ne tiene un po' alla larga, non si avvicina mai troppo a nessuno e non parla mai con qualcuno in particolare, è un bambino insicuro che ha bisogno di certezze e questo traspare da come ha disegnato la casa piccola ma con le finestre aperte segno che è una casa ospitale ma come persona lui ha bisogno di certezze perché non ha una determinata stabilità e probabilmente è dovuto al fatto che molti bambini arrivano e altri vanno via e quindi non ha una sorta di routine e di legami stretti"
"Come sai tutte queste cose?" Dice confuso.
"Ho studiato psicologia all'università e modestamente ero la prima del mio corso" dico sorridendo.
"Quindi sei una donna istruita"
"Abbastanza si"
"E perché sei rozza?" Lo guardo sorpresa "nel senso una donna ben istruita dovrebbe essere una signora, elegante, cortese, una gentildonna"
"Mi hai appena dato della cafona come se niente fosse?" Dico divertita, scoppio a ridere "William nel mio mondo non esiste una società come la vostra, non c'è il regolamento su come stare a tavola o su come comportarsi, ognuno è libero di essere come vuole, di diventare ciò che vuole e fare ciò che vuole, quindi quello che per te è cafoneria per me è del tutto normale"
"Un mondo privo di buone maniere e valori?"
"Circa" dico annuendo, sospiro e guardo il piccolo Manuel che continua a giocare "in ogni caso, spero che quel bambino trovi qualcuno che lo ami come merita" William mi guarda sorpreso e sorrido "ahhh non devo affezionarmi troppo o quando me ne andrò sarà duro il distacco"
"Principessa! Vieni a giocare!"
"Arrivo bambini!" Guardo William e gli sorrido gentilmente "anche chi è cattivo in fondo ha un lato buono in se, non scordarlo mai Will"
Corro dai bambini e ridacchio muovendo le dita delle mani "se vi prendo vi mangio tutti!"
"Noooo!!!" Corrono scappando mentre io rido divertita rincorrendoli, man mano che li prendo fingo di divorarli fingendo di morderli e li faccio ridere.
Restiamo fino a sera "Sorellona ci racconti ancora la storia del piccolo principe?" Dice un bambino dolcemente.
"Il piccolo principe eh? Vi è piaciuta?"
"Si tantissimo"
"È la mia preferita" dico in tono confidenziale fingendo che sia un segreto, sorridono felici.
"Dai raccontacela"
Steven e gli altri due stanno seduti con Anita e le altre che si prendono cura dei bambini.
"Va bene ve la racconto, dovete sapere bambini che tra le stelle di notte, ci sono delle altre stelle che non brillano ma che ci sono in ogni momento e viaggiano per il cielo proprio come noi, queste stelle si chiamano asteroidi, sono come dei piccoli pianeti rotondi e ognuno di loro ha un nome, c'è l'asteroide 314, l'asteroide 316 e ce n'è uno in particolare dove vive un piccolo principe, un piccolo bambino che vive su un pianeta poco più grande di lui, e ogni giorno è costretto a combattere contro dei piccoli semi che rischiano di mettere in pericolo il suo piccolo pianeta"
"I baobab" dice una bambina tirando il fiato.
"Catastrofe!" Dicono tutti insieme, sorrido annuendo.
"Proprio così, i baobab sono fra gli alberi che vivono per centinaia di anni e il piccolo principe che vive in un piccolo pianeta non poteva tenerne uno tutto per se..." continuo a raccontare loro la storia mentre mi guardano rapiti e affascinati.
Anita e le altre intanto vanno a preparare la cena e una volta finita la storia portiamo i bambini di sopra nella grande sala da pranzo.
"Bene bambini ora devo andare, fate i bravi okay?"
"Tornerai vero?" Dicono uno dopo l'altro guardandomi dolcemente, sorrido.
"Ma certo che tornerò e vi racconterò un'altra storia"
"Evviva" "che bello siii!"
Ridacchio e li salutiamo per poi tornare verso il palazzo, guardo il cielo pieno di stelle.
"Il piccolo principe è una storia del tuo mondo vero?" Dice Steven curioso.
"Si" dico annuendo "è la mia storia preferita"
"Esistono davvero questi...asteroidi?"
"Ovviamente" dico sorridendo "vedi noi vediamo il cielo azzurro perché il sole ce lo fa percepire in questo modo ma al di là del sole il cielo è nero e quelle stelle che noi vediamo in realtà degli ammassi di diverse sostanze che si sono spenti molto tempo fa, e insieme alle stelle ci sono altre cose come gli asteroidi e altri pianeti più o meno come questo"
"Altri pianeti?" Dice Aljan sorpreso.
"Si"
"Incredibile" dice guardando il cielo.
"Già e ci sono persone che sono state lassù" dico sorridendo e immaginando quanto sia bello stare lassù.
"Oltre le stelle?" Dice William sorpreso.
"Già"
Sento la presenza di qualcuno che ci sta osservando, guardo attorno a noi con cautela.
Respiro profondamente e tocco appena il braccio di William, mi guarda confuso.
"Qualcuno ci sta seguendo" dico seria "sta in guardia"
"Lo so avverto la sua presenza" dice serio, annuisco e mi metto accanto ad Aljan in modo che lui è Steven siano tra di noi.
"Miki?" Dice confuso, mi attacco al suo braccio sorridendo.
"Volevo solo starti vicino Aljan" dico sorridendo.
"Ho trovato un modo per vedere il tuo vero aspetto"
"Davvero?"
"Si dopo proviamo davanti allo specchio"
"Fantastico" dico illuminandomi "allora dovremmo sbrigarci a tornare"

La viaggiatrice nel tempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora