9. Feeding the terror

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-JUNGKOOK-

Aveva avuto paura molte volte nella sua vita, non era un'emozione che gli era nuova o sconosciuta. 

Ricordava di aver avuto paura la prima volta che si era reso conto che sua madre non era solamente scomparsa come continuava a ripetere suo padre, che non la avrebbero più ritrovata, che non sarebbe più tornata a casa, che Jungkook non l'avrebbe più rivista. Aveva avuto paura quando Jimin gli era crollato sulla spalla in lacrime dopo che i suoi genitori erano morti, il suo animo diviso tra l'incertezza per il suo futuro, il rancore per il dolore che gli avevano procurato e lo spiraglio di luce che quella sorta di nuova libertà gli avrebbe portato. Aveva avuto paura la prima volta che aveva scoperto che gli piacevano gli uomini, vivendo nell'angoscia che qualcuno avesse potuto scoprirlo e riservargli il trattamento di riguardo che solitamente era destinato agli abomini come lui. 

Sapeva cos'era la paura, ne distingueva le forme ed i limiti come se si fosse trattato del palmo della sua mano, ed aveva imparato a sopprimerla prima che fosse lei a farlo.

Eppure quella sensazione era diversa. Era qualcosa di molto più profondo, qualcosa che nasceva nei recessi più profondi del suo essere e che si diffondeva nelle sue vene come veleno, che gli serrava la gola e gli faceva tremare le mani senza un motivo apparente. 

Gli era sembrata paura, all'inizio, ma ora era sicuro che quella non fosse la parola adatta per descrivere quello che stava provando in quel momento.

Jungkook era terrorizzato.

Era successo tutto così velocemente che non riuscì a smettere di tenere gli occhi e la bocca spalancati, scioccato dall'improvvisa violenza e dalla ferocia che era avvenuta davanti a lui. Risuonavano ancora nelle sue orecchie l'osceno rumore di ossa che si spezzavano e di muscoli che si strappavano, il sordo gorgoglio dell'uomo mentre affogava nel suo stesso sangue e il fruscio delle ali del demone che si agitavano quasi incontrollate sulla sua schiena, macchiandosi del denso liquido scuro che rendeva lucide le piume nere. 

Il suo respiro aveva cominciato a diventare irregolare non appena V aveva girato lentamente verso di lui il volto quasi completamente ricoperto di sangue, alzandosi e avvicinandosi a Jungkook mentre lo guardava negli occhi con un'intensità tale che il principe non riuscì a distogliere lo sguardo. Mille ipotesi gli balenarono nella mente, una più macabra e terrificante dell'altra, ma che erano intrise dell'ultima sensazione che Jungkook avrebbe mai pensato di poter provare in una situazione del genere e che vedeva riflessa identica - in un modo che nemmeno lui riusciva a comprendere- negli occhi neri del demone.

Desiderio.

Avrebbe fatto qualsiasi cosa affinché non ci fosse stato più alcuno spazio tra di loro, avrebbe dannato la propria anima e qualsiasi altra cosa V avesse chiesto in cambio pur di sentire la consistenza delle sue ali sulla pelle, di percepire il peso del demone su di lui, le sue labbra sul suo-

Non appena V distolse improvvisamente lo sguardo da lui, Jungkook ebbe l'impressione di ricominciare a respirare dopo aver trattenuto il respiro sott'acqua per troppo tempo. Sbatté velocemente le palpebre annaspando mentre si metteva prono, sostenendo il proprio peso sui gomiti e nascondendo la testa tra le braccia, stringendo convulsamente gli occhi e mordendosi le labbra per costringersi a calmarsi. Di nuovo quegli assurdi pensieri. Che cosa gli prendeva? Perché la sua testa lo torturava in quel modo sadico e masochista? Forse stava diventando pazzo e quello era solamente un delirio fittizio partorito dalla sua mente, o forse era -come aveva già sperato- solo un sogno.

Ma - di nuovo- era tutto troppo realistico per essere un sogno.

Riuscì a mettersi seduto con fatica, appoggiando piano al tronco la schiena dolorante per la violenza con la quale V lo aveva scagliato contro l'albero. Il corpo dell'uomo era a pochi passi da lui, i lembi sbrandellati della gola e del torace che ricadevano su loro stessi macchiando di chiazze scure i vestiti consunti che indossava; da dove si trovava, riusciva ad intravedere l'interno vermiglio, viscido e lucido del corpo senza vita del vecchio, e l'espressione di vuota agonia nella quale il suo volto si era pietrificato nella morte. Era uno spettacolo tremendamente macabro e rivoltante, soprattutto quando Jungkook realizzò che solo pochi attimi prima quello stesso uomo si era inginocchiato ai suoi piedi per implorarlo di non rendere peggiore la sua vita già povera e misera.

Dark Wings - TAEKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora