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Elena

Gli uomini di Miguel irrompono alla festa sparando a tutto spiano, scatenando un fuggifuggi generale. Gli ospiti che si trovavano in giardino se la svignano sulle proprie auto, mentre quelli che stavano banchettando nel gran salone si rifugiano dietro i tavoli o ai piani superiori della villa. George mi raggiunge gridando, ma al posto di venir in mio aiuto, pensa a se stesso, nascondendosi sotto a un tavolo come un codardo. <<Elena, abbassati!>> Daniel mi spinge contro la colonna facendomi da scudo. Gridano tutti in preda alla panico. Le guardie di Anderson entrano in azione: una squadra di quattro uomini accerchia lui e sua moglie, conducendoli in un luogo sicuro, un secondo gruppo insegue i Vipers, rispondendo al fuoco, mentre tre uomini mettono in sicurezza i gioielli, riportandoli al caveau.

<<I gioielli! Mettete al sicuro i gioielli!>> Strilla Anderson mentre viene portato via.

Patetico. Stanno sparando contro a sua moglie e lui si interessa ai gioielli.

<<Rimani qui, ok?>> Daniel mi fa accucciare a terra, poi si alza in piedi e, mentre stanno ancora sparando, si allontana inseguendo la guardia di Miguel con la Stella del Mattino.

<<Daniel? Dove vai? Potrebbero colpirti!>> Recito la parte della donzella in pericolo, quando in realtà sono l'artefice di questo assalto. L'ho progettato appositamente per stanare il mio ladro. Quante probabilità potevano esserci che si trattasse di Daniel? Mi sento presa in giro. Per tutto questo tempo ha finto di essere un'innocente, un uomo qualsiasi, invece conosce Marcus, è il suo ex leader ed è l'assassino di John. <<Elena. Elena. Dove sei, amore mio?>> George mi chiama da dietro la tovaglia, ricordandosi che esisto. <<Amore, vieni sotto al tavolo. Là fuori è pericoloso!>> Con lui ho chiuso. Lo mando al diavolo e mi lancio all'inseguimento di Daniel, che a sua volta sta rincorrendo l'uomo di Anderson. Scendo le rampe di scale che conducono al seminterrato e me li ritrovo in mezzo al corridoio. Stanno combattendo a mani nude.  La valigetta è a terra, incustodita. Si sa, tra i due litiganti il terzo gode. Nell'istante in cui le metto  le mani sopra, Daniel mi scopre. Con un colpo da professionista si libera dell'avversario avanzando verso di me. <<Elena? ... Cosa pensi di fare con quella valigetta?>> Ha tolto la maschera. Ora lo vedo per quello che è realmente e non mi fa paura. Tengo i miei occhi fissi su di lui, lo studio, poi mi volto per fuggire col bottino. <<Elena!>> Adesso è lui a rincorrermi. Mi levo le scarpe per andar più veloce e gliele lancio contro per ostacolarlo. Appena raggiungo i primi gradini mi afferra per la coda dell'abito e mi tira indietro, sbilanciandomi. Perdo l'equilibrio finendogli tra le braccia. <<Presa!>> Gli tiro una gomitata allo stomaco per liberarmi, però perdo la valigetta.

<<No! Ridammela!>> Urlo.

Dimeno le braccia per riacciuffarla, ma non riuscendo a raggiungerla, blocco la fuga a Daniel, sbarrandogli le scale con tutto il corpo.

<<Spostati, Elena.>>

<<Che c'è, Daniel? Hai paura di batterti contro una donna?>>

Gli sferro un calcio ai fianchi, ma para il colpo e mi spinge contro al muro. L'imbatto è violento.

<<Non voglio farti del male.>>

<<Me l'hai già fatto!>> Rispondo a denti stretti.


Sto per sferrargli un nuovo colpo, quando sento dei passi pesanti avvicinarsi in fretta.

<<Uomini di Anderson.>> Diciamo all'unisono.

Il corridoio è lungo, non ha vie di fuga e non possiamo salire. L'unico nascondiglio che troviamo è lo stanzino del sottoscala. Ci infiliamo dentro velocemente, finendo l'uno ammassato sull'altro. L'abitacolo è stretto e buio, per niente adatto a due corpi adulti. Non vedendo nulla ci incorniamo e finiamo per intrecciarci come due contorsionisti. Sono completamente su di lui. Questa vicinanza mi infuoca. Sento i suoi muscoli tesi sotto la camicia e la sua mano sulla mia coscia. Ha il respiro  pesante.

Amare oltre ogni ragioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora