Capitolo 3 - Il tour della città

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Due giorni dopo l'incontro, notai che vicino a casa mia stavano dei ragazzini vestiti da giullare. Avevo paura, non perchè un branco di ragazzini stavano sotto casa mia, ma perchè mi sentivo sorvegliata. Quando giravo nel centro, giravo al fianco del professor Buonamonti, mi sentivo più sicura. Quel giorno, entrammo nel Palazzo Ducale. Visitammo il palazzo più antico della città, ed io rimasi a bocca aperta: gli affreschi di Tiziano erano bellissimi, non riuscivo a non meravigliarvi.

 Visitammo il palazzo più antico della città, ed io rimasi a bocca aperta: gli affreschi di Tiziano erano bellissimi, non riuscivo a non meravigliarvi

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Mentre giravamo il museo, notai che uno dei giullari stava all'ingresso della sala successiva. Ero un pò spaventata; non sapevo che cosa fare, allora chiesi al professore: "Mi scusi, prof. Posso andare in bagno?" Il professore, con sguardo accigliato, mi rispose: "Per me va bene". Corsi verso il bagno, e chiusi a chiave la porta. Stavo iniziando ad avere le visioni? Non ne ero sicura. A un certo punto, notai che sotto la porta sbucò una busta e la presi al volo. La nascosi nel mio zainetto, poi, aspettai qualche secondo, ma non sentì niente. 

Quando uscì dal bagno, controllai sia a destra che a sinistra, ma non c'era nessuno. Corsi verso il professore e gli stetti vicina il più possibile. Quando uscimmo dal Palazzo Ducale, notai che gli altri se ne andavano in giro, ed io chiesi che ore fossero. Un passante mi rispose: "Guardi signorina, sono le 12:00 spaccate". Ringraziai il signore e iniziai a correre verso il luogo scritto nella lettera: 

                  "Raggiungi il teatro La Fenice, ci dobbiamo vedere. Ho delle cose da dirti, riguardanti 

               tuo padre. Comunque, ti volevo anche rivedere. Firmato, Marachella"

  Mentre passavo per le stradine, iniziai a riflettere su chi fosse quel giovane ladro mascherato. All'inizio, pensai che fosse un mio compagno di classe, ma conosceva troppe cose di me: su chi era mio padre, dove abitavo, qual'era la mia bevanda preferita...insomma, cose che soltanto io sapevo.

Raggiunsi dopo una ventina di minuti il teatro. Era molto bello dall'esterno, chissà com'era all'interno. Entrai nel teatro, e rimasi paralizzata: le decorazioni dorate risaltavano le parti di legno delle piccionaie, mentre la scenografia sul palco era incredibile: un gigantesco telo dipinto a mano raffigurante la città agli inizi del sedicesimo secolo. 

 

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Beatrice, regina dei ladriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora