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Sconfitta ed amareggiata, caccio indietro le lacrime e seguo Occhi grigi senza fiatare. Mi ha sfinita, non tanto fisicamente, quanto mentalmente. Non ero mai stata così tanto sotto pressione. Queste persone sono malvagie, pericolose e si divertono a giocare con la vita degli altri.

Quando scendiamo in officina mi sento osservata. Alcuni uomini mi guardano con ostilità, altri con superiorità. I più squallidi non mi guardano nemmeno in faccia, ma dal seno in giù. Visti da vicino intimoriscono. Hanno il tipico aspetto da cattivi ragazzi. La loro pelle è piena di tatuaggi e cicatrici. Tengo il volto abbassato, incapace di sostenere i loro sguardi. Loro non perdono l'occasione di deridermi. <<Bambolina, ti sei persa? Dove vai? Vieni qui ...>> Provano a toccarmi, ma li schivo disgustata. Uno di loro sputa a terra dopo il mio passaggio. L'aria è tesa. È ovvio che la mia presenza non è gradita. <<Calmi, ragazzi. Non si trattano così gli ospiti.>>

Magari fossi solo un ospite di passaggio. Questo posto sarà la mia prigione.

Raggiungiamo un piccolo ufficio arredato semplicemente da una scrivania, un armadio e una libreria semi vuota. Occhi grigi aziona una leva nascosta e quest'ultima rotea su se stessa, rivelando un passaggio segreto. Al posto di precipitare in un buco nero, come Alice col Bianconiglio, percorro un lungo corridoio, illuminato da neon, fino ad arrivare in un laboratorio.

Benvenuta nel Paese delle Meraviglie, Elena!

La polverina bianca che vedo in giro non è polvere magica, ma cocaina. Ce ne sarà a tonnellate. Conto centinai di pacchetti pronti per esser venduti. Il garage nasconde un deposito di droga. Ecco spigata la presenza di tutti quegli uomini armati.

Come hanno fatto a tenerlo nascosto alla polizia?

<<Oh mio Dio ...>> Commento, straripando gli occhi.

<<Lascia stare Dio. Questa è opera dei suoi uomini, anzi dei miei. Qui è dove sintetizziamo e confezioniamo la nostra merce. La materia prima proviene dalla Bolivia. Tramite corrieri passa oltre il confine e una volta qui, viene sintetizzata e venduta. I nostri compratori vengono nel nostro garage fingendo di aver dei guasti alle loro auto e noi le "ripariamo" . In realtà le smontiamo, vi nascondiamo dentro la merce e poi le rimontiamo, camuffando gli odori per impedire ai cani antidroga e alla DEA di darci noie.>>

Il garage è ridotto talmente male che nessuno, vedendolo, oserebbe pensare che nasconde uno dei più grandi depositi illegali della città. È una copertura perfetta.

<<Finora l'attività è andata alla grande. La nostra catena di montaggio non si è mai arrestata. E sai perché? Perché lavoro solo con persone fidate. Odio le spie. Se mi accorgo che qualcuno mi sta fregando o ha intenzioni di tradirmi, è morto. Io non perdono, Elena. Quindi stai ben attenta a ciò che farai da adesso in poi perché per un po' avrai i miei occhi puntati addosso. Dai miei uomini pretendo obbedienza, rispetto e non accetto fallimenti.>>

Ci spostiamo in un'altra ala del palazzo dall'aspetto migliore.

<<Domani inizierai il tuo addestramento. Ti affiderò nelle mani di Falcon, uno dei miei uomini più fidati. Ti insegnerà a sopravvivere nel nostro mondo. Quando avrai finito con lui, sarai una donna completamente diversa. ... Ho grandi aspettative nei tuoi confronti, Elena. Dimostrami la tua lealtà e io ti ricompenserò, rispettando il nostro patto. Tradiscimi e pagherai con la tua stessa vita. ... Domande?>>

Si, la più importante.

<<Quando potrò tornare a casa?>>

<<Per ora starai in questo posto come recluta, poi si vedrà. È più grande di quello che sembra e sono sicuro che ti adatterai bene.>>

Saliamo delle scale e raggiungiamo un secondo ufficio molto più serioso rispetto al precedente. Gli scaffali sono pieni di cartelline e documenti.
Occhi grigi apre un cassetto della scrivania e vi prende un foglio.

<<Firmalo.>>

Lo leggo e straripo gli occhi.

<<Questa è ...>>

<<La tua lettera di dimissioni. Ho anticipato i tempi. Non potrai più tornare allo Chanty. Dimenticati del tuo vecchio lavoro, da ora cambierai vita. E non provare a contattare Cora o sua figlia. È meglio che tu stia lontana da loro. La minaccia di questa mattina è ancora valida. La loro incolumità dipenderà da te.>>

Perché non ne sono affatto sorpresa?

Leggo e rileggo la lettera. Ha un linguaggio talmente formale e distaccato che non trasmette emozioni. Se l'avessi scritta di mio pugno sarebbe stata molto diversa. Glielo faccio notare, ma se ne frega. Uno come lui non sa nemmeno cos'è la sensibilità.
Cosa penserà di me Cora quando la leggerà? La deluderò sicuramente.
Non merita tutto questo. Entrambe non lo meritiamo.
Trattengo le lacrime e la firmo, sigillando la mia condanna.

Occhi grigi la rimette nel cassetto e si siede alla scrivania.

Mi ha appena rivelato il nascondiglio del suo deposito, ma non si fida a lasciarmi andare. Assurdo. Quanto ci vorrà per ottenere la sua piena fiducia?
Metto insieme le poche informazioni che ho di lui e realizzo che non so ancora come si chiama. Non si è nemmeno degnato di presentarsi.

<<Quando avrò l'onore di conoscere il vostro nome, mio carceriere?>> Chiedo con tono ironico.

<<Hai ragione. Perdonami, sono talmente abituato ad essere riconosciuto che a volte dimentico le buone maniere. I miei uomini mi chiamano Sanchez, ma tu puoi chiamarmi Miguel.>>

<<E' un vero piacere fare la vostra conoscenza, Miguel Sanchez.>> 

Riguardo le sue buone maniere non faccio commenti. Non credo che sappia cosa siano. Non è nella sua natura essere gentile.

Qualcuno bussa alla porta, interrompendoci. Poco dopo compare un uomo alto e robusto che si ferma davanti alla scrivania.

<<Mi hai fatto chiamare, Miguel?>>

Non ha tratti latino-americani come Miguel né l'accento straniero. La sua pelle è chiara, ha gli occhi piccoli, leggermente incavati, e i capelli brizzolati. Avrà qualche decina di anni in più rispetto a Miguel.

<<Elena ti presento Falcon, il nostro reclutatore e tuo mentore. Passerete molti mesi insieme. Spero che facciate amicizia. Non mi piace che ci sia astio tra i miei uomini.>>

L'uomo mi fissa serio.

<<Ci sarà molto lavoro da fare.>> Commenta duro, rivolgendosi a Miguel.

<<Ne abbiamo già parlato, Falcon. Ogni pietra grezza va lavorata prima di essere sfoggiata. Sono sicuro che con lei farai un buon lavoro.>>

Parlano di me come se non ci fossi.

<<Mostrale dove sono i nostri alloggi e comprale un cambio d'abito.>>

<<Non serve! Ho l'armadio che straripa di vestiti! Permettimi di tornare a  casa almeno per recuperare qualche effetto personale ...>> Ribatto risentita.

I due si fanno un cenno d'intesa senza degnarmi d'attenzione. 

Fantastico. Ho parlato ai muri!

<<Seguimi.>> Falcon mi fa strada, ma prima di uscire Miguel mi richiama.<<Elena?>> Mi volto e lo guardo. <<Benvenuta negli Horned Vipers.>>

Horned Vipers? Che nome curioso per una banda di criminali.

Come Eva nel Paradiso, mi sono fatta tentare dal serpente, condannandomi alla Caduta. Lei, mordendo una mela, è precipitata nel mondo terreno, tra gli uomini e il peccato, io ho abbracciato il male, firmando la mia lettera di dimissioni. Ero una ragazza qualunque e adesso sono finita tra la feccia. 

Cosami succederà adesso?
Riuscirò ad ottenere la mia redenzione?

Amare oltre ogni ragioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora