Stavo tornando a casa, quando vidi su un volantino che Il Palazzo Ducale ospitava la corona dello zar Nicola II, l'ultimo Romanov di Russia. Avvisai gli altri membri della banda tra mite il cellulare, ma a quanto pare, mi trovarono prima loro. Vidi i giullari che uscirono da un negozio e mi portarono via.
Prendemmo una barca e ci dirigemmo verso Poveglia. Per la prima volta, visitavo quel posto. Quando giungemmo al molo dell'isolotto, mi portarono dentro quello che sembrava una sorta di fortezza. Vidi davanti a me Marachella. "Come fate sempre a trovarmi?" domandai al capo, e lui, con un ghigno, mi rispose: "Semplice: sappiamo dove ti muovi".
Il giullare più piccolo si avvicinò a me e mi diede un borsone. "Stasera, dovremo rubare la corona dello zar, e tu ci aiuterai" disse Marachella ed io chiesi: "E come? Non ho mica delle corde o rampini come nei film di James Bond. Voi li avete questi oggetti?"
Marachella tirò fuori dallo zaino tutto l'occorrente e lo guardai in modo strano. Ovviamente, uno dei giullari sarebbe venuto con me, ed io chiesi: "Quanti giullari verranno con me? Spero almeno due o tre". Marachella mi rispose: "Avrai almeno me e il giullare più piccolo. Per il resto, ci pensiamo noi".
Dopo quel colloquio, i membri della banda mi riportarono a casa, ed io potei rientrare indisturbata nella mia dimora. Passarono varie ore, e mi allenai nella piccola palestra che avevamo nei sotterranei del palazzo. Cercai di capire per bene dove fossero le telecamere, e se il gioiello fosse protetto dai laser.
Quando giunse l'ora x, presi il costume e lo misi nel borsone. Mi misi in faccia la maschera, e mi arrampicai sui tetti della città. Corsi per qualche momento, ma alla fine, raggiunsi il tetto del palazzo. Ovviamente, Marachella e il secondo compare stavano già lì, ed io consegnai a loro le funi.
Legammo una delle funi al corrimano in pietra e ci calammo verso una delle finestre. Una volta dentro, io dovevo lanciare una sorta di polverina biancastra che, in pochi secondi, mostrò i raggi laser. Marachella, prese alcuni specchietti e li mise davanti ai laser, mentre il secondo giullare prese degli adesivi e li attaccò alle telecamere, oscurandole.
Io, infine, mi occupai del superare l'ostacolo e presi dalla teca di vetro il favoloso gioiello. A un certo punto, sbucò una guardia e come ci scoprì, si mise a correre verso di noi, ma io, veloce come una saetta, lanciai a terra un fumogeno, e riuscimmo a scappare via, sempre dalla stessa finestra. Scappammo per le strade del centro, e alla fine, festeggiammo.
Li portai nel mio nascondiglio, e poi, decidemmo sul da farsi del gioiello. "Io dico di farlo a pezzi e di spartircelo" disse il giullare, ma Marachella rispose: "Meglio di no. Ci beccherebbero in poche ore. Piuttosto, lo vendiamo ad un antiquariato e ci facciamo un pò di grana". Io, dissi alla fine: "Io ho un'idea migliore. Facciamolo a pezzi, ma poi diamo quei pezzi a coloro che non possono permettersi il cibo o dei vestiti decenti. Magari, possiamo dare i pezzi ai barboni vicino al molo principale. Li vedo tutti i giorni, e non stanno tanto bene".
Marachella prese il martello e spaccò in mille pezzi il gioiello, e alla fine, mi disse: "Fai ciò che credi più giusto" e se ne andò. Chiesi al secondo giullare di aiutarmi; ovviamente, lui prese i diamanti che erano caduti a terra, mentre io presi il resto.
Quando giungemmo al molo, nascondemmo le parti della corona sotto i cuscini dei barboni, e alla fine, ci dileguammo, ognuno per la sua strada. La mattina seguente, uscì la grande notizia: "Edizione straordinaria! Rubato la corona dello zar Nicola II! I giullari colpiscono ancora!" Ero soddisfatta di quel colpo: per la prima volta, avevo fatto del bene.
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Beatrice, regina dei ladri
AdventureUna semplice ragazzina piemontese può diventare la più grande ladra di tutti i tempi? Una cosa è certa: state attenti, oh voi che la incontrate, perché se siete ricchi, non avrete più un centesimo sui vostri conti correnti. Per chi è povero, invece...