Capitolo 13

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Uscì dal suo abbraccio perché non lo volevo nemmeno quì. Non volevo il mio passato. Lui mi guardò un po' divertito. Pensare che lo conosco da quando sono arrivata quì a New York. Sono passati tantissimi anni e lui non sembra cambiato.

«Lilly, volevo scusarmi ancora per quello che é successo cinque anni fa.» mi disse lui provando ad abbracciarmi di nuovo, ma questa volta mi allontanai.

«Tom, mi avevi promesso di non tornare mai più.» dissi guardandolo con una faccia piena d'odio.

«In questi anni ho capito di aver fatto la cosa più stupida nella mia vita. Io ti amo.» barbotai un "anche tu?" Perché ora c'era anche lui che mi amava.

Poi delle braccia mi stringero la vita, erano le braccia di Ashton. Mi baciò e guardò male il ragazzo seduto sulla moto.

«E tu chi sei?» chiese Ashton al moro.

«Tom, un amico di Lilly.» disse lui. Anche se poi tanto amici non eravamo ma non mi dava fastidio saper che per lui siamo ancora amici. Ashton cercò il mio sguardo per vedere se lui stava dicendo la verità ed io annuì. Loro due si stringero le mani e Ashton disse il suo nome a Tom. Iniziarono a parlare della moto, delle cose che potrebbero essere cambiati e quelli da migliorare un po'. Loro parlano peggio di noi ragazze quando siamo a telefono. Guardai l'orologio e salutai i ragazzi dicendo che dovevo andare a casa. Loro mi saluarono e continuarno a parlare. Il mio ex e il mio fidanzato amici. Che cosa brutta. Io andai a studiare perché domani ho un test di filosofia, proprio con quel pedofilo di Marcus Wark. Per fortuna la mi verginità l'ho persa con Ashton, se no sarei stata sverginata da un mio professore.

Quando ero davanti alla mio porta vidi Luke. Ma oggi tutti a me?

«Voglio parlarti...» mi disse lui alzandosi. Quando i nostri nasi si toccarono lui mi baciò. Lo allontanai.

«Lo sai anche tu che sto con Ashton. Smettila di baciarmi così.» sputai acida.

«Non riesco a smettere.» disse lui.

«Provaci.»

«Ci proverò.»

«Promesso?»

«Promesso.» lo abbracciai e lui se ne tornò a casa.

Avevo casa libera perché mia madre non c'era. Ora lavora in un bar. Spero solo che questa volta non si bruci niente.

Andai in camera mia e buttai la mia cartella sul letto. Decisi di farmi una doccia così entrai dentro la vasca. Dovevo togliermi le fasce così lo feci. Quando vidi i miei tagli mi misi a piangere. "Volevo morire" era il mio primo pensiero. Era giusto. Volevo morire. Ma nella vita non si può avere tutto ciò che si vuole. Pensai di riprovarci di nuovo, ma per che costo? Ho amici, un fidanzato e dei pedofili che mi volevano bene. Perché morire per distruggere la vita a loro?

Dopo la docia iniziai a studiare quella maledetta materia chiamata filosofia. Poi a cosa serve filosofia? A niente.

Studiai per tutta la giornata e mi andai a sdraiare sul mio letto. Pensai la giornata trascorsa. Stuprata, incontri proibiti ed un ragazzo troppo voglioso. Volevo stare alla larga da tutti loro ma no, non ci riuscirò. Così mi addormentai.

Mi svegliai 1 ora prima delle lezioni così decisi di andare al Starbucks coffé a far colazione. Arrivata vidi Ashton seduto con una ragazza famigliare. Era quella che ho incontrato alla gelateria qualche giorno fa. Mi avvicinai a loro e diedi un bacio inaspettato a Ashton.

«Lilly, che ci fai qui?» mi chiese lui.

«Colazione. Tu?» guardai la ragazza e lei fece lo stesso.

«Sei la ragazza della gelateria?» mi chiese la anonima.

«Sì, piacere Lilly Cabral.» allungai la mano.

«Anna Cast.» disse lei stringendo la mia mano.

«Presentazioni fatte. Anna dobbiamo andare.» disse Ashton guardando la ragazza.

«Okay, é stato un piacere Lilly.»

Li guardai uscire e sentì un po' di gelosia. Chiesi la mia collazione e mi sedetti nel mio solito posto.Mentre magiavo uscivano ed entravano molte persone. Quando entrò lui mi bloccai. Tom Listen qui. Quando mi vide sorrise e si partecipò a sedere.

«Ciao.» mi salutò lui.

«Ciao.» risposi io bevendo il mio caffé.

«Stai meglio?» mi indico le fasce. Sapeva?

«Sto bene.» menti più a me stessa che a lui.

«Che fai dopo?»

«Ovviamente a scuola. Tu hai smesso?»

«Ho smesso.» disse lui sorridendomi. «Allora, ora stai con Ashton?» mi chiese infine.

«Sì. Tu? Una fidanzata l'hai trovata?» chiesi acida.

«Non riesco a togliere te dalla mia testa.»

«Smettila, tanto non tornerò.»

«Non ancora.»

«Mai più mi alzai e uscì. Lo lasciai da solo. Era questo quello che si meritava.

Arrivata a scuola Ashton era ancora abbracciato ad Anna. Ora capisco perché hanno chiamato la gelosia "gelosia." Perché instinto omicida pareva brutto. Io entrai in classe ed aspettai Ashton, ma lui non arrivò. Feci il test per mia fortuna il profesore era assente. Almeno ero in pace. Quando uscì da scuola chiamai Ashton.

«Si?» rispose la sua voce.

«Perché non sei venuto a scuola? Ti ho visto nel cortile.»

«Scusami, ma poi mi sono sentito male. Farò il test domani

«Con chi sei?»

«Con Anna

«Lei chi é? Intendo per te. Per te chi é?» silenzio.

«Una vecchia amica e....» lui si fermò.

«E?» lo incitai.

«Una ex

«Okay. Ci vediamo.» staccai la chiamata senza nemmeno sentire la sua risposta.

Questo proprio non ci voleva. Il ritorno dei ex, eh? Sembra proprio di si.

Promise of sex ||Ashton Irwin||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora