Mentre giravo per le strade del centro, notai un particolarissimo foglietto, appeso sulla bacheca del bar: "Cercasi membri per il gruppo dei Dottori. Morte ai giullari!!" Ero inorridita; quei delinquenti avevano pure la faccia tosta di appendere un simile obrobrio. Lo presi e lo strappai di colpo.
Mentre finivo la mia bevanda, notai che alle mie spalle si avvicinò un giullare, e gli chiesi a bassa voce: "Allora? Qualche novità?" "Si, capo. Tieni questo biglietto, c'è sopra un messaggio, da parte di Marachella in persona. Sta organizzando un assalto alla villa stregata. Vieni?" mi chiese il ragazzino, ed io, con sguardo quasi indemoniato, risposi: "Ci sarò eccome, ma di a Marachella che voglio portarmi dietro le mie armi. Non si sa mai".
Il giovane riverì e se ne andò. Io, finito di bere, presi lo zainetto e mi diressi verso casa. Quando arrivai, mi aspettò una terribile sorpresa: due poliziotti seduti sul divano in ingresso. "Buongiorno, signorina Beatrice. Siamo le guardie del corpo di vostro padre, Tommaso e Filippo" mi disse uno dei due agenti.
Io, rassicurata, risposi: "Piacere. Non sapevo che mio padre uscisse con due body guard". Il secondo agente, occupato a bere la tazza di caffè, non si accorse della mia presenza. Salutai i due agenti e corsi in camera mia. Chiusa la porta, mi diressi verso il mio armadio e presi il costume, assieme alla pistola e ai due coltelli.
Ormai ero pronta; misi la pistola nel mio cinturone e i due coltelli nel giubbottino. Ero pronta per l'attacco. Misi sulle mie spalle un poncho e scesi piano pianino le scale. Quando chiusi la porta di casa, corsi verso i due giullari che stavano vicino al ponticello. Correvamo come dei fulmini, ma alla fine, raggiungemmo la piccola flotta; per essere precisi, sono nove barche.
Mentre navigavamo la laguna, io, davanti alla prua della barca maestra, suonavo con la fisarmonica una musichetta tetra. La nebbia ci proteggeva dalla vista dei nemici. Marachella stava alle mie spalle, armato di mazza da baseball, mentre gli altri, armati di coltelli, iniziarono a urlare.
Mentre attraccavamo nell'isolotto dove stava la villa stregata, io e Marachella passammo per il giardino, mentre gli altri passarono dalla vecchia fognatura. Alcuni dei Dottori facevano la guardia presso le mura del giardino, ma io e il mio compare, con dei bastoni, colpimmo le loro nuche e li portammo vicino alle barche. Li legammo come salami e ci impossessammo dei loro costumi.
Cambiati i costumi, Marachella mi portò con sé, vicino all'ingresso del palazzo. Quando entrammo, c'erano altri Dottori, armati fino ai denti. Io, cercai di non dire una parola, mentre Marachella parlava con uno di loro: "Senti, compare. Dove possiamo trovare il capo? Gli dovremo dire una cosa" "Sta la, vicino alla scala. primo piano, sulla porta infondo. Non potete sbagliare" rispose quello.
Salimmo le scale, e infine, raggiungemmo la stanza dove si trovava il capo. Finalmente, potevo guardarlo faccia a faccia. Volevo prenderlo per il collo e lanciarlo dalla finestra, ma Marachella mi disse che mi dovevo calmare. Quando entrammo, lo vidi; stava là, seduto, mentre controllava alcuni fogli. "Salve. Stavamo cercando il capo della banda..ehm...siete voi?" chiese Marachella.
"Si, sono io. Che volete?" ci chiese lui, ma nessuno dei due rispose subito. "Siamo qui per un vecchio debito. Sai...tempo fa...hai assassinato un nostro amico" dissi io e gli puntai sulla fronte la pistola. Il tipo, non si preoccupò per niente. Anzi, si alzò e ci seguì, senza banfare. Lo portammo vicino alle nostre barche ed infine, lo gettammo nel mare, assieme alla catenina del poveretto che mi salvò la vita.
Mentre ce ne andavamo, sentivo le urla di quel farabutto, ma poco dopo, un gruppo di Dottori ci inseguì e iniziarono a spararci addosso. Io, avente tra le mani la pistola, sparai a caso, sperando di creare qualche buco nella barca nemica. Quando tornammo alla base, scesi dalla barca maestra e mi ricambiai. "Ragazzi, ora ascoltatemi: faremo dei furti, ma stavolta, nella base dei Dottori. Voglio che prendiate tutti i fogli e che me li portiate" dissi io agli altri giullari, mentre mi mettevo il mio poncho.
Quando tornai a casa, salutai mia madre e ritornai in camera mia. Ripensai al volto del mio rivale, e alla fine, rimasi immobile; l'uomo che stava sotto la maschera....era mio padre. Non potevo crederci; mio padre, il capo di una gang pericolosa. Non parlai con nessuno di questa storia, anzi, soltanto io e Marachella eravamo a conoscenza di questa storia.
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Beatrice, regina dei ladri
AdventureUna semplice ragazzina piemontese può diventare la più grande ladra di tutti i tempi? Una cosa è certa: state attenti, oh voi che la incontrate, perché se siete ricchi, non avrete più un centesimo sui vostri conti correnti. Per chi è povero, invece...