Capitolo 20 - Lo scontro finale

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Era una mattina di fine settembre, e stavo passeggiando per la città. In quel periodo, incominciai ad uscire con una revolver nella borsetta.

L'aria diventava sempre più fredda, e la mia sciarpa mi riscaldava. Mentre camminavo, uno dei giullari corse verso di me e mi disse in tono affannoso: "Beatrice...uhh...Marachella....è stato...ahh...è stato rapito! Ho trovato sotto la porta d'ingresso questa lettera".

Presi la busta e lessi il messaggio: "Se rivuoi il tuo cagnolino, vieni verso l'isola di Poveglia, dove tutto è cominciato

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Presi la busta e lessi il messaggio: "Se rivuoi il tuo cagnolino, vieni verso l'isola di Poveglia, dove tutto è cominciato. PS: se chiami gli sbirri o tua madre, ammazzo il tuo amico. Firmato, tuo padre". Stracciai la lettera di colpo e corsi verso il rifugio.

Quando raggiunsi il nascondiglio, presi alcune cose e le misi dentro il borsone. "Dove va, capo? Vuole farsi ammazzare?" mi domandò preoccupato un mio giullare, ed io, infuriata, risposi: "Vado a salvare il mio amico. Ora, fatevi da parte" e m'incamminai verso il luogo dell'incontro.

Mentre salivo sulla barca, tirai fuori da uno dei sedili una specie di torcia elettrica e la nascosi dentro il mio giubbotto

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Mentre salivo sulla barca, tirai fuori da uno dei sedili una specie di torcia elettrica e la nascosi dentro il mio giubbotto. Mentre slegavo la fune da uno dei pali, uno dei miei giullari saltò sopra la barca ed io, furiosa, dissi: "CHE COSA CI FAI QUI? TI AVEVO DETTO CHE DOVEVI STARE ALLA BASE!!"

"Ti ho giurato che ti avrei seguito, e comunque, ho un piano. Se vuoi ascoltarmi, capo, bene. Sennò, me ne vado e torno alla base" mi disse il ragazzo, ed io, incuriosita, risposi: "E va bene. Parlami della tua idea, ma durante il viaggio". Mentre navigavamo, il giovane mi spiegò la sua idea, ed io, sorpresa del suo piano, gli risposi: "Ragazzo, sei un genio. Tra poco saremo a Poveglia. Preparati a saltare in acqua e a nuotare".

Infatti, poco dopo, il ragazzino si gettò in acqua ed iniziò a nuotare verso la piccola spiaggetta. Quando attraccai, il cielo iniziò a scurirsi di brutto, e il vento gelido soffiò ancora più forte. Mentre camminavo, alcuni tuoni illuminarono la struttura per qualche secondo, ed io, impaurita, presi dal giubbottino la torcia elettrica. 

 

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Beatrice, regina dei ladriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora