Capitolo 9 - La presa di Scorpion

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Qualche giorno più tardi, i membri del clan dei Dottori attaccarono più frequentemente le nostre basi, ma noi giullari, furbi, continuammo i nostri commerci. Riuscimmo a fare vari scambi con le altre "famiglie"; per esempio, con i Clown, con le Dame del Duca, e infine, con i Castellani di Venezia.

In quei giorni, ripensai alla ragazza con il volto bruciato. Come potevano arruolare certe persone? Magari, aveva fatto un patto con alcuni clan della città, ma io, non ci credevo. Anzi, cercai di capire chi fosse quella ragazza. Sguinzagliai per la città le mie spie, ma non riuscirono a trovare nulla.

Un giorno, però, trovai sulla copertina di una rivista di moda il volto della ragazza ed esclamai: "Per tutti gli dei! Eccola, Pestilenza!" Presi il telefono e scrissi un messaggio a Marachella, avvertendolo della scoperta. Lui, sorpreso come me, mi rispose: "Che?! Stai scherzando? Credevo che fosse imparentata con il capo dei Dottori". 

Quando tornai a casa, vidi la ragazza che stava bevendo dal mio bicchiere. "Che cosa ci fai qui?" chiesi alla mia avversaria, e lei mi disse confusa: "Aspe. Ma ci conosciamo? Io, sono appena arrivata in questa città". In quel momento, ricordai che avevo la maschera la sera che la incontrai e risposi: "Oh, scusa. Credevo di averti già visto".

Lei, sospettosa, disse con disinvoltura: "Ah, non preoccuparti. Succede qualche volta". Mio padre, entrò nel salotto e disse alla ragazza: "Tesoro, che fai? Non saluti la nostra ospite?" Io, un pò arrabbiata, presi il mio zainetto e me ne andai in camera mia. Quando entrai nella mia stanza, ma incontrai una persona; mia madre. 

Mia madre teneva tra le mani una bottiglia di whiskey

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Mia madre teneva tra le mani una bottiglia di whiskey. Chiesi a lei: "Mamma? Stai bene? Perché bevi quella bottiglia?" Lei, mezza ubriaca, mi rispose: "Quell'idiota di tuo padre...hic...vuole divorziare con me...hic...sta uscendo con quella modella con il volto da morto...hic" Mi venne un infarto; mio padre, voleva lasciare mia madre. Dio, non poteva andare peggio di così.

"Guarda, per quell'uomo...hic...spero che gli affari...hic...gli vadano a rotoli...hic" disse in tono furioso mia madre. Io, presi il mio costume pulito e lo misi nel mio zainetto. Poi, me ne andai nel quartier generale della nostra banda. Presi la prima barca e mi diressi all'isola di Poveglia. Quando raggiunsi l'isola, corsi verso il salone delle riunioni. 

 

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Beatrice, regina dei ladriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora